"Verità"

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"Emilijia,il pranzo è pronto!"
"Arrivo,nonna."
Emilijia si alza dallo scoglio su cui era seduta con i jeans leggermente bagnati ed i granelli di sabbia incastrati nel maglione e corre in casa.
"Oh,guardati! Sporca come una bambina! Ma che hai fatto per tutte queste ore?"
"Nulla,stavo solo guardando il mare."
La nonna fa un sospiro ed un'espressione maliziosa.
"Cosa c'è?"
"E a cosa stavi pensando?"
Emilijia si irrigidisce e cerca di non incrociare il suo sguardo.
"A nessuno."
La nonna ridacchia.
"Ti ho chiesto a cosa,non a chi."
Emilijia diventa paonazza e continua ad apparecchiare la tavola cercando di ignorarla.
"Non abbiamo ancora ben chiarito il motivo per cui sei qui,nipotina."
"Te l'ho detto,ho avuto un esaurimento nervoso ed ho bisogno di stare tranquilla."
"Sì,ma perchè lo hai avuto?"
Emilijia non dice nulla,ma sa di non poter stare in silenzio per sempre.
"Per tante cose,nonna."
La nonna la abbraccia e la fa sedere a tavola.
"Ne parliamo dopo che hai finito di mangiare questo bel piatto di lasagna. Sei sciupata!"
Emilijia sorride ed inizia a mangiare: finalmente si sente a suo agio.

Chester guarda la signora Walker con gli occhi sgranati.
"Mi stava cercando?"
La signora Walker annuisce.
"Sì,Chester. Vorrei parlarti."
"Mi dica."
Lei sospira.
"Ho bisogno di sapere che cosa è successo fra te ed Emilijia. Non mi sembri un cattivo ragazzo e mi piacerebbe sentire anche una tua versione,anche perchè di altre non ne abbiamo."
"In che senso? Emilijia non vi ha detto nulla?"
"No. Sappiamo solo dell'incidente di Malcom e successivamente Elliot ci ha rivelato che voi due vi frequentavate ; quindi mio marito ha collegato le due cose arrivando alla conclusione che tu fossi la causa di tutti i turbamenti di Emilijia. Ma io ho ascoltato ciò che hai detto quando sei venuto a casa nostra e mi sei sembrato sincero,inoltre si vede che in un modo o nell'altro tu tieni molto a lei,quindi vorrei ascoltarti."
Chester inizialmente non dice nulla,ma pian piano inizia a raccontare della loro storia: dal momento in cui si sono visti la prima volta,fino all'ultimo attimo passato insieme.
La mamma di Emilijia lo ascolta apparentemente impassibile,ma con gli occhi che dicono più di mille parole,mentre la voce di Chester inizia ad essere sempre più flebile.
"...Avrò fatto cazzate,sarò stato cattivo,dopotutto sono...Un mostro. Ma sono una persona sincera,molto sincera. E se le dico che ciò che provo per Emilijia è immenso,allora la prego di credermi. Quel giorno sono venuto a casa vostra per chiedere dove fosse con l'intento di raggiungerla. Non mi interessa quanto sia lontana,io farei di tutto. Emilijia è stata l'unica persona capace di farmi stare a posto con me stesso e di conseguenza anche con gli altri."
Gli occhi di Chester sono lucidi,anche se tenta di nasconderli sotto i capelli ; mentre la signora Walker prima lo guarda compassionevole.
Lei sospira e sa che forse si pentirà di ciò che sta per dire,ma ha visto in Chester del buono e secondo lei merita una chance.
"Emilijia è da sua nonna,a Cannon Beach,in Oregon."
Chester sgrana gli occhi.
"In Oregon? È praticamente dall'altra parte degli Stati Uniti!"
La mamma di Emilijia annuisce.
"So che è troppo per te,infatti..."
"Non lo è,nulla è troppo per me."
Lei sospira.
"Da quando Emilijia è andata via la nostra famiglia si è sfasciata: io e mio marito abbiamo difficoltà con il lavoro ed Elliot si sente solo. Se lei tornasse sarebbe una cosa buona per tutti."
"La farò tornare io."
La signora Walker fa un'espressione perplessa.
"Sono circa 6 ore di volo da qui e se non erro tu sei minorenne,come pensi di arrivarci?"
Chester si guarda un attimo attorno e sospira.
"Ci arriverò,costi quel che costi."

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