31.
Giulia pov.
La mattina dopo... anche se di mattina non si poteva parlare siccome erano le 13:15... mi svegliai stretta come una bambola da una bambina.
Avevo dormito benissimo.
Avevo già dormito con Occhi Verdi ma questa volta era il mio ragazzo e questa cosa ancora non mi sembrava vera.
Nonostante avessi dormito bene adesso era arrivata l'ora di alzarsi, anche perché il mio stomaco brontolava eccome.
"Occhi Verdi..."
Provai a chiamarlo, lui in risposta si mosse e mi strinse ancora di più.
Aveva la faccia tutta corrugata, chissà cosa stava sognando.
Decisi di avvicinarmi e iniziare a baciarlo.
Inizialmente fu un bacio durante il quale c'ero solo io che mi muovevo da sola, dopo un po' però lui reagì eccome.
Inizialmente mosse di poco con me la bocca poi però si spostò di scatto sopra di me.
Mi stava guardando malissimo.
"Ho provato a chiamarti, ma non ti alzavi."
Mi giustificai io facendo la finta tonta.
"A sì?"
Mi chiese lui in tono di sfida.
La sua voce era così sexy che avrei potuto morire all'istante.
Non risposi perché lui non mi diede neanche il tempo che mi tolse velocemente la maglietta di dosso.
Iniziò a lasciarmi troppi baci sul collo e anche sul seno.
Si trattenne molto di più sopra il seno dove mi lasciò un piccolo segno.
Decisi così che era arrivato il mio turno.
Gli tolsi la maglietta e incominciai lo stesso gioco che aveva iniziato lui.
Dopo un po' decisi che era arrivato il momento di unire le nostre labbra nuovamente.
Ci baciammo per un lungo tempo, fino a quando non sentimmo delle voci che ci chiamavano da fuori.
"Dai che ho fame che palle!"
Urlò per la terza volta Elena.
Sbuffai e gli diedi un ultimo bacio a stampo prima di spingerlo via e sgattaiolare.
"Ahia! Ma perché lo hai fatto? Sei impazzita?"
Urlò lui per terra. Forse avevo esagerato con la forza.
"Non ti saresti alzato altrimenti."
Risposi io rivestendomi e uscendo dalla stanza dirigendomi in bagno.
Ignorai Andreas che brontolava.
Appena ebbi finito in bagno raggiunsi i miei amici in cucina.
Trovai Alice intenta a cucinare della pasta.
"Giulia per favore salvaci tu che queste due non sanno fare nulla!"
Urlò Matt riferendosi a Carola e Alice.
"Ma Elena?"
Chiesi io non vedendola.
Avevo visto tutti tra il soggiorno e la cucina, ma lei me la ero persa.
Mi avvicinai e dopo essere stata ringraziata dalle mie due amiche mi misi ai fornelli.
"Si sta facendo la doccia!"
Rispose alla mia domanda Davide.
Annuii.
"Lo sai che sei ancora più bella quando sei ai fornelli?"
Mi chiese Andreas circondandomi la vita.
Mi girai e gli circondai le braccia al collo.
"Ah si? Da quando sei così dolce?"
Chiesi io avvicinandomi alle sue labbra.
Lui non perse tempo ed eliminò la distanza che ci separava.
"Giulia non voglio interrompervi però l'acqua sta straboccando!"
Affermò Thomas.
Io mi girai di scatto e sistemai la situazione.
"Vattene per favore che mi distrai!"
Riproverai Andreas.
Lui rise e prima di andarsene mi diede una pacca sul sedere.
Io lo fulminai con lo sguardo, ma purtroppo lui scappò via in soggiorno.
Finalmente riuscì a finire di cucinare per tutte quelle persone.
"Ragazzi adesso non fatemi incazzare e venite qui! Mi avete fatto cucinare e adesso mangiate, se non vi piace, quella è la porta!"
Urlai io forse un po' troppo bruscamente.
Mi guardarono tutti un po' preoccupati, soprattutto Andreas.
Io scrollai le spalle e loro finalmente si decisero a sedersi a tavola.
Per fortuna era già stata apparecchiata se no mi sarei arrabbiata veramente.
"Mi piaci pure quando sei aggressiva!"
