"Fiducia"

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La nuova settimana di scuola è appena iniziata e tutti i ragazzi si sono riuniti al bar per fare colazione insieme prima di iniziare la giornata.
Emilijia è l'ultima ad arrivare: non sembra stare meglio,anzi,non ha nemmeno preso qualcosa da mangiare.
"Devi mangiare qualcosina,anche solo una mela."
"Iris ha ragione,non ti reggi in piedi."
Lei continua a ribadire che sta bene e che non ha fame,allora gli altri decidono di non stuzzicarla troppo ed iniziano a parlare di tutt'altro.
Ognuno di loro racconta il proprio weekend,eccetto Emilijia,Malcom e Mathias ; che preferiscono non dire nulla a riguardo,ma Mei Lin cerca di spronarli a parlare.
"Dai su,parlate un po' anche voi! Il vostro fine settimana non può essere stato così terribile,o almeno,non quanto il mio. Il mio è stato letteralmente una merda."
I ragazzi la guardano preoccupati.
"Cosa è successo?"
"I miei genitori hanno organizzato un pranzo di famiglia ed hanno invitato tutti i nostri parenti,fra i quali i miei zii ed il loro bambino appena nato. E niente,mentre lo tenevo in braccio ha fatto la cacca e mi ha sporcato tutto il vestito. La cosa peggiore è che i miei anzichè aiutarmi ridevano a crepapelle e mi hanno anche fatto un video."
Mei Lin accende il telefono e fa partire un video a dir poco esilarante: lei completamente sporca intenta ad inveire in cinese,i parenti in sottofondo che ridono sguaiatamente ed il bimbo che dopo esser stato pulito e cambiato,si guarda attorno con espressione innocente.
I ragazzi scoppiano a ridere.
"MA COSA RIDETE! È STATO ATROCE!"
"Invece è stato spettacolare!"
Emilijia fa fatica a parlare a causa delle risate.
"Questo sì che è proprio un video di merda."
I ragazzi continuano a ridere,ma ad un tratto piomba il silenzio,mentre Emilijia ha ancora il sorriso stampato in faccia.
"Cosa c'è,ragazzi?"
Gli altri si scambiano delle occhiate con l'intento di cercare una scusa adatta,ma prima che potessero farlo,Emilijia si volta e vede Chester mano per la mano con Beth,"la bambola di plastica",alla quale lui stampa un bacio sulle labbra prima di andarsene.
Emilijia sente il suo cuore rompersi in mille pezzi,lo stomaco contorcersi per il disgusto e gli occhi bruciare come non hanno mai fatto prima.
"Emilijia,aspett..."
I ragazzi non fanno nemmeno in tempo ad afferrarla che lei schizza fuori dal bar il più velocemente possibile.
Non vuole credere a ciò che a visto,non può essere,è sicuramente un sogno: è stato davvero così facile per lui liberarsi di lei? Perchè ha fatto quella scenata assurda se poi poco dopo ha trovato subito qualcuno con cui consolarsi? E soprattutto,perchè è stata così stupida a fidarsi quando aveva promesso di non farlo mai più? Va sempre a finire così.
Le lezioni oggi sono state più dure del solito,il che non ci voleva.
I ragazzi si radunano in camera di Skyler ed Alene per scaricare la tensione e com'era previsto,Emilijia non si presenta.
"Mi dispiace così tanto per lei. Va bene,ha sbagliato a non dirgli subito che non era convinta,ma c'era bisogno di andarsene con quella bambola gonfiabile?"
"Esatto,inoltre facendo così dimostra che a lui di Emilijia non fregava nulla,era una delle tante."
"Starà soffrendo come un cane."
Malcom alza gli occhi al cielo.
"Io lo avevo detto. Sapevo che di lui non ci si può fidare. Capisco che ci sia rimasto male,ma non ha nemmeno voluto sapere le motivazione del perchè Emilijia si è rifiutata di stare con lui."
"A proposito,quali sono questi motivi?"
"Nessuno lo sa."
In quel momento,con grande sorpresa di tutti,Emilijia entra in camera.
"Ciao,ragazzi."
Loro la salutano timidamente sentendosi anche un po' in colpa per non averle detto dell'incontro.
