26.

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Logan's pov.

Dopo che April ci lasciò soli tra noi due calò il silenzio. Ero talmente agitato che mi sudavano le mani. Mi ero preparato svariati discorsi e non me ne ricordavo più neanche uno. Ad un certo punto mi venne in mente di scappare dalla finestra. Come non lo sapevo.

"Ti disturbo?" Le chiesi.

"No... non stavo facendo niente di importante" rispose con un tono basso di voce giocherellando con le sue dita. Il fatto che anche lei era nervosa mi rassicurò.

"Volevo parlarti... ecco... di quello che provi per me" Sbottai. Lei si morse un labbro, le sue guance si colorarono di rosso. Non osò guardarmi negli occhi neanche un secondo, per sbaglio.

"Io ti piaccio, no?" Le chiesi. Non potevo fare una domanda più ridicola e che la mettesse in imbarazzo più di quella. Lei annuì debolmente.

Per lo meno non lo negò come avrei fatto io. Se ero ancora la dentro era solo per merito di April che mi aveva letteralmente costretto.

Presi improvvisamente a camminare avanti e indietro senza neanche accorgermene, la sua risatina mi risvegliò.

"Perché ridi?" Chiesi confuso.

"È così terribile?" Mi domandò lei.

"Eh? Oh no, no!" Esclamai alzando una mano. Sbuffai, presi un bel respiro e cercai di rilassarmi. "Anche tu mi piaci, credo" Sbottai. "Cioè senza credo, si" aggiunsi.

"Davvero?" Mi domandò incredula. I suoi occhi si erano spalancati e si era messa dritta sul letto.

"Perché sei così sorpresa?" Le chiesi. Lei abbassò le spalle.

"Non lo so... è che tu sei tu e io sono io..." balbettò gesticolando.

"Ti giuro che non l'avrei mai detto Lis" feci io scoppiando a ridere.

"Volevo dire che-"

"Ho capito cosa volevi intendere. Tra me e te non c'è nessuna differenza, se non per il fatto che tu sei una femmina ed io un maschio. Anzi, forse dovrei essere io quello a farmi dei problemi"

"No, affatto" negò.

Eppure io ero sicuro di si. Io ero un semplice ragazzo spiritoso senza una storia particolarmente interessante. Senza una bellezza importante e privo di talento se non quello di trovare battute nei momenti peggiori. Lis invece era bellissima. Non era come le altre ragazze, a lei non importava di attirare le attenzioni degli altri. Rimaneva nel suo spazio, nonostante si notasse comunque. Era impossibile non farlo. Ed era molto intelligente. Mi piaceva il suo carattere dolce e solare.

"Io ti dico che è così" ribattei. Lei mise il broncio. "Comunque... non sono venuto solo per dirti questo. Stavo pensando, che forse, se a te va, possiamo provare a frequentarci... sempre ti sta bene però se no non importa, cioè si che importa, ma-"

"Si che va bene" rispose entusiasta, interrompendomi. I suoi occhi erano luminosi proprio come il suo sorriso.

"Oh okay... è fantastico!" Dissi cercando di trattenere per me la gioia. Non volevo certo spaventarla. "Allora... ci vediamo..." dissi impacciato. Incerto mi avvicinai a lei e le lasciai un piccolo bacio sulla guancia. Poi me ne uscì.

Mi fiondai nella mia stanza e mi chiusi al suo interno. Mi appoggiai alla porta e lanciai un pegno all'aria. Wesley dal suo letto mi lanciò uno sguardo spaventato.

"Ce l'ho fatta!" Dissi con la voce piena di felicità, stringendogli la faccia fra le mani.

"Lasciami idiota" borbottò.

"Sei il migliore amico che esista sulla faccia della terra" Gli dissi. Aprii la finestra e presi una boccata d'aria fresca.

"Ma che ti prende?" Mi domandò inarcando le sopracciglia.

"Mi sono dichiarato a Lis" risposi sorridente.

"Era ora!" Esclamò lui.

"Ma senti un po' chi parla!" Feci indispettito. Lui mi guardò confuso, alzò le spalle e tornò a smanettare su un mp3.

"Quindi ora state insieme?" Chiese senza guardarmi, era concentrato a schiacciare tasti.

"Beh no... non è ancora presto?" Gli Domandai.

"Che ne so io? Perché chiedi a me?"

"Tu hai già avuto delle ragazze, sai sicuramente più di me di queste cose" risposi ovvio.

"La mia storia più seria è stata con Crystal e l'ha deciso lei che stavamo insieme, fa un po' come le pare. Nelle altre gliel'ho sempre chiesto tramite bigliettino" spiegò lui.

"Seriamente?"

"Che c'è? Ero un bambino!" Si giustificò lui.

"Voglio far passare un po' di tempo... se vedo che tra noi va bene allora glielo proporrò" Gli dissi tornando a me e Lis. Anche se pensavo che sarebbe andato tutto bene.

"Okay" fece. Io risi. Wesley mi guardò come se fossi pazzo.

"A furia di stare con April stai prendendo i suoi vizi." Lui cercò di rimanere impassibile. "Ma cosa stai combinando?" Gli chiesi osservandolo.

"Sto riascoltando la canzone della coreografia. La professoressa di danza me l'ha dato in prestito per potermi esercitare" rispose.

"La stai prendendo davvero sul serio questa storia della danza" notai. "Sta mattina siete stati davvero bravi, comunque" mi complimentai.

"Grazie" mormorò distratto. Wesley non era mai stato un gran chiacchierone, più delle volte bisognava strappargli le parole di bocca per riuscire a capire qualcosa. Con me non si confidava mai.

"Sembrate andare d'accordo quando non litigate"

"Mh si"

"Vi ho visti. Con lei sei diverso"

"Diverso in che senso?"

"Diverso da come quando stai con me o con Crystal. Con lei parli"

"Parlo anche con te, Logan"

"Non mentire Wes, se io non ti facessi delle domande tu mi parleresti poco e niente di tua spontanea volontà. Con April sei... sereno. Le hai persino dato un soprannome!"

"È quello il punto? Se vuoi ne do uno anche a te. Loggy ti potrebbe piacere?"

"Smettila di fare il cretino. Hai capito perfettamente di cosa parlo" lo ripresi. Lui sospirò.

"Con lei mi sento bene" ammise, ma senza distogliere mai gli occhi da quell'aggeggio.

"Bene come?"

"Con lei non mi devo sforzare di apparire per un'altra persona, sono solo Wesley. Riesce a comprendermi senza che io glielo chieda e non mi sta addosso, non si aspetta niente da me" mi confidò.

Era vero, l'avevo visto: con April non si sforzava di sembrare contento della sua presenza. La sua solita espressione corrucciata spariva ogni volta che stava in sua compagnia.

"Quando stai con me ti senti in dovere di fingere?" Gli chiesi. Volevo veramente bene a Wesley e anche se non sembrava anche lui me ne voleva.

"No, ma... non è facile da spiegare"

"La senti più vicina? Magari è per il fatto che condividete certe cose che sono capitate solo a voi"

"Si diciamo" annuì. "Adesso piantala però, sembra di essere ad un interrogatorio" sbottò facendomi ridere. Lo accettai, ero rimasto soddisfatto. Avevamo parlato più del solito ed era un gran passo avanti per me.

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