11.
Andreas pov.
Non avevo praticamente chiuso occhio, sia perché avevo dormito molto la sera prima, sia perché pensavo al fatto di aver raccontato tutto a Pasticcino.
Perché lo avevo fatto?
Ero forse impazzito?
La sua vicinanza e la sua dolcezza mi avevano convinto a parlare con lei.
Non lo sapeva nessuno, solo Lucas sapeva tutto quanto.
Per due ore buone pensai di averlo raccontato solo in sogno, ma poi raggiunsi la conclusione di averle detto tutto.
Me ne feci una ragione e sperai non mi avrebbe fatto troppe domande.
Alle 7:10 suonò la sveglia ed essendo io dal lato giusto, la spensi.
Pasticcino dormiva beatamente, era bellissima.
Non sembrava aver sentito minimamente la sveglia.
Allora la chiamai per un paio di volte.
Ma continuava a lamentarsi e a rimanere comunque nel letto.
In quei due giorni che avevo dormito con lei avevo potuto capire che era una dormigliona con la d maiuscola.
Provai a richiamarla ma niente.
Allora incominciai a farle il solletico.
Lei reagì immediatamente, iniziò a dimenarsi e dopo pochi secondi si svegliò definitivamente.
"Okay! Okay! Ho afferrato il concetto! Sono sveglia!"
Disse a bassa voce continuando a ridere.
Aveva la voce più sexy che io avessi mai sentito.
La guardai.
Lei mi guardò.
Era come se non ci fosse più niente intorno quando la guardavo.
"Giulia sei sveglia, forza! Aspetta... Perché ti sei chiusa a chiave in stanza? Anzi non lo voglio sapere, adesso sbrigati che devi andare a scuola."
Urlò la madre fuori dalla stanza.
Lei sbuffò frustrata e mi coprii con le coperte.
"Zitto e non fare rumore!"
Mi sussurrò.
Io le feci l'occhiolino.
Lei alzando gli occhi al cielo si avvicinò alla porta.
"Mamma scusa! Ci ho preso l'abitudine quando non c'eravate e Luca era dalla Laura.
Volevo dirti una cosa...
Oggi non c'è nulla a scuola. Non mi sento per niente bene e non manco da tantissimo. Ti porto a casa sempre voti altissimi... ehh"
Supplicò Pasticcino sua madre, lasciandole sottintendere che non volete andare a scuola quel giorno.
Lei aspettò un po' a rispondere.
Sorrisi perché sapevo che l'aveva convinta.
Cavolo io le avrei detto subito di sì.
"Eh va bene ma solo perché oggi tuo fratello parte, così lo puoi salutare per bene."
Rispose la madre.
"Grazie mamma! Sei fantastica!"
Urlò Pasticcino contenta.
Sua mamma uscii di casa poco dopo, il padre era uscito ancora prima, avevo sentito la porta chiudersi ancora prima che Giulia si svegliasse.
"Ohh!! Andreas! Ciao... non pensavo di trovarti qui... cosa hai fatto al labbro?"
Disse Luca entrando in stanza, a metà tra lo stupito e l'incazzato.
Non sapevo cosa dire.
"Ehm... ciao Luca...ecco..."
Disse Pasticcino che era appena rientrata in stanza.
Per fortuna era arrivata altrimenti sarei rimasto lì imbambolato a non dire nulla.
Anche Giulia era in imbarazzo e in difficoltà.
"Tranquilla se è il tuo ragazzo va bene. Bastava dirmelo e dovresti dirlo anche alla mamma prima di invitarlo qui a dormire..."
Disse lui comunque con un tono un po' infastidito e accusatorio.
"No! Aspetta cosa hai pensato! Non stiamo mica insieme! Oddio è vero può sembrare... ma no! Lui ieri si è fatto male correndo ed era nei paraggi allora l'ho medicato e siccome era qui si è poi addormentato..."
Urlò lei velocissimamente.
La ringraziai mentalmente per non avergli detto di essere stato picchiato.
"Ehm... okay tranquilla Giulia non ti devi imbarazzare... adesso devo andare... vengo alle 11 e 30 così possiamo passare del tempo insieme prima che io debba partire... ehm ciao Andreas ci vediamo..."
Rispose lui, dandole un bacio sulla testa e guardandomi molto male.
Uscì dalla stanza senza aspettare risposta e dopo pochi secondi si sentì il rumore della porta di casa che si chiudeva.
"Beh adesso che tua mamma ti ha lasciata non andare a scuola, pensi di rimanere tutta la mattina in piedi nella stessa posizione, rossa in faccia?"
Chiesi io cercando di sdrammatizzare.
Anche perché erano cinque minuti buoni che stava lì a fissare la porta di camera sua.
Lei ci pensò su per un po' e si riprese dal suo stato di trans.
"Hai ragione, piuttosto tu come ti senti?"
Mi chiese lei avvicinandosi al letto.
"Beh a parte alcuni calci e pugni che mi ha tirato sta notte tutto bene."