"Scusa,credevamo che volessi stare sola,non era per escluderti."
Emilijia abbassa lo sguardo.
"Bhe,effettivamente vorrei stare sola,ma mi sento in dovere di parlarvi di una cosa."
"Se ti vuoi sfogare contro quel mocio ambulante,fallo pure tranquilla! Non gli diremo nulla."
"No,lui non c'entra,o meglio,non molto."
I ragazzi si guardano fra loro confusi: come non riguarda Chester? Avevano dato per scontato che lei volesse sfogarsi riguardo la questione di stamattina.
"Ti ascoltiamo."
Lei sospira e si guarda attorno muovendo nervosamente le mani.
"Ovviamente vi sarete chiesti come mai ho rifiutato Chester. Penserete che io sia una stupida dato che adesso sto male perchè sta con un'altra. Vi avevo solo accennato che ho dei problemi riguardanti la fiducia ed ora credo che sia arrivato il momento di parlarne una volta per tutte."
I ragazzi si protendono verso di lei,che intanto inizia a raccontare la sua storia riprovando passo per passo,ogni sensazione che aveva percepito in quei momenti.
Emilijia ha sempre vissuto una vita tranquilla,ma non particolarmente serena a causa del fatto che non aveva amici.
Un giorno decise di andare ad una festa in discoteca per non passare l'ennesimo weekend da sola e lì conobbe un gruppo di sei ragazzi più grandi: due femmine e quattro maschi.
Quella sera si scambiarono i numeri e nei giorni successivi iniziarono ad uscire insieme.
Emilijia era felicissima,non credeva di aver mai provato una tale gioia: finalmente aveva degli amici.
Ormai erano un vero gruppo ed Emilijia sentiva finalmente di non essere sola.
Un giorno però,le cose si fecero leggermente ambigue: una delle ragazze inviò un messaggio ad Emilijia in cui la invitava ad un'uscita di gruppo quella sera stessa e le scrisse l'indirizzo del luogo dove sarebbe dovuto avvenire l'incontro: un viale isolato nella periferia di Woodstock.
Inizialmente lei rimase perplessa,ma non ci pensò troppo: dopotutto si fidava di loro.
Arrivata l'ora stabilita,Emilijia si recò in quel viale,dove i suoi amici la accolsero in una specie di scantinato che non usava più nessuno e che quindi loro avevano pensato di utilizzare come "luogo segreto" per i loro incontri.
Per Emilijia la serata trascorreva piacevolmente ed era resa ancora più bella da Darren,uno dei ragazzi del gruppo di cui lei si era leggermente invaghita,che la faceva divertire grazie alle sue battute ed alla sua spiccata ironia.
Pian piano Darren si avvicinava sempre di più a lei,finchè non la baciò: quello fu il suo primo bacio.
In un primo momento le sembrò tutto bellissimo ed iniziò a credere che la fortuna stesse finalmente girando dalla sua parte.
Ad un tratto notò che gli altri maschi del gruppo sbuffavano e lanciavano continuamente occhiatacce a Darren e quest'ultimo le spiegò che lei piaceva anche a loro.
In quel momento si era sentita ancora più felice ed onorata: non credeva che sarebbe mai piaciuta a qualcuno,mentre in quel momento era desiderata da ben quattro ragazzi.
Lei e Darren continuavano a scambiarsi baci,finchè lui disse una strana parola rivolta agli altri,una specie di frase in codice ed in quel momento se ne andarono tutti.
Emilijia gli chiese cosa significasse quella parola,ma lui non rispose e continuò a baciarla.
Ad un tratto Darren iniziò ad essere più spinto nei modi,fino al punto da farla cadere per terra e mettersi sopra di lei.
La frase "lasciami fare" fu il campanello di allarme: Darren non aveva buone intenzioni.
Emilijia cercò di rimanere calma e di spiegargli che non si sentiva ancora pronta per quel tipo di cose,ma lui la ignorò e tentò di strapparle i vestiti di dosso.
A quel punto lei iniziò ad urlare e ad implorare aiuto,ma apparentemente,nessuno la sentì.
Emilijia credeva di essere spacciata; in quel momento sarebbe solo voluta sparire: preferiva morire piuttosto che subire una cosa del genere,ma sapeva di non avere via di scampo.
