"Ritorno a casa"

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Iris arriva finalmente a casa sua,dove viene accolta dalla signora Margot Campbell,sua zia; a cui Iris è particolarmente affezionata: si è sempre presa cura di lei,sin dall'infanzia,inoltre quando i suoi genitori sono morti le ha dato la possibilità di abitare da lei.
La signora Margot è una donna molto carina,sia nell'aspetto fisico che nei modi,ha sempre considerato Iris come una figlia e dopo aver perso il fratello,sente di doverla proteggere ancora di più.
Iris abbraccia la zia,sistema le sue cose e poi spupazza il suo amato gattone,Leo.
"Come stai,Iris? Non ci sentiamo molto."
Iris spiega che ha molto da studiare da quando si è iscritta ai nuovi corsi,inoltre sta spesso con i suoi amici.
"Bene,sono felice che tu ti diverta! E il ragazzo? Quello ce l'hai?"
Questa domanda ha sempre lasciato Iris spiazzata,non la sopporta: dopo aver avuto una cotta lunga tre anni per un ragazzo che non la considerava ed un fidanzato completamente fuori di testa ; vuole stare solo un po' in pace.
"Ehm,no zia."
"Sicura,sicura? E fra questa nuova compagnia di amici non ce n'è uno carino?"
Le zie sono sempre così. Comunque: Malcom è carino sì,ma non le interesserebbe mai ; Mathias è dolcissimo e tenero,ma non è il suo tipo ; George è un bel ragazzo,ma è piuttosto bassino e Chester...Nha,preferisce i ragazzi solari.
Iris stringe a sè Leo e gli da un bacio.
"È lui il mio unico vero amore."
La signora Margot sorride e dopo una lunga conversazione sulla vita di Iris all'Accademia,le prepara uno dei suoi soliti pranzi con i fiocchi.
"Wow! Hai preparato tutti i miei piatti preferiti!"
"Tutto per la mia bambina."
Iris abbraccia di nuovo la zia: ora si rende conto che se lei c'è,non sarà mai sola.

George detesta tornare a casa: quel palazzo enorme,quella piscina,tutto quello sfarzo. Si sente solo.
Molti lo invidiano,gli danno dell'ingrato supponendo che voglia ancora di più,ma no,anzi ; lui desidera solo le cose più comuni,come dei vestiti un po' più "casual",la possibilità di uscire quando vuole e soprattutto una famiglia.
Da quando le sue sorelle Anaïs ed Alyssa si sono sposate ed hanno messo su famiglia,George si sente ancora più solo: i suoi genitori sono sempre assenti,a malapena hanno il tempo di chiedergli come sta che tornano subito a pensare ai loro affari. Che tristezza.
George entra in casa e viene accolto subito dal suo maggiordomo ed amico Winston e dalle altre tre cameriere ; Betty,Lotty e Dotty: sono loro la sua vera famiglia.
"Come sta il nostro ometto?"
"Raccontaci tutto!"
Proprio mentre George stava per parlare,subentrano i suoi genitori.
"Non abbiamo tempo per questo: cambiati immediatamente,abbiamo il colloquio con la tua nuova insegnante di pianoforte."
George sospira chiedendo di poter rimanere a casa per la stanchezza ed a questo punto interviene Winston.
"Signori Adams,non voglio entrare nelle vostre questioni personali,ma il signorino George è molto stanco,studia tanto sia a scuola che al conservatorio ed è tornato qui per riposarsi un pochino,non potete concedergl..."
"Nessuna concessione. Vai di sopra a vestirti e voi tornate a pulire il salotto,è pieno di polvere."
George va in camera sua contro voglia e si mette l'elegante completo che gli hanno regalato i suoi genitori: sembra un pinguino ; poi torna al piano di sotto,dove Betty,Lotty e Dotty lo abbracciano e Winston gli da una pacca sulla spalla.
"Coraggio,figliolo."
George accenna un sorriso e poi segue i genitori ; quanto è vero che i soldi non fanno la felicità.