Mi sussurrò Occhi Verdi all'orecchio mentre si sedeva accanto a me.
Io gli sorrisi.
Ci sedemmo tutti insieme e cominciammo a mangiare.
Il pranzo andò più che bene, per fortuna anche la pasta piacque a tutti. Almeno così mi avevano detto.
Finito di mangiare e dopo aver parlato del più e del meno ci rivestimmo.
Tornati in camera Andreas si cambiò in un baleno mentre io decisi di cambiarmi in bagno.
Non mi sentivo ancora così a mio agio, anche se quella mattina mi aveva vista a petto nudo.
"Dove cavolo credi di andare?"
Mi chiese lui mentre mi avvicinavo alla porta.
Si mise davanti alla porta e mi bloccò la strada.
"Vado a cambiarmi in bagno..."
Dissi io imbarazzata e alzando gli occhi al cielo.
"Grazie questo lo avevo capito... ma perché?"
Chiese veramente confuso e quasi deluso.
Non volevo dirgli che mi sentivo insicura.
Abbassai lo sguardo.
Lui mi prese per il mento e mi alzò la testa.
"Giulia... non ti devi sentire in imbarazzo con me... per favore... come devo fare a farti capire che per me sei meravigliosa, che sei perfetta."
Mi disse guardandomi negli occhi, leggermente delusi e tristi...
Non volevo pensasse che fosse per lui.
"Io... non è per te... è che..."
Non sapevo esprimermi così lo baciai e basta.
Lui ricambiò titubante.
Lui bloccò subito il bacio e mi fermò.
"Pasticcino non voglio obbligarti a non vergognarti... avrai tutto il tempo che vuoi..."
Disse lui guardandomi negli occhi.
In quel momento mi ero sciolta.
Non potevo credere alla sua dolcezza.
Non feci in tempo a rispondere che mi diede un bacio a stampo e uscì dalla stanza.
Apprezzavo moltissimo quel gesto.
Mi guardai allo specchio e vidi un bel segno viola sopra il mio seno destro.
Rimasi ancora un attimo a guardarlo e poi mi vestii velocemente.
Dopo aver preso tutte le nostre cose andammo verso l'uscita.
Io e Andreas decidemmo di tornare a casa mia a piedi tanto non era troppo lontana.
Dopo aver salutato tutti e ringraziato Alice ci incamminammo mano nella mano.
Sentivo un lieve imbarazzo nell'aria, almeno da parte mia. Così lo fermai e allacciai le braccia al suo collo.
Lui mi circondò la vita.
Lo guardai nei suoi bellissimi occhi verdi.
"Non dubitare del fatto che io ti ami per favore..."
Lo pregai.
Lui cercò incertezza nelle mie parole, ma io ero più che sicura di quello che dicevo.
"Ti amo anche io."
Concluse lui prima di baciarmi con foga.
Sarei rimasta lì per ore...
Iniziai a tirargli i capelli e a mugolare di piacere.
Lui mi fermò.
"Pasticcino."
Mi pregò con voce roca.
Mi piaceva l'effetto che gli facevo.
Io sorrisi.
"Andiamo a prendere un gelato!"
Lo supplicai.
"Giulia lo sai che siamo a gennaio e si congela!"
Rispose lui frustrato.
"Ti prego!"
Dissi mostrando il labbro inferiore.
Lui si convinse e prendendomi per mano mi trascinò nel bar più vicino.
Ordinammo una maxi coppa di gelato.
"Come sta tuo fratello?"
Chiesi io riferendomi alla ragazza conosciuta in ospedale.
"Non mi ha voluto dire nulla... magari dovresti provare te... vieni da me adesso?"
Mi chiese speranzoso.
"Per quanto la proposta sia allettante devo tornare anche a casa per il primo dell'anno... Magari se l'offerta è ancora valida facciamo domani?"
Dissi io tristemente.
Lui annuì e dopo aver finito il gelato, che era squisito, tornammo a casa mia.

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VERT
RomansAndreas è un ragazzo difficile, cupo e soprattutto pieno di preoccupazioni e di dolore. In questo momento ha un solo obbiettivo: vendetta. Non vuole avere distrazioni, non vuole altri problemi e soprattutto non vuole legarsi ad altre persone. Riusci...