5. La festa

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A ora di pranzo, eravamo tutti nella sala comune a mangiare; il comandante Erwin era seduto al tavolo, ma il capitano non c'era. Continuai a fissare il suo posto vuoto, finchè non venni distratta dallo sbattere della porta d'ingresso della sala: il capitano Levi comparve sulla soglia, facendo calare un silenzio tombale; sembrava più serio di quanto già non lo fosse normalmente, e con il passo veloce, senza fissare nessuno negli occhi come suo solito, andò a sedersi, ridando inizio alle chiacchiere delle reclute. Io continuavo a fissarlo, cercando di capire se fosse successo qualcosa, ma lui non alzò nemmeno una volta lo sguardo dal suo piatto, così decisi continuare a mangiare.

Finito il pranzo, tornammo nei nostri alloggi: l'immagine del capitano Levi, la sua entrata nella sala da pranzo e la chiacchierata della notte prima non volevano lasciare posto ad altri pensieri; "In fondo, per essersi aperto così con me, non dovrebbe avere un cuore così ghiacciato... non capisco perché mi ha paragonata alla donna che amava... che avrebbe voluto sposare... che ha definito bella...". I miei pensieri furono interrotti dalla porta della mia stanza che si apriva: era Eren, che si sedette affianco a me sul letto, richiudendo la porta dietro di sé.

<< Ehi Chise, a cosa stavi pensando così intensamente? >>. Sembrava divertito.

<< Ah... nulla di particolare, sono solo un po' stanca. >>.

<< Uhm... cosa avete fatto allora? L'esame com'è andato? >>.

<< Non ho ancora finito l'esame, mi manca il modulo di movimento tridimensionale, ma il capitano ed io abbiamo iniziato a parlare di... >>. Il mio discorso fu interrotto dalla porta che si spalancò sbattendo vicino al muro: era Armin, che aveva il fiatone come se avesse corso per chilometri. << Chise! Il capitano Levi è di sotto e ha chiesto di te! >>. Non me lo feci dire due volte: mi alzai e scesi di corsa, vedendo il capitano Levi in fondo alle scale davanti la porta che aspettava il mio arrivo. Una volta scesa, feci il saluto. << Buongiorno capitan...>>.

<< Prendi il modulo di movimento tridimensionale e seguimi. >>.

Non finii nemmeno di salutarlo che si voltò ed uscì dall'alloggio; rimasi immobile cercando di capire cosa stesse succedendo. Mi voltai verso Armin per capire se lui sapesse qualcosa, ma mi guardò alzando le spalle; presi l'equipaggiamento e scattai verso il capitano continuando a seguirlo.

Mentre camminavamo, cercai di pensare a qualcosa di cui parlare, perché quel silenzio era davvero imbarazzante. << Allora, capitano. Come mai stamattina eravate assente agli allenamenti? >>. Lui non rispose, continuando a camminare con lo sguardo dritto in avanti. "Deve per forza essere successo qualcosa al capitano. Il giorno prima amichevole, il giorno dopo strafottente ed estremamente serio. Devo capire qual è il problema."

Arrivammo al campo di addestramento. A quell'ora non c'era nessuno; essendoci stati gli allenamenti la mattina, il pomeriggio il campo era libero. Il capitano Levi si fermò di scatto e si voltò verso di me, fulminandomi col suo sguardo di ghiaccio: << Continueremo ora l'esame. Fammi vedere che sai fare nell'area avanzata del campo con il modulo di movimento tridimensionale. >>.

<< Oh, si... capitano. >>.

Mi avviai verso i pali per il modulo di movimento tridimensionale: nell'area avanzata, i pali erano disposti in modo casuale, quindi era ovviamente più difficile, e c'erano manichini ai quali dovevamo tagliare la nuca come se fossero dei giganti, ma grazie alle mie "fughe notturne" (come le aveva definite il capitano), mi ero esercitata abbastanza da riuscire a cavarmela bene tra quei pali di legno. Una volta finito, scesi e mi diressi verso il capitano Levi, che mi guardava seduto su una panchina. << Valuterò questa prova e ti farò sapere del verdetto il prima possibile. >>. Detto ciò, si alzò e si voltò, avviandosi verso gli alloggi dei superiori.