Emilijia arriva a casa,va in camera sua e si rende conto di quanto sia diversa dall'ultima volta che è stata qui: Elliot l'ha davvero ristrutturata.
"Ho cambiato un po' la nostra stanza,ora che sei all'Accademia in pratica è solo mia."
"Tranquillo,è bella anche così."
Elliot ed Emilijia iniziano a parlare del più e del meno,finchè lui non le chiede dell'Accademia.
"Conosco tutti i tuoi amici: Malcom,Skyler,Alene,George,Frida,Mei Lin,Mathias,Avril ed Iris. Sono simpatici,a volte mi scrivono. Iris è la mia preferita!"
Emilijia sorride.
"Sì,Iris è una forza. Ma dove vuoi arrivare?"
Elliot prende in mano il suo telefono e va sul profilo Instagram di Emilijia.
"Conosco tutti,tranne questo ragazzo,chi è? Lo vedo sempre nelle tue foto."
Emilijia osserva la foto e nota che il ragazzo che Elliot sta indicando è Chester.
"È un mio amico,perchè?"
"Solo un amico...?"
Emilijia fa un'espressione perplessa e capisce che qualcuno deve avergli detto qualcosa.
"Su,dimmi,quale delle mie amiche ti ha detto di me e Chester?"
"Frida."
Emilijia fa un'espressione fra il divertito ed il rassegnato.
"Quindi è il tuo fidanzato?"
"No,Elliot,è solo un amico. Ma perchè ti importa così tanto?"
Elliot abbassa lo sguardo.
"Lo sai il perchè."
Emilijia tace e si volta verso la finestra: era quasi riuscita a dimenticarsi di quell'episodio,ma ora le sta tornando in mente,perchè non esce fuori dalla sua testa? È per colpa di esso che non ha più fiducia in nessuno.
"So che non sembra,però mi preoccupo per te,sei pur sempre mia sorella."
"Non devi preoccuparti,sto bene. I miei amici mi vogliono bene e sto imparando a fidarmi di nuovo delle persone. Il passato è passato. E poi...Chester non è come Darren,no."
"Lui ti piace?"
Emilijia sospira: ancora non sa rispondere a questa domanda.
"Devo ancora conoscerlo bene,però è una bella persona,nonostante l'apparenza."
Elliot sta per dire qualcosa,ma ad un tratto la porta si apre: sono mamma e papà.
Emilijia li saluta e parla un po' con loro: ha un buon rapporto con la sua famiglia in generale,nonostante lei sia apparentemente una persona chiusa,con loro si apre completamente.
"Quindi va tutto bene? Amici,scuola,compiti...?"
"Sì,papà,va tutto molto bene."
Il papà sorride ed intanto la mamma tira fuori una buonissima torta dal forno.
"Grazie mamma,è la mia preferita!"
"Lo so,e questa è per farmi perdonare."
"Perdonare? Per cosa?"
La mamma spiega che ha un colloquio di lavoro e che tornerà stasera tardi.
"Non preoccuparti,ci sono sempre papà ed Elliot."
La mamma sorride,saluta tutti e va via ; intanto Emilijia torna in camera sua a giocare ai videogame con il fratello: le mancava giocare con qualcuno.

I genitori di Chester lo aspettano impazienti davanti casa,non vedono l'ora di rivederlo.
La signora Philips è visibilmente agitata ed il signor Philips la stringe a se.
"Cosa c'è,Natalie?"
La signora Philips sospira.
"Sono così preoccupata per Chester,Alex. E se si fosse trovato male all'Accademia? Mi sentirei in colpa,è stata mia l'idea di fargli cambiare aria. Lui è così fragile e poi,bhe,sai cosa intendo..."
Il signor Philips si volta verso la moglie e la guarda negli occhi.
"Il nostro Chez è forte,il mio istinto mi dice che sta benissimo ; e se così non fosse,non è di certo colpa tua."
La signora Philips sospira e ad un tratto vede il taxi arrivare: Chester esce fuori dalla macchina e lei corre ad abbracciarlo.
"Tesoro,mi sei mancato tanto. Come stai?"
"Ciao,mamma. Sto bene,grazie."
La mamma sorride,ma continua ad osservare il figlio cercando di capire se stia mentendo o meno dicendo che sta bene: Chester è tutta la sua vita e non riuscirebbe a sopportare di vedere il figlio star male.
"Ah,tesoro. Sakura mi ha detto di dirti che fra pochi mesi tornerà a Woodstock per prendere le sue cose prima di trasferirsi definitivamente a Tokyo; quindi ne approfitterà per venire qui a Manhattan per salutarti."
Sakura è la cugina di Chester,ma che lui considera come una sorella in quanto è l'unica che gli è sempre stata vicino,nonostante tutto.
"Va bene,grazie mamma,le scriverò."
Chester va nella sua camera,sistema le sue cose e poi si mette davanti al suo computer con l'intento di mandare un'e-mail alla cugina; ma ad un tratto apre una vecchia cartella con all'interno alcuni suoi pensieri.
Che tristezza rileggere tutte quelle cose risalenti ad un tempo in cui i suoi pensieri così contrastanti l'uno dall'altro non avevano ancora una spiegazione logica.
"Oggi sono felice..."  e poi la sera stessa "Voglio solo morire...".
Adesso sta bene,sta davvero bene ed il suo umore è stabile ultimamente.
Improvvisamente qualcuno bussa alla porta: è sempre sua madre.
"Amore,ti ho portato qualcosa da mangiare."
"Grazie,mamma."
"Hai preso le pillole?"
"Sì."
La mamma sorride,si avvicina a lui e gli da un bacio.
"Ora vado,io e papà dobbiamo tornare a lavoro. Chiamaci se hai bisogno di aiuto."
Chester accenna un sorriso,saluta la madre e si gira di nuovo verso il computer: osserva per un attimo lo schermo e poi chiude la cartella,non vuole più rileggere quelle cose,ora è tutto okay.

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