Erano due giorni che Wesley non si faceva vedere in giro. Avevo sentito dire da Logan che doveva stare a riposo per lasciar guarire il piede e non sforzarlo. Andai nella sua stanza con l'intento di controllare some stava, del resto un po' di colpa ce l'avevo, anche se non era per niente intenzionale. Ad aprirmi fu Logan.
"Ehilà bella mora, quale buon vento ti ha portata a bussare alla mia porta?"
"C'è Wesley?" Gli chiesi sbirciando all'interno della stanza, lui mise il broncio.
"Tipico! Mai nessuno che cerca me" borbottò. Entrai, ma di lui non c'era traccia. Il letto era ben fatto. "Cos'è che mi manca? Io sono più simpatico di lui o forse è proprio la sua arroganza a piacervi! Gli occhi? Lo so che sono più belli i suoi, insomma i miei sono di un semplice marrone e i suoi verdi... eppure se ci pensi sono più belle le cose marroni come la cioccolata... il caffè... la torta al cioccolato... dove si è mai vista una cioccolata o un caffè verde?"
"Logan!" Esclamai esasperata.
"Okay, scusa... è andato in presidenza" mi disse. Alzai un pollice e mi diressi dalla direttrice. Era ancora dentro, sentivo le loro voci. Istintivamente mi guardai attorno e notando che non c'era nessuno nei paraggi mi avvicinai per ascoltare incuriosita.
"Lei non c'entra niente. Se solo mi avesse lasciato parlare invece di scendere a conclusioni affrettate! April è sempre in un gradino più in alto di tutti noi messi insieme. Lei aveva la coscienza pulita ma è rimasta in silenzio e ha svolto la sua punizione senza obiettare. Qua dentro non ci sta a fare niente, anzi, penso sia fin troppo educata." Seguirono attimi di silenzio e rapidamente mi sposta dalla porta sedendomi negli scalini che portavano al piano di sopra. Lui uscì camminando lentamente per via delle stampelle. Quando fu abbastanza vicino alzai lo sguardo su di lui. Si sedette goffamente accanto a me.
"Ciao Chick! Come va il piede?" Gli chiesi appoggiando il mento sul palmo della mano. Lui mi afferrò la testa e mi circondò il collo con un braccio. Mi strofinò un pugno sui capelli e mi tappò la bocca.
"Ti ho già detto che odio questo soprannome." Io risi contro la sua mano. La sua espressione cambiò da serena a infastidita. Seguii la traiettoria del suo sguardo e feci una smorfia. Qualche metro in là c'era Crystal con un'espressione apparentemente afflitta. Mi alzai dalle ginocchia di Wesley e la guardai in mal modo.
"Pensavo stessi male, ma a quanto pare non abbastanza" osservò squadrandoci. Io scesi gli ultimi scalini che ci separavano e l'affrontai con lo sguardo
"Non so bene cosa volessi ottenere con ciò che hai fatto, ma ti assicuro una cosa: per riuscir a mettermi fuori gioco ci vuole molto di più. Del resto la verità prima o poi verrà a galla e ognuno si prenderà ciò che si merita, no?" le chiesi. In quel momento la porta della direzione si aprì e da essa sbuccò la diretrice. Come ci vide si illuminò e ci raggiunse.
"Che succede?" domandò scrutandoci.
"stavo solo dando un consiglio a Crystal" risposi.
"April, potresti seguirmi un attimo? vorrei parlare con te riguardo ad una cosa" mi disse. Ero però troppo irritata per mantenere la calma e persi le staffe.
"No, non ho proprio voglia adesso di sentire le sue patetiche scuse. Perchè è questo che vuole fare giusto? Ha sentito la versione corretta dei fatti da Wesley e si è pentita, non è così? Non è buona educazione ascoltare una persona prima di dare la colpa di qualcosa a qualcuno? Non mi abbasserei mai a fare una cosa del genere, con quale scopo poi l'avrei fatto? E' l'unico con cui parlo che abbia un minimo di cervello e il mio compagno di ballo. Non lo trova ridicolo? Lei non mi conosce, nessuno qua dentro mi conosce!" dissi, tutto d'un fiato. Le voltai le spalle, lasciandola scolpita e percorsi di fretta il corridoio. Il nervoso mi aveva fatto venir una gran fame perciò raggiunsi la cucina. Era vuota e al centro del tavolo c'era proprio ciò che faceva al caso mio: una torta. Mi sporsi e allungai una mano per prenderne una fetta.
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Rebel
RomanceLa vita di April, un adolescente dallo spirito libero, cambia imprevedibilmente quando il padre decide di portarla in un collegio per insegnarle le buone maniere che secondo lui non è riuscito a farle apprendere. Durante la sua permanenza nel colleg...