"Ragionare"

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Mei Lin ha deciso di rimanere all'Accademia per il weekend,o meglio,Christian lo ha deciso per lei.
"Non mi consideri praticamente più,hai un altro,vero? Chi è? Philips, vero? Quel tipo già mi faceva pena,ma ora ancora di più."
"Scherzi?! Non ho nessun altro! Con Chester a mala pena ci parliamo più e poi scusa..."
Uno schiaffo. L'ennesimo di una lunga serie che dura ormai da un anno.
Mei Lin reagisce in silenzio,come al solito,ma al contrario delle altre volte,nella sua mente iniziano a vagare pensieri vari e non il solito e sottomesso oblio . Come starebbe senza di lui? La sua è solo una dipendenza dovuta alla paura di rimanere sola oppure lo ama davvero? È veramente contenta di ritrovarsi quei lividi in ogni parte del corpo? Le piace essere sfruttata in quel modo? No,tutto ciò deve finire. Il problema è il come. Se ora gli dicesse che ha intenzione di farla finita probabilmente lui la ucciderebbe. Ha bisogno di tempo per pensare.
Frida e George sono entrambi in conservatorio,più stressati che mai a causa dell'esame imminente.
I genitori di entrambi rimangono in aula per assistere alla preparazione dei propri figli ed assicurarsi che sia tutto perfetto.
"Frida si è esercitata tanto,ha studiato giorno e notte! Siamo veramente orgogliosi,speriamo solo che non fallisca all'ultimo."
"George non si è distratto nemmeno per un secondo e siamo sicuri che non fallirà,dopotutto ha avuto tutto l'incoraggiamento da parte nostra."
Nonostante la musica,George sente quest'ultima affermazione della madre ed alza gli occhi al cielo: l'unico incoraggiamento che ha avuto nella sua vita è quello di Wintson e di Betty,Lotty e Dotty.
Frida continua a suonare il suo violoncello,ma in maniera estremamente pesante: la sua mano destra sembrano riuscire a maneggiare l'arco appena,mentre quella sinistra fa fatica a reggere lo strumento ; George se ne accorge e si avvicina.
"Frida,tutto bene?"
Frida annuisce mantenendo lo sguardo fisso nel vuoto.
"Adams! Concentrati!"
George continua a suonare,pur tenendo d'occhio l'amica.
Appena finita l'esercitazione,i ragazzi si alzano dalle loro postazioni e posano gli strumenti.
Frida si solleva lentamente e si avvia verso l'uscita con passo pesante,ad un tratto le sue gambe smettono di sostenerla e la ragazza cade a terra priva di sensi.
George corre da lei e la aiuta a risollevarsi.
"Frida! Frida,stai bene?!"
La ragazza riapre gli occhi pian piano e si siede per terra.
"Sì,sì ci sono,scusatemi."
Alcuni dei ragazzi le offrono dei creackers e dell'acqua,mentre ne' i genitori di Frida ne' quelli di George si sono accorti dell'accaduto,finchè non notano la ragazza seduta sul pavimento.
"Frida! Alzati da terra! E raccogli quel violoncello,hai idea di quanto lo abbiamo pagato?!"
George interviene cercando di trattenere tutta la rabbia che prova in quel momento.
"È troppo stanca,non ha più retto la pressione ed è svenuta,deve riposare."
"Sciocchezze,sta benissimo,inoltre adesso ha il corso di danza e non può mancare,su,alzati!"
"Se stesse davvero bene si reggerebbe in piedi,signori Hernandez."
"George! Cos'è questo tono?! Di certo siamo stati noi ad educarti così,vedi di ridimensionarti,signorino."
Lui vorrebbe rispondere ulteriormente,ma evita per non causare altri drammi ; aiuta Frida ad alzarsi e la porta fuori a prendere una boccata d'aria.
"Stai meglio?"
"Sì,più o meno."
George sospira e poi inizia a sfogarsi: ha raggiunto il limite massimo della sopportazione.
"Ma tu non sei stufa di tutto questo? Di fare tutti questi sacrifici per cose che non vuoi nemmeno tu? E non dire  che a te piace questo stile di vita,sai che non è vero,lo vedo dai tuoi occhi."
"No,certo che non mi piace. Io ho sempre amato l'arte,la musica,lo studio e la danza,ma non avrei mai voluto vivere queste passioni in un modo così monastico e sciapo. Non credevo che avrei mai pronunciato questa frase: io non ce la faccio più,sono al limite."
"Dobbiamo fare qualcosa."
Frida alza le mani al cielo.
"E cosa?! Dimmi,George,cosa potremmo fare?"
"Ribellarci."
Lei sospira ed inizia a guardarsi attorno repentinamente.
"Come?"
George abbassa lo sguardo: a questo non può rispondere.

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