Mentre Chester è arrivato a destinazione,i ragazzi all'Accademia sono sempre più ansiosi di avere notizie.
"Allora? Novità?"
"Nulla di nuovo."
Le ragazze sospirano.
"Accidenti,che ansia."
"State tranquille. Considerate che qui sono le otto del mattino,ma da loro sono ancora le cinque. Appena si sveglieranno sicuramente ci faranno sapere qualcosa."
La campanella della prima ora suona ed i ragazzi sono costretti a separarsi.
"Miraccomando,fate in modo di tenere sempre sottocontrollo il telefono,non si sa mai."
Il gruppo non è mai stato così in ansia,ma allo stesso tempo più unito di così e nonostante la preoccupazione,sanno di non essere soli.
Chester si è appena svegliato: si lava e si veste,mentre Sakura dorme ancora.
Cerca di tenersi impegnato sistemandosi e mettendo in ordine la stanza: non deve farsi prendere dall'ansia.
"Sei già sveglio?"
Chester si volta di scatto.
"Dio,mi hai spaventato!"
Sakura si è alzata all'improvviso agile e scattante come al solito.
"Vai adesso da lei? Non credi sia un po' presto?"
"Aspetterò."
Chester prende con se il suo zaino ed abbandona l'albergo dirigendosi verso la casa della nonna di Emilijia.
La cittadina è molto bella ed il clima è decisamente più gradevole rispetto a quello di Manhattan,l'aria è più pulita e la zona è particolarmente tranquilla ; l'unico problema è l'incredibile somiglianza fra le varie villette,trovare quella della nonna di Emilijia sarà difficile.
Dopo quasi un'ora e mezza passata a cercare la casa,Chester si siede su una panchina di fronte alla spiaggia per riposarsi ormai abbattuto: non la troverà mai,sapeva che non sarebbe andata bene.
Mentre Chester inizia a rattristarsi a causa delle sue paranoie,improvvisamente appare un'anziana signora che gli si avvicina.
"Ciao,Chester."
Lui si volta perplesso.
"Salve,lei...Come sa il mio nome? E soprattutto chi è?"
La signora sorride.
"Diciamo che ho sentito parlare di te e visto tue foto fino all'esasperazione,sarebbe strano se non ti avessi riconosciuto!"
Chester è ancora più confuso.
"Okay,tutto ciò è inquientante."
La signora sorride ed alza gli occhi al cielo.
"Sono la nonna di Emilijia,Chester."
Lui sgrana gli occhi e si alza in piedi di scatto.
"Mi perdoni,non...Non ci avevo pensato,scusi."
La nonna di Emilijia lo tranquillizza e pian piano gli spiega tutto ciò che ha saputo.
"...Devi tenere davvero tanto a mia nipote."
Chester annuisce guardandola dritto negli occhi.
"Non sa quanto."
La signora si guarda attorno e ad un tratto tira fuori un mazzo di chiavi.
"La mia casa è quella lì di fronte,mi fido di te ragazzo. Vai da lei."
"Ma è proprio sicura di..."
"Sono sicura,Chester. Conosco mia nipote. Avete solo bisogno di un po' di tempo solo per voi."
Chester sorride.
"Non so come ringraziarla,signora."
Lei ridacchia.
"Chiamami Olyve. Su,corri da lei."
Chester non ci pensa un attimo e si dirige immediatamente verso la casa ed una volta davanti ad essa,fissa la porta per qualche attimo: Emilijia è proprio lì.
Da fuori si sente il suono di un pianoforte e quello di una voce angelica.
"...Crawling in my skin,this wounds they will not heal..."
Chester entra in casa lentamente e segue il suono della voce di Emilijia salendo le scale.
"...Fear is how I fall,confusing what is real..."
Eccola lì. La porta della stanza di Emilijia è socchiusa e si intravede solo una luce cerulea.
"...There's something inside me that pulls beneath the surface. Consuming,confusing..."
Chester apre lentamente la porta cercando di non farsi notare,ma lui nota lei,la nota eccome: quei capelli celesti,quel viso così delicato,gli abiti sempre più grandi di lei e le vecchie scarpe da ginnastica che usa ormai da anni. È sempre lei,sempre perfetta.
