Concluse le vacanze primaverili,i ragazzi tornano tutti all'Accademia: prima dell'inzio delle lezioni,hanno ancora un paio di giorni di libertà,ma durante i quali devono rimanere per forza a scuola.
Mancano appena due mesi alla conclusione del percorso scolastico e lo si può intuire dal clima libertino e sereno che si percepisce: sono tutti più tranquilli e persino i professori appaiono vogliosi d'estate e relax.
Alene si rilassa nella hall leggendo un libro e bevendo un thè e godendosi la pace assoluta: finalmente si sente davvero felice,da quando ha avuto il coraggio di dire ciò che pensava il nodo alla gola che percepiva perennemente è ormai svanito. Eppure non credeva che sarebbe stato così semplice scioglierlo,in fondo bastava solo un po' di audacia.
Improvvisamente,qualcuno la sorprende da dietro la poltrona interrompendo la sua quiete assoluta.
"Ehi,ti disturbo?"
Alene si volta e si ritrova davanti l'ultima persona che avrebbe voluto vedere: Xavier.
"Ciao,cosa vuoi?"
Xavier si siede sul divano accanto a lei con le mani intrecciate ed il solito sorrisetto beffardo.
"Volevo solo dirti che sei stata una grande ad affrontare Megan e gli altri,non credevo fossi così tosta."
Alene alza gli occhi al cielo.
"Sì,lo hai già detto."
"Ci tenevo a ridirtelo. Comunque,esci con me un giorno?"
Lei rimane paralizzata per un attimo: deve ancora realizzare la cosa.
Fino a qualche mese fa avrebbe detto di sì senza alcuna esitazione,ma ora la reazione che le viene più spontanea è quella di mettersi a ridere.
"Vorresti uscire con me?"
"Dai,su,non fare la preziosa,tanto so che lo vuoi."
Alene chiude il libro e lo guarda finalmente negli occhi.
"Mi hai umiliata per anni,hai portato mio fratello sulla via della perdizione,anche se per fortuna ora si è reso conto di quanto tu sia degradante,meglio tardi che mai ; hai sempre collaborato con il tuo branco per farmi stupidi scherzi e le poche volte in cui ci siamo parlati non hai perso l'occasione di mortificarmi. Ora solo perchè ho dimostrato di non essere la bambinetta debole e cicciottella che credevi io fossi,vorresti uscire con me?"
Xavier ha lo sguardo fisso sul pavimento,ma mantiene sempre quell'insopportabile ghigno sul volto.
"Bhe,sì."
Alene scoppia a ridere,si alza dalla poltrona e fa per uscire dalla hall.
"Mi dispiace caro,ho una dignità da mantenere. Adieu."
Xavier rimane sulla poltrona perplesso.
"Ma quindi è un sì o un no?"
Alene lo ignora e continua per la sua strada: ora si sente davvero realizzata.
Avril approfitta degli ultimi momenti di libertà per finire decorare gli ultimi muri della scuola rimasti ancora spogli e per aggevolare il lavoro,ha chiesto al resto del gruppo di farle compagnia.
Grazie a lei ogni muro della scuola è dipinto con colori e disegni stupendi: la sua creatività è inarrestabile.
Ogni pennellata,ogni tratto,ogni spruzzata di colore per lei rappresenta una soddisfazione personale,ed anche se nella sua vita non ha mai ricevuto gli incoraggiamenti necessari da parte di chi avrebbe dovuto dargliene di più,si sente appagata: ha finalmente qualcuno che ricompensa le sue fatiche.
"Sei bravissima."
"Stai facendo un ottimo lavoro!"
"Fai quasi sembrare la scuola un luogo bello."
Ad un tratto,quella serenità viene interrotta da una voce preoccupata.
"Avril."
La ragazza si volta di scatto.
"Oh,ciao,zia. Tutto bene?"
La preside si avvicina a lei con un'espressione più seria del solito.
