42.

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Logan's pov.

"April!" Gridò Lis, chiamandola.

Eppure lei non si voltò. Continuò dritta verso le scale finché non sparì dalla nostra visuale.

Lis si lasciò andare, cadendo in ginocchio sul pavimento. Mi sedetti in terra, accanto a lei, e l'abbracciai.

Avrei voluto dirle che era tutto okay, che sarebbe passato presto, ma le avrei soltanto mentito. April aveva lasciato qualcosa di troppo grande nel cuore di ognuno di noi per esser cancellato così in fretta.

La sollevai da terra e la portai via, lontano dagli occhi curiosi degli altri studenti. La posai sul suo letto e rimasi con lei, ad accarezzarle i capelli, finché i suoi singhiozzi non si fecero più leggeri fino a cessare. Tirai su il lenzuolo e la coprii.

Quando dormiva sembrava un angelo. Avrei dato di tutto per far sì che fosse sempre così serena.

Uscii dalla sua stanza, chiudendola bene e mi diressi nella mia. Non appena entrai rimasi sconcertato: in giro c'era un disastro. Il letto di Wesley era completamente disfatto, le coperte erano sparse qua e là. Vicino al suo letto c'era la lampada in pezzi. Riuscii a immaginarlo pieno di rabbia mentre combinava tutto ciò.

"Wes?" Lo chiamai. "Dannazione" mormorai, preoccupato.

Lo cercai ovunque: in ogni stanza ricreativa, nei bagni, dentro le docce, in cucina, in teatro, nel campo da basket, nella piscina, nel cortile, ma non era da nessuna parte.

"Wes?!" Lo richiamai, senza ricevere risposta. Mi passai una mano fra i capelli disperato, non sapendo più come agire.

"Che c'è bello, hai perso il tuo amico e non sai più da che parte andare? La mensa è di qua" mi prese in giro Brett, seguito da Colin, che se la rise.

Mi chiesi quando è che se ne sarebbero andati via.

Mi sforzai di pensare ad un luogo in cui potesse essersi rifugiato e improvvisamente pensai ad un posto in cui anche io andavo quando avevo bisogno di cancellare per qualche ora i pensieri che circolavano nella mia mente.

Senza importarmi che qualcuno potesse vedermi scesi giù nella cantina, continuando a chiamarlo.

Lo trovai in un angolo buio, steso per terra.

"Wes!" Esclamai, sollevato, correndogli in contro. Mi chinai su di lui e gli sollevai la testa. Aveva gli occhi lucidi e gonfi e puzzava in una maniera incredibile di alcohol.

"Cosa hai combinato" sussurrai. Aveva bevuto talmente tanto da non riuscire neanche a stare in piedi da solo. Lo sollevai con fatica e lo trascinai fuori di lì. Lo portai nel cortile, dove per il momento non l'avrebbe visto nessuno e lo feci sedere su una panchina.

"Bevi" Gli ordinai, appoggiandogli sulle labbra la bottiglietta d'acqua. Bevve pochissimi sorsi. D'un tratto spalancò gli occhi, si sporse in avanti e vomitò.

Gli rovescia il resto dell'acqua sulla faccia e aspettai con lui che si riprendesse un po'.

"Hai risolto qualcosa?" Gli Domandai.

"Sono un'idiota" ammise, fissando il cielo. La sua espressione disperata mi faceva stare male.

"Lo so" concordai.

"Mi odierà. Ma non potevo salutarla, non sarei riuscito a dirle addio" si confidò.

"Non doveva per forza essere un addio, Wes. Tra un anno usciremo da qui e andremo all'università. Potrai rincontrarla"

"Non dire sciocchezze Logan. In un anno possono succedere un sacco di cose. Si scorderà di me, troverà qualcuno meno incasinato e quando uscirò di qui non ci sarà più niente da fare e io morirò solo e infelice." Aveva proprio l'umore a terra.

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