Il giorno dell'appuntamento fra Chester ed Emilijia è arrivato: appena concluse le lezioni,lui corre immediatamente a prepararsi.
Ad un tratto qualcuno bussa alla porta di Chester: è Iris.
"Ecco il nostro Romeo,allora,sei pronto?"
Lui sospira ed annuisce e lei si avvicina per aiutarlo a sistemarsi la camicia.
"Andrà tutto bene,tranquillo. Devi solo essere te stesso."
Chester è agitato,ma dentro di se sa che Iris ha ragione,non c'è nulla di cui preoccuparsi: in fondo che cosa potrebbe andare storto?
Intanto Emilijia è andata frettolosamente in camera di Malcom.
"Malcom,ti prego,devi aiutarm..."
Lei nota che Malcom si sta mettendo in tiro: anche lui oggi ha un appuntamento.
"Oh,devi uscire con Brooke,vero?"
"Sì,ma manca ancora un po',tranquilla. C'è qualche problema?"
Emilijia sospira e si accomoda sul letto,intanto Malcom spera che stia avendo qualche ripensamento su Chester: ne sarebbe estremamente contento,ma decide di non fare presente quest'ultima affermazione.
"No,nessun problema,anzi,sono molto felice..."
"E allora che cosa c'è che non va?"
Emilijia non risponde a questa domanda e decide di cambiare totalmente argomento.
"No,nulla. E tu invece? Come stai?"
Malcom fa un profondo respiro e si guarda allo specchio.
"Sono un po' agitato,anzi,molto agitato. Come mi stanno i pantaloni? E i capelli? Faccio schifo vero?"
Emilijia sorride e gli da una pacca sulla spalla.
"Stai tranquillo! Stai benissimo. Io ora devo andare,tu fammi sapere come va,okay?"
"Certo. Ci vediamo dopo."
Emilijia esce dalla camera,mentre Malcom rimane da solo a sistemare gli ultimi dettagli della sua persona:deve essere perfetto.
Intanto,Chester aspetta Emilijia davanti al ristorante giapponese e lei lo raggiunge repentinamente.
"Scusa il ritardo,mi sono fermata a parlare,perdonami!"
Chester sorride e la tranquillizza.
"Non c'è problema! Entriamo?"
Emilijia annuisce e Chester la fa passare per prima aprendole la porta,poi si rivolge ad uno dei camerieri.
"こんにちは、2つのテーブルがありますか?"
Emilijia lo guarda perplessa.
"Wow,come fai a sapere il giapponese?"
Chester inizialmente fa il vago,ma poi risponde in maniera chiara dicendo che la famiglia di sua mamma è di origine giapponese.
"Accidenti,ecco spiegato gli occhi lievemente a mandorla,anche se devo ammettere che non lo avrei mai detto. Sei pieno di sorprese,eh."
I due si siedono ed iniziano a parlare di svariati argomenti fra un rotolino di sushi ed una porzione di spaghetti di riso.
Chester non si è mai sentito così a suo agio: Emilijia è la prima persona che riesce a farlo sentire "normale".
Anche Emilijia si sente abbastanza bene,insomma,non credeva che sarebbe mai riuscita a farsi vedere da qualcuno mentre si ingozza di sushi.
Finito di mangiare,Chester va alla cassa e paga il conto per entrambi.
"No,Chez! Faccio io."
"Shh,non ti preoccupare."
Emilijia sorride e nonostante le numerose insistenze,alla fine gli concede di pagare anche per lei.
Finito il pranzo,i due decidono di fare un giro per Manhattan approfittando del clima stranamente mite e dopo qualche abbraccio repentino e "casuali" sfiorate di mano,Chester decide di portare Emilijia nel suo "posto felice".
"Posto felice?"
"Esatto,dopo capirai."
A circa venti minuti di camminata dall'Accademia,si trova un grattacielo con un'enorme terrazza abbandonata all'ultimo piano: Chester è riuscito in qualche modo ad accedervi ed ogni volta che si sente triste o ha semplicemente voglia di stare solo,va lì per dar sfogo ai suoi pensieri.
Una volta arrivati,Emilijia rimane per un attimo a fissare il paesaggio: il cielo oggi è caratterizzato da svariate sfumature di azzurro che lo fanno sembrare un oceano,i grattacieli della città spiccano grazie numerose luci e le macchine viste da quassù sembrano a dir poco minuscole.
"È bellissimo qui,fa solo un po' freddino."
Chester si avvicina senza dire e nulla e la stringe a se,lei sorride e si lascia sciogliere fra le sue braccia.
I due rimangono così senza dirsi nulla per qualche minuto,finchè lui decide di rompere il silenzio per rendere la situazione meno tesa.
"Si sta bene così,sai."
Lei fa diventa perplessa.
"Così come?"
Lui si pente immediatamente di ciò che ha detto: detesta quando i suoi sentimenti escono fuori in maniera così evidente,ma ormai è fatta.
"Così...Con te. Con te sto bene."
Emilijia si irrigidisce leggermente.
"Anche io sto bene con te."
Lui accenna in sorriso e pian piano si avvicina al suo viso,e proprio mentre le loro labbra si stanno per sfiorare,Emilijia si ritrae.
"Ehm..."
Lui la guarda con un'espressione fra il perplesso ed il sorpreso.
"Cosa?"
"Io...Ecco...Nulla."
Emilijia si stacca da lui dirigendosi verso l'uscita della terrazza,ma lui la ferma.
"Ma che ti succede? Ho fatto qualcosa di sbagliato?"
Lei è estremamente agitata: si guarda attorno e muove nervosamente le mani.
"No,niente,tu...Tu non sei sbagliato,anzi,ecco,sono...Io. Sono io che sono sbagliata."
Chester inizia a non capirci più nulla: perchè fa così? Fino ad un momento prima andava tutto bene ed ora sembra quasi un'altra persona.
"Cosa intendi,Emilijia?"
Lei ha il battito cardiaco a mille: è tentata dal spiegargli tutto ciò che la turba,ma non può,quindi decide di dire una classica frase fatta.
"Dico semplicemente che tu sei un ragazzo fantastico,davvero,ma non credo di essere pronta ad affrontare qualcosa di serio,ecco."
A quel punto la confusione di Chester si trasforma in rabbia: sapeva che non avrebbe mai dovuto dare la sua fiducia così presto. Ma perchè continua a sbagliare? Perchè nel suo cuore continua a vivere sempre quel barlume di speranza? Tanto gli si rivolterà tutto contro,come sempre.
"Va bene,ho capito,non ho bisogno di sentire altro,non ho mai significato nulla per te."
Emilijia cerca di calmarlo,ma inutilmente.
"No,Chester,non dire così,ti prego. Non è assolutamente vero,tu significhi molto per me."
"E allora cosa c'è che non va?! Perchè non ci può essere qualcosa di più fra noi due?!"
Lei vorrebbe rispondere,vorrebbe dirgli tutto e finalmente togliersi un gran peso dal cuore,ma sente di non poterlo fare: c'è qualcosa che la blocca ; quindi si limita a balbettare una serie di monosillabi,finchè lui non decide di andarsene accompagnato solo dalla sua rabbia,lasciando Emilijia sola con le sue lacrime.
Perchè è tutto così pesante e complicato?
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Souls
Teen Fiction"Mai giudicare all'apparenza" Manhattan,Harrell Academy. Un gruppo di undici ragazzi,le cui vite si intrecceranno fra loro pian piano,vivono apparentemente la loro vita da studenti normali,ma ognuno di loro nasconde delle storie: alcune celate nel l...