"Ascolta,ti anticipo che è una situazione tanto difficile quanto imbarazzante anche per me,però vedi...Ci sono delle persone che vorrebbero vederti."
Avril si guarda attorno confusa e cerca aiuto negli occhi dei suoi amici: chi è che vuole vederla? Nessuno è mai venuto a farle visita da quando si trova qui.
"Ehm,va bene,falli pure entrare."
La preside annuisce e fa entrare quelle persone: un uomo e una donna.
La donna è alta e magra,con dei lunghi capelli rosso fuoco e dei grandi occhi azzurri ; l'uomo è esile e slanciato,con uno sguardo apparentemente triste e combattuto.
Avril rimane a fissarli per un attimo sforzandosi di non esternare alcuna emozione.
"Mamma,papà."
I ragazzi si guardano sbigottiti,mentre i due si avvicinano quasi con timore.
"Avril..."
La ragazza fa un passo indietro.
"Cosa ci fate qui?"
"Noi,ecco...Volevamo solo passare a salutarti."
"Passare a salutarmi? Non ci vediamo da tre anni ormai."
I due si scambiano uno sguardo che esprime tutto il peso dei loro sensi di colpa.
"Lo sappiamo e ci dispiace...Anche per tutto quello che abbiamo fatto."
Gli occhi di Avril si gonfiano di lacrime.
"Pensate che delle semplici scuse possano compensare tutte le vostre mancanze? Mi avete abbandonata."
Il gruppo non osa avvicinarsi,anche se vorrebbe farlo per confortare l'amica,ma è un momento troppo intimo ; infatti fanno per allontanarsi,ma lei li ferma chiedendo loro di rimanere.
Il viso della madre di Avril è rigato dal trucco colante e la sua voce è rotta a causa del pianto trattenuto.
"Hai tutto il diritto di dirci questo,davvero. Non ti chiediamo di capirci,poichè ripensando al passato nemmeno io riesco a comprendere il perchè del nostro comportamento ; vorremmo solo che tu trovassi la forza di perdonarci."
"Non c'era un giorno in cui non pensassimo a te e spesso abbiamo pensato di venire qui a trovarti,però sapevamo che non avresti voluto vederci neanche da lontano,quindi abbiamo evitato. Ma adesso la tua mancanza è diventata davvero insopportabile. Ci dispiace aver dileggiato la tua arte,non hai idea di quanto mi manchi vedere te che dipingi e sentire il profumo di pittura. Ci siamo resi conto di quanto ti amassimo solo dopo averti persa. Siamo pessimi come genitori e ne siamo consapevoli."
Avril rimane impassibile e rigida,mentre i genitori si guardano attorno ed osservano tutti i muri decorati dalla figlia.
"Wow,li hai fatti tutti tu?"
Iris sorride.
"Sì! Ogni decorazione che vedete in questa scuola,è opera di vostra figlia."
Frida e Mei Lin mostrano i loro zaini meravigliosamente decorati.
"Ed anche questi li ha fatti lei!"
"È un'artista straordinaria."
I genitori sorridono con le lacrime agli occhi.
"Già,lo sappiamo."
I due guardano la figlia un'ultima volta e poi fanno per andarsene.
"È stato bello conoscervi,ragazzi. Penelope,grazie per la disponibilità. Ed Avril...Bhe,speriamo di rivederti presto."
"Ciao,bambina."
Aprono la porta,ma prima che possano uscire,Avril corre loro incontro e li abbraccia: un gesto inaspettato che lascia piacevolmente sorpresi tutti i presenti.
"Vi perdono."
I genitori la stringono commossi in un abbraccio che compensa ogni loro mancanza: ora non la lasceranno andare mai più.
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Souls
Teen Fiction"Mai giudicare all'apparenza" Manhattan,Harrell Academy. Un gruppo di undici ragazzi,le cui vite si intrecceranno fra loro pian piano,vivono apparentemente la loro vita da studenti normali,ma ognuno di loro nasconde delle storie: alcune celate nel l...