Improvvisamente,in quello scantinato entrò una ragazza sconosciuta che in meno di un secondo,grazie ad alcune mosse di arti marziali,la liberò.
Una volta uscita dallo scantinato accompagnata da quella misteriosa eroina,Emilijia notò che il resto del gruppo giaceva a terra inerme: avevano cercato di impedire alla ragazza che l'aveva salvata di entrare,allora lei li aveva affrontati ("senza fargli troppo male", a suo dire).
La ragazza misteriosa la accompagnò a casa in macchina e cercò di tranquillizzarla durante tutto il tragitto,ma senza ottenere risultati.
Emilijia era distrutta,incredula,angosciata e soprattutto confusa: perchè lo aveva fatto? E perchè gli altri non glielo hanno impedito?
L'unica sua consolazione,era il fatto che Darren non fosse riuscito a pieno nel suo intento: per fortuna la sua eroina è arrivata poco prima del disastro.
Passò la notte a piangere e a bloccare ogni contatto con quel gruppo di ragazzi,che per fortuna,non rivide più.
Emilijia non fece parola a nessuno di questo avvenimento,finchè non decise di raccontare tutto al fratello e mesi dopo,anche ai suoi genitori ; che cercarono gli aguzzini dappertutto,finchè non vennerro a scoprire che erano stati arrestati in una città lì vicina a causa di uno strano gioco inventato da loro chiamato "play", che consisteva nell'acquistare la fiducia di giovani ragazze per poi approfittare di loro a turno.
Da allora Emilijia ebbe un periodo terribile: non voleva più uscire di casa,si rifiutava di andare a scuola e di parlare.
A quel punto,i genitori presero la scelta di farle frequentare l'Accademia,in quanto grazie ad essa avrebbe avuto la possibilità di studiare stando lontana da quel luogo che ormai la rimandava solo a terribili ricordi.
Da allora,Emilijia non ha più avuto fiducia in nessuno e quando aveva finalmente trovato una persona disposta a starle accanto,ha deciso di allontanarsi,poichè ha pensato che non meritasse di stare con qualcuno che non gli avrebbe mai dato completa fiducia.
"Quella persona era Chester."
Emilijia annuisce e si asciuga le lacrime: raccontare quella terribile esperienza è stato come tornare per un attimo nel passato.
Il resto del gruppo è a dir poco basito,infatti nessuno di loro si aspettava che avesse vissuto una tale atrocità.
"Io non so cosa dire,davvero."
"Nemmeno io. Dire "mi dispiace" sarebbe un insulto."
Emilijia alza finalmente lo sguardo mostrando il viso affranto e completamente sporco di trucco.
"State tranquilli,non dovete dire nulla."
Dopo qualche attimo di silenzio,i ragazzi decidono di fare qualche domanda sulla vicenda,ma senza toccare la parte emotiva.
"Quei mostri sono ancora in carcere?"
Emilijia annuisce.
"Sì,ci rimarrano per un bel po',almeno una quindicina d'anni."
"E menomale!"
"Mi sembra anche poco."
Emilijia si alza in piedi e si avvicina alla finestra per guardare fuori: almeno in questo modo non pensa a nulla,se non al paesaggio.
"E chi era la ragazza che ti ha salvata?"
"Non lo so,non l'ho mai saputo. Ero così scossa che non l'ho nemmeno ringraziata."
"Non sai il suo nome?"
"Me lo aveva detto,ma non me lo ricordo."
"Ti ricordi com'era fatta?"
Emilijia ci pensa un attimo: i suoi ricordi sono troppo confusi.
"Ricordo per certo che aveva dei tatuaggi sul braccio: dei caratteri cinesi o giapponesi di cui non so il significato. Il suo viso invece non me lo ricordo bene,credo che avesse dei lineamenti orientali."
"E tu non l'hai mai cercata?"
"Come ho già detto,l'unica cosa che ricordo nitidamente di lei,è il fatto che avesse un tatuaggio,non credo che si possa trovare una persona basandosi solo su questo. Comunque sia,le sarò sempre grata."
I ragazzi esauriscono le domande,si alzano in piedi ed abbracciano Emilijia senza dire nulla: oggi si è già parlato troppo.




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