"...This lack of self control I fear is never ending. Controlling. I can't seem. To find my self again,my walls are closing in..."
Resterebbe ad ascoltarla per ore,anche perchè è talmente emozionato da non riuscire nemmeno a muovere un passo: si limita ad ammirarla e rimirarla quasi come fosse una visione.
"...I felt this way before,so insicure..."
Ancora non gli sembra vero di essere proprio lì,davanti a lei,dopo così tanto tempo. È un'emozione a dir poco incredibile.
"...Crawling in my skin. This wounds they will not heal. Fear is how I fall,confusing what is real..."
Chester muove un passo avanti.
"...Confusing what is real..."
Emilijia toglie le mani dal pianoforte,sospira e si volta verso la porta.
"OH MIO DIO."
Il cuore di Chester gli balza nel petto,mentre lei cerca di riprendersi dallo spavento facendo dei respiri profondi e ricomponendosi.
"Chester..."
Lui non riesce nemmeno a rispondere,si limita solo a guardarla.
"Cosa ci fai qui?"
Chester si avvicina a lei,che rimane immobile.
"Secondo te avrei mai permesso di lasciarti andare senza nemmeno parlarti un'ultima volta?"
Emilijia abbassa lo sguardo.
"Io non volevo essere cercata,Chester. Volevo solo essere dimenticata."
Chester sospira.
"E tu credi davvero che sarei riuscito a dimenticarti così facilmente? Non credere che non ci abbia provato,ma per me è a dir poco impossibile."
Lei lo guarda negli occhi con gli occhi lucidi e pian piano si avvicina.
"Chester...Nemmeno io sono riuscita a dimenticarti,ma sono dovuta andare via per forza,era troppo grande ciò che mi stava succedendo."
"Lo so e ti capisco,ma non hai pensato a me per un attimo? O agli altri?"
Il viso di Emilijia viene rigato da una lacrima.
"Certo che ho pensato agli altri ed ancor di più a te,ma per me era diventato tutto insostenibile,sono arrivata al limite."
Anche gli occhi di Chester iniziano a bruciare.
"Perchè non mi hai chiesto aiuto? Sarei stato disposto a fare di tutto."
Lei abbassa lo sguardo.
"Dicono tutti così,ma alla fine nessuno lo fa mai."
Chester si avvicina lentamente e le prende il viso fra le mani.
"Io lo avrei fatto davvero,Emilijia."
Lei lo fissa dritto negli occhi.
"Perchè? Perchè ci tieni così tanto a me? Hai fatto davvero tutto questo...Sei venuto qui da Manhattan,hai speso soldi. Dio. Perchè,Chester? Ne valeva davvero la pena?"
Lui rimane in silenzio per un attimo,poi si avvicina ancora di più.
"Io ti amo."
Emilijia scoppia a piangere ed appoggia la fronte a quella di Chester,il cui viso è bagnato di lacrime.
"...Quindi sì,ne vale la pena."
Lei alza lo sguardo per un attimo ed in quel momento le loro labbra si uniscono in un'insieme di passione trattenuta ormai da troppo tempo.
I due si muovono goffamente verso il letto e si siedono su di esso continuando a baciarsi appassionatamente,finchè lei si ferma ; a quel punto lui le toglie le mani di dosso.
"Non...Devi farlo per forza."
Lei lo guarda fisso negli occhi per qualche attimo,abbassa lo sguardo e si attacca di nuovo a lui stringendolo a se ancora più forte.
Quelle settimane di distanza,quelle parole non dette e quei fraintendimenti vengono tutti annullati da un solo e naturale atto capace di farli sentire più uniti che mai.
Nessuno dei due,fino a quel momento,si era sentito così completo e sereno.
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Souls
Teen Fiction"Mai giudicare all'apparenza" Manhattan,Harrell Academy. Un gruppo di undici ragazzi,le cui vite si intrecceranno fra loro pian piano,vivono apparentemente la loro vita da studenti normali,ma ognuno di loro nasconde delle storie: alcune celate nel l...