22.

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Ad un tratto un battito di mani ci interruppe. Ci voltammo tutti: Ellie era in piedi al capo della tavola con un ghigno sul viso. Il suo sorriso malvagio mi diceva che stava per succedere un qualcosa che non mi sarebbe piaciuto affatto. Guardai Lis che ricambiò la mia occhiata, confusa.

"Attenti un attimo" disse a voce alta in modo che tutti potessero sentirla.  "Sono sicura che non volete perdervi ciò che Lis ha da confessarci" aggiunse.

Tutti si voltarono nella sua direzione. Lis sbatté le palpebre e corrugò la fronte impreparata.

"Oh non preoccuparti Lis, sappiamo che sei un po' timida. Perciò ti farò un favore, lo confesserò io al posto tuo." Le sorrise. Non avevo mai visto niente di più finto.

"Che succede?" Mi chiese Logan con le labbra. Scossi la testa dicendogli che non ne avevo idea.

"Oh Logan, noto con piacere che sei curioso. Quindi non lo sai ancora?" Gli domandò. Iniziai a sospettare a cosa potesse riferirsi.

"Cosa dovrei sapere?" Chiese lui con aria innocente. Lis deglutì e fece per alzarsi, era piuttosto pallida.

"Stai forse cercando di scappare Lis? Non vuoi che il principe dei tuoi sogni venga a sapere la verità? Dovresti darti una svegliata invece di continuare a vivere nel tuo mondo fatato. Lo sapevi Logan che ha una cotta per te da quando sei entrato a far parte di questo collegio? Com'è che lo descriveva? Ah si, carino e premuroso." La derise.

"Lasciami andare" disse lei con la voce tremante. Si staccò bruscamente dalla presa di Ellie e corse via mentre lei scoppiò in una risata perfida.

"Lis!" La chiamai alzandomi dalla mia sedia. Quando raggiunsi la porta della mensa di lei non c'era più traccia.

"Va pure a consolarla, sempre se esiste ancora. Fossi in lei mi sotterrerei" mi disse. Mi voltai e tornai indietro.

"Sai Ellie, non è Lis quella che deve darsi una svegliata. Bensì tu, io preferirei vivere in un mondo fatato che sguazzare in mezzo all'ignoranza. Solo persone senza cervello come te metterebbero in piedi una scena del genere per dispetto. Definirti infantile sarebbe un'insulto per un bambino" le dissi. Il suo sorriso si spense.

"Sei ridicola, proprio come lei. Non per altro siete diventate così amiche" commentò.

"Stai attenta a come parli, io non sono Lis. Una parola in più e sarai tu quella che si ritroverà sotterrata" la avvisai.

"E non solo, sei anche una poco di buono. Spunti dal nulla e te ne approfitti di-" non le permisi di continuare. Alzai il braccio e le diedi un ceffone. Non si sentì altro rumore eccetto la mia mano che colpì il suo viso.

Allargò gli occhi e spalancò la bocca. Provò a difendersi ma mi scostai, non mi lasciai colpire una sola volta nonostante fosse inferocita.

"Smettetela!" Esclamò Amber.

"Non ti devi permettere, tu non mi conosci. Non hai il diritto di sparlare di me a vuoto" chiarii immobilizzandola. Due mani mi afferrarono per le braccia e mi presero di peso, allontanandomi dalla mensa.

"Wesley lasciami andare, hai sentito che mi ha detto!?" Dissi fuori di me.

"Si che l'ho sentita e non ti lascerò tornare di là. Posso capire come ti senti, lo faccio per te. Credimi" mi disse senza smettere di tenermi le braccia. Aveva paura che ritornassi li e la prendessi a pugni in faccia e non potevo dargli torto.

"Come si può essere così meschini?" domandai schifata.

Da dentro la sentivo gridare, stava continuando a lanciarmi insulti. La mia rabbia stava soltanto aumentando. Improvvisamente però mi ricordai che Lis era da qualche parte da sola con il cuore in pezzi e sicuramente aveva bisogno di qualcuno che le stesse accanto.

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