April's pov.
Non stavo più dormendo sul terreno duro e sporco del parco, sotto all'ombra di quel grande albero ma su un letto davvero comodo. Mi ero quasi scordata che sensazione avesse stendersi sopra ad un materasso, era molto piacevole.
Spalancai gli occhi di scatto e mi guardai attorno, alzandomi sui gomiti. Un capogiro mi costrinse a rimettermi sdraiata. Strinsi gli occhi e cercai di ricordare cosa mi fosse successo e perché indossassi un camice, anziché i miei vecchi vestiti sbiaditi.
"Wes" Mormorai. Ero quasi sicura di non averlo sognato.
L'avevo visto con i miei occhi, davanti a me in carne e d'ossa, bellissimo. Mi era mancato così tanto e abbracciarlo era stato come riemergere in superficie e respirare a pieni polmoni dopo ore di apnea.
E la sua espressione di sollievo mi aveva detto che anche lui era felice quanto me di vedermi.
Aveva fatto tutta quella strada per me, per cercarmi e mi aveva trovata. Significava tanto, più di quanto volessi ammettere.
Gli avevo raccontato tutto, sapeva.Poi un'altra persona si fece spazio nella mia mente: la direttrice. Sembrava davvero arrabbiata, sperai che Wes non fosse nei guai. Mi sarei sentita parecchio in colpa.
Ero salita in macchina con loro e poi il buio. I miei ricordi non vanno più avanti di quel momento. Forse ero svenuta, non mangiavo da due giorni e mi sentivo piuttosto debole.
"Ben svegliata. Ti chiami April giusto?" Mi chiese una donna, sorridendomi dolcemente. Era infermiera, mi trovavo in ospedale.
Mi agitai.
"Stai tranquilla April, adesso controllerò che tu stia bene" mi rassicurò. Mi visitò facendomi ogni tanto qualche domanda. Mi spiegò cosa era capitato, proprio come avevo immaginato.
"Ti sei ripresa alla grande" annunciò "Qui fuori c'è un agente che vorrebbe parlare con te. Lo faccio entrare" mi avvisò.
Uscì dalla stanza e tenne la porta aperta all'agente che entrò. Era un uomo, dal viso sembrava abbastanza giovane.
"Ciao April, io sono l'agente Nick" mi sorrise e io mi rilassai visibilmente. Prese una sedia e si sedette accanto al mio letto.
"Ora ti farò qualche domanda, se non te la senti di rispondere non sentirti costretta. Mi serviranno per poterti aiutare" mi disse. Prese un blocco per scrivere e una penna.
"Con chi vivevi prima di andare a studiare nel collegio di San Diego?"
"Con mio padre"
"E nessun altro?"
"Si"
"Che rapporto avevate tu e tuo padre con la tua mamma biologica?"
"Non avevamo alcun tipo di rapporto. Loro due hanno divorziato quando io avevo cinque anni, da quando se n'è andata di casa non abbiamo più avuto sue notizie."
"Quando tuo padre è venuto a mancare nel maggio scorso la tua tutela è passata a tua madre. La direttrice l'ha rintracciata ed andata a recuperarti. Dimmi se sbaglio"
"Non sbaglia"
"Okay. Che comportamento ha avuto nei tuoi confronti?"
"Mi ha... strattonata. Non era contenta di essere lì e di vedermi e andava di fretta. Mi ha fatta salire su una macchina, insieme ad un altro tizio che non conoscevo. Dicevano cose strane..."
"Sapresti dirmi com'è fatta la macchina? Ti ricordi più o meno cosa hanno detto?"
"Era verde... la vernice mancava in alcuni punti. Ed era lunga e bassa. Quell'uomo diceva che sarei potuta essergli utile... ma lei ha detto che li avrei soltanto intralciati..."
"Sapresti descrivermi l'uomo?"
"Era alto... i capelli erano lunghi e grigi e aveva i baffi. Aveva sempre degli anfibi..."
"Dove siete andati? Vi siete fermati da qualche parte?"
"Si... nella casa dove abitavano credo. Sono restati dentro pochi minuti... hanno preso dei soldi e poi se ne sono andati via, non mi hanno detto neanche dove"
"Ti hanno lasciata sola? Hai provato ad opporti?"
"Si! Gli ho detto che non potevano ma loro mi hanno minacciata di stare zitta..."
"In che modo ti hanno minacciata? Solo verbalmente oppure..."
"Ha...ha cercato di mettermi le mani addosso ma mi sono scostata..."
"E sei stata sola per tutto questo tempo? Non sono più tornati?"
"Solo lui... una volta... era tornato per prendere altri soldi ma si era accorto che ne mancavano. Non volevo rubarli ma avevo fame e non c'era niente da mangiare. L'acqua non funzionava e..."
"Cosa ti ha fatto April?"
"Mi ha... afferrato la catenina che avevo al collo e me l'ha strappata, poi mi ha presa per i capelli e mi ha trascinata fuori dalla porta spingendomi in strada"
"Quella catenina?" Mi chiese indicando il ciondolo appoggiato sul comodino.
"Si..."
"È necessario che io la porti via per poterla analizzare. Ma sta tranquilla l'avrai indietro" mi disse.
"Poi cos'è successo?"
"Se n'è andato portandosi con se le chiavi della casa. Sono rimasta per strada...non si sono più fatti vivi"
"Sei rimasta in giro da sola fino a ieri? Quando quel ragazzo ti ha trovata?"
"Si" ammisi.
Poi infilò una mano in tasca e tirò fuori una fotografia.
"Questa è tua mamma?" Mi domandò, mostrandomi la foto.
"Si, è lei" confermai.
"Grazie April per aver collaborato"
Lasciai un sospiro e mi sdraiai su un fianco osservando il paesaggio che si vedeva fuori dalla finestra.
Wesley's pov.
Scesi dalla macchina della direttrice e lentamente tornai dentro al collegio.
Ero tanto felice di averla trovata ma ero comunque triste perché era lontana, non sapevo se stava bene ne quando l'avrei rivista. Se ci sarebbe stata occasione."Wes!" Esclamò Logan, appena mi vide entrare. Lis e Hailey puntarono lo sguardo su di me e poi tutti e tre mi vennero in contro.
"Stai bene" constatò il mio amico, abbracciandomi. Tirò un sospiro di sollievo.
"Cos'è questa faccia? Non l'hai trovata?" Mi chiese Lis, corrugando la fronte.
"Si, l'ho trovata" mormorai.
"E perché non sembri contento? Sta male? Le è successo qualcosa?" Mi domandò a raffica.
"Non so come possa stare ora, ma non era messa bene. È svenuta, l'hanno portata in ospedale ma la direttrice ha detto che ci darà notizie" risposi.
Lis abbassò la testa demoralizzata. Il mio amico l'abbracciò e cercò di confrontarla, rassicurandolo che sarebbe stata meglio.
"No! Sei già tornato?!" Sbottò Brett, spalancando le braccia. "Stavamo già pensando di organizzare un party per festeggiare la tua assenza!"
Lo ignorai e salii le scale.
"Cos'è quella faccia da funerale? Hai trovato la tua principessina morta? Non hai provato a risvegliarla con un bacino?" Fece Bryan. L'unico a ridere fu lui.
Mi voltai verso di lui e lo guardai.
"Hai vinto" gli dissi. Gli diedi una pacca sulla spalla e sparii.
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Rebel
RomanceLa vita di April, un adolescente dallo spirito libero, cambia imprevedibilmente quando il padre decide di portarla in un collegio per insegnarle le buone maniere che secondo lui non è riuscito a farle apprendere. Durante la sua permanenza nel colleg...