Dissi io scherzando.
Inizialmente si allarmò alla mia affermazione ma quando vide un sorriso involontario comparirmi sul volto mi lanciò il primo pupazzo che trovò lì vicino.
"Sei un deficiente..."
Disse mentre mi alzava la maglietta e mi controllava le ferite.
Fece una faccia molto strana da decifrare.
Ero conciato abbastanza male.
"Okay il labbro sta migliorando ma sull'addome si intravedono già dei grossi lividi."
Disse guardandomi preoccupata.
Volevo baciarla di nuovo, strapparle i vestiti e...
"Dai adesso vieni giù che preparo la colazione."
Disse lei sorridendo interrompendo i miei pensieri.
Ho già detto che era bellissima.
Io provai ad alzarmi dal letto, mi faceva male tutto, ma cercai di non farlo troppo vedere.
Purtroppo però Pasticcino se ne accorse e infatti si avvicinò a me e avvolse il mio braccio sulle sue spalle.
Era ancora più preoccupata di prima e sembrava confusa e arrabbiata.
"Se non vuoi rispondere non rispondermi... ma perché non sei andato o non mi hai chiesto di chiamare la polizia?"
Chiese lei ingenuamente è molto cordialmente.
Apprezzavo la poca invadenza e mi piaceva anche molto la sua preoccupazione nei miei confronti.
Poco persone si preoccupavano veramente di me.
Veramente poche persone.
Abbassai la testa, non riuscivo a guardarla negli occhi.
"Non avrebbe comunque senso... da quel poco che sono riuscito a scoprire si tratta di una cosa abbastanza grossa, molte volte sono state denunciate queste persone ma mai state arrestate... quindi non vedo perché con me dovrebbe funzionare."
Cercai di spiegarmi il più chiaramente possibile.
Lei non obbiettò.
"È ancora valida la tua proposta di andare a fare colazione?"
Chiesi alzando la testa e guardandola.
"Certo! Fatti aiutare però!"
Mi disse lei sorridendomi.
Io feci come mi aveva detto e mi appoggiai quasi del tutto a lei.
Scendemmo piano piano le scale e andammo in cucina.
Prese dei biscotti del pane e della marmellata, mise due piatti e iniziammo a mangiare.
Parlammo del più e del meno.
Quella ragazza aveva il poter di farmi perdere la cognizione del tempo.
Due ore erano volate, ormai erano le 10, quando iniziò a sparecchiare e ci mettemmo sul divano a vedere un po' di TV.
Era molto lontana da me, solo i nostri piedi si toccavano.
Questa cosa mi dava incredibilmente fastidio.
Dovevo fare qualcosa.
"Mi fa malissimo qui!"
Dissi io.
Lei si girò di scatto per guardarmi preoccupata.
"Forza fammi vedere."
Disse lei avvicinandosi a me.
Io ero seduto a destra lei a sinistra.
Per farmi visitare meglio, stesi le gambe lungo il lato sinistro del divano.
Lei per comodità non curante di quello che stava facendo si mise sulle mie cosce.
Allora la girai di schiena e me la appoggiai in modo da poterla abbracciare.
Lei non fece alcuna resistenza, anzi si accoccolò ancora di più a me.
Vidi un sorriso comparirle sul volto.Continuavo a girare canale, perché in TV non c'era nulla di interessante.
Giulia si era ormai addormentata da una decina di minuti, e io ero rimasto tutto quel tempo a guardarla.
Aveva il volto rilassato ed era ancora più stupenda.
Mandai un messaggio veloce a Lucas.
Cercai di spostarmi il più delicatamente possibile e per fortuna riuscii a non svegliarla.
Dissi a Lucas di non suonare alla casa che gli avevo indicato e di farmi uno squillo quando sarebbe arrivato.
Lui fece come gli avevo detto e andai (molto lentamente) ad aprirgli la porta.
"Ehi Andreas! Che cavolo ci fai qui? Che cazzo hai fatto...."
Gli tappai la bocca e gli dissi che gli avrei spiegato tutto una volta in macchina.
Gli dissi di andare su per le scale verso la seconda porta a destra e di prendere le mie cose che erano sulla sedia vicino al letto.
Lui non fece domande e si incamminò, ma quando vide sul divano Pasticcino si girò di colpo e mi fece l'occhiolino.
Io alzai gli occhi al cielo e lo aspettai impaziente.
Erano le 11:15 e da lì a poco sarebbe arrivato il fratello di Pasticcino e siccome sarebbe partito non volevo essere troppo di intralcio.
Prese le mie cose, uscimmo di casa e chiusi la porta molto cautamente.
E da lì iniziò il mio interrogatorio.

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VERT
RomansAndreas è un ragazzo difficile, cupo e soprattutto pieno di preoccupazioni e di dolore. In questo momento ha un solo obbiettivo: vendetta. Non vuole avere distrazioni, non vuole altri problemi e soprattutto non vuole legarsi ad altre persone. Riusci...