15.

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"Da quando ci sei non hai ancora sistemato il tuo armadio. Hai tutti i vestiti sparsi per la stanza" notò Lis, incrociando le braccia. Mi guardai attorno e non potei fare a meno che darle ragione. Ero disordinatissima.

"Tu invece lo metti in ordine ogni sera. È così noioso!" Esclamai buttandomi sul letto.

"Anche se è noioso è un mio dovere, come un tuo. Quindi ora alzati e piega per bene tutti gli abiti puliti, sono sicura che ce ne saranno tanti da portare in lavanderia" mi ordinò. Era dolce e buona ma quando voleva sapeva apparire severa.

"Va bene, Benny 2.0" le dissi alzandomi. Raccolsi una maglietta da terra e la piegai, appoggiandola sul letto. Quando rialzai lo sguardo su di lei vidi la sua espressione tirata cambiare in una più divertita.

"Ci scommetto che non l'hai mai fatto in vita tua" tirò ad indovinare.

"Poche volte, ma l'ho sempre fatto così. Di solito li appendevo i vestiti se proprio dovevo" risposi sinceramente.

"Non è così che si fa. Ma il modo giusto non è difficile" mi disse. Spiegò la maglietta e mi mostrò il procedimento. In qualche modo l'aveva trasformata in un piccolo quadrato bianco. Ci provai io ma non uscì esattamente come la sua.

"Non male come prima maglietta piegata come si deve in tutta la tua vita, continua" mi sorrise. Qualche minuto dopo il pavimento era visibile, continuai con i pochi pantaloni che avevo e appesi la divisa.

Prese una cesta con già al suo interno degli abiti e me la porse per metterci anche i miei.

"Saresti gentilissima se li portassi in lavanderia nel mentre che io sistemo le tue lenzuola"

"Affare fatto" accettai. Se c'era una cosa che odiavo era fare il letto, perdevo un sacco di tempo a metterle bene e poi risultavano comunque da una parte perfetta e dall'altra storte e stropicciate.

Mi diressi in lavanderia e picchiettai le unghie contro il legno della cesta pensierosa. Quella volta feci attenzione a non mischiare i vestiti colorati con quelli bianchi che lasciai da parte.

Sentii un colpo di tosse e mi voltai. Alzai gli occhi al cielo nell'incontrare il suo viso, non mi stava antipatico ma se potevo lo evitavo volentieri.

"Hai scambiato la lavanderia come luogo di ritrovo?" Chiesi a Bryan, chiudendo il cestello della lavatrice.

Wesley's pov

Stavo raggiungendo la mia stanza, dopo aver fatto sosta in cucina per bere un bicchiere d'acqua, quando delle voci mi intrattennero. Sapevo a chi appartenevano: April e Bryan. Mentalmente mi chiesi cosa avevano da dirsi loro due, non li vedevo spesso assieme e sinceramente non era neanche tra il miei desideri.

Provenivano dalla lavanderia. La porta era aperta perciò non potevo avvicinarmi più di tanto, ma restai comunque abbastanza vicino da poter ascoltare il loro discorso. Sapevo che non erano affari miei, ma in quel momento morivo dalla curiosità.

Bryan ridacchiò. Suono che trovavo terribilmente fastidioso.

"Ti ho beccata sola e ne ho approfittato, ogni volta che ti vedo sei sempre in compagnia di qualcuno. Quasi sempre di Wesley" commentò.

"Si e allora? Per cosa non vedevi l'ora di beccarmi?" Domandò lei scocciata.

"Stai procedendo bene con lui, è servito a farla ingelosire ma non è abbastanza. Manca quel colpo finale, qualcosa che la spinga tra le mie braccia e che glielo faccia dimenticare una volta per tutte" le disse. Ci misi un po' a capire a chi si riferisse. Io ero sottinteso, ma poi una lampadina si accese nella mia mente. Aveva una cotta per Crystal da tempo, aveva sempre cercato di attirare la sua attenzione ma lei era sempre troppo concentrata su di me per accorgersi di lui. Questa cosa non gli era mai andata giù.

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