<< Capitano, cosa è successo oggi a ora di pranzo? Perché era cosi arrabbiato? >>.

Lui si fermò di colpo, rimanendo fermo in silenzio per qualche secondo. << Avevo una questione da chiarire. >>. Riprese a camminare, e stavolta senza fermarsi per rispondere alle mie domande. Mentre camminava, notai che del sangue ormai coagulato aveva preso posto sulle sue mani. "Ha le nocche rotte. Chissà cosa è successo...". Erano le 17:50, quando tornai al mio alloggio, che sorprendemente era deserto. "Strano, di solito Eren, Mikasa, Armin e gli altri sono qui a quest'ora.". << Ereeen? >>. Salii nella mia stanza per togliermi l'equipaggiamento; non feci in tempo ad aprire la porta che mi piombarono addosso un sacco di "TANTI AUGURI" detti all'unisono con un sacco di coriandoli. Per un momento sgranai gli occhi e rimasi immobile cercando di capire che cosa fosse successo, poi mi accorsi di una cosa: quel giorno era il mio compleanno, e io me ne ero scordata completamente. << CHISE, SPEGNI LE CANDELINE! >>. Rimasi un po' allibita da tutto ciò, ma accontentai le richieste dei miei amici, e spensi le candeline. Era una festicciola fantastica: c'erano Eren, Mikasa, Armin, Hanje, Conny, Jean e tutti gli altri miei amici; mentre gustavo un po' di bevande, Hanje mi si avvicinò felicemente: << Chise, posso parlarti un attimo? Fuori al balcone lontano dal caos forse è meglio! >>. Uscimmo fuori; l'aria era fredda, ma si stava abbastanza bene. << Cosa succede, Hanje? >>.

<< E' il tuo compleanno, e ho un regalo per te, anche se non è da parte mia. >>. Hanje cacciò dalla tasca una busta che sembrava quella di una lettera. << Io ora ritorno dentro, tu leggila subito, mi raccomando! >>. "Chissà cosa contiene questa busta.". Le parole di Hanje riecheggiarono nella mente: "Ho un regalo per te, anche se non è da parte mia.". Girai la busta per leggere il nome dell'autore di quella lettera; lessi solo il nome, e il cuore cominciò a battermi come una furia e cominciai anche a sudare: il nome del mittente era Levi Ackerman. Aprii la busta con una fretta dannata, cercando di evitare di strappare la lettera dentro la busta. Mi meravigliai del contenuto, perché non era una di quelle lunghe lettere, ma c'erano scritte solo poche righe: "La signorina Chise Yamada è invitata a cena agli alloggi del capitano del Corpo di Ricerca Levi Ackerman, questa stasera; alle ore 21:30 il sottoscritto verrà a prendere la destinataria ai suoi alloggi. Cordiali saluti, il capitano Levi Ackerman.". Rimasi lì, immobile, a guardare quella lettera. "Sembra più un ordine che un invito! Ma perché ha invitato proprio me? In fondo, per com'è lui può avere qualsiasi donna.", pensai rileggendo quelle parole, finchè non sentii il balcone riaprirsi, ed io nascosi la lettera dietro la schiena: << Ehi Chise, cosa fai qui fuori al freddo? Ti stai perdendo la tua festa! >>. Era Eren, che mi aveva vista fuori.

<< Eren! I-io nulla, stavo giusto tornando dentro! Andiamo insieme. >>. Cercai di mettermi la lettera dentro la tasca del pantalone, non volevo che si venisse a sapere in giro che quella sera sarei uscita col capitano del Corpo di Ricerca, soprattutto Eren, perché qualche giorno prima Armin mi aveva confessato che lui provava qualcosa per me, anche se io non gli credetti. Eren era il mio migliore amico...

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