Quella mattina stavamo eseguendo degli esercizi quando alla porta apparve la direttrice, tutti si misero sull'attenti.
"Ho bisogno che April venga con me" disse, il professore annuì. Confusa, mi alzai dal mio banco e la raggiunsi.
"Che ho fatto ora?" Chiesi mentre la seguii al piano di sopra, camminava svelta, sembrava furiosa.
Entrò in lavanderia e ne riuscì con una camicia in mano.
"Questo hai fatto!" Sbottò guardandomi severa. Allargai gli occhi, quella che originalmente era bianca era diventata rosa.
"Non l'ho fatto a posta!" Dissi rapidamente, ma lei non sembrò credermi. Incrociò le braccia e scrutò la mia espressione.
"Glielo posso giurare, io non ho mai toccato una lavatrice in vita mia. Questa era la prima volta". Ero del tutto sincera.
"Per l'amor del cielo April, tutti sanno che bisogna separare i vestiti bianchi da quelli colorati! Specialmente da quelli rossi!" mi disse abbassando le spalle.
"Okay" mormorai facendo spallucce.
"Benny, vedi se riesci a recuperarle altrimenti procurane delle nuove" disse alla sua assistente.
"Che dici se facciamo due chiacchiere?" Mi chiese, mi condusse nella direzione. Non ci ero ancora entrata, era piuttosto spoglia. Nessuna foto con suo marito o suo figlio, nessun disegno.
"Di cosa parliamo?" Domandai sedendomi nella sedia rossa davanti alla sua scrivania, era comodissima.
"Chi si occupava delle faccende domestiche a casa tua?"
"Una donna che ha assunto mio padre, alterna i giorni" risposi, guardandomi attorno curiosa.
"E tua madre? Lavora?"
"Lei si occupa di queste cose nella sua casa"
"Nella sua casa?" Mi chiese stranita.
"Si, i miei genitori hanno divorziato quando ero molto piccola. Lei abita lontano." Mii guardò sorpresa.
"Da quanto non la vedi?"
"Avevo cinque anni quando l'ho vista l'ultima volta. Mio padre dice che lo chiama sempre per sapere come sto e che se non fosse per il suo lavoro molto impegnativo verrebbe ogni giorno a trovarmi. È da un po' che ho smesso di crederci ma non l'ha ancora capito" le confidai.
"Raccontami di tuo padre invece"
"Lo vedevo poco quando stavo ancora a casa, lui rientrava sempre per l'orario di cena"
"E mangiavate assieme?"
"Alcune volte, ma spesso andava direttamente a letto perché era stanco"
"E tu con chi stavi durante il giorno?"
"Da sola"
"Nessun'amica? Magari una compagna di classe?"
"No. Tendevano tutti a starmi lontano, spesso erano le mamme stesse a chiederlo ai loro figli. Mi ritenevano pericolosa" dissi divertita, ma lei non lo era per niente.
"Pericolosa?"
"Si, a volte sentivo dire che ero strana"
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Rebel
RomanceLa vita di April, un adolescente dallo spirito libero, cambia imprevedibilmente quando il padre decide di portarla in un collegio per insegnarle le buone maniere che secondo lui non è riuscito a farle apprendere. Durante la sua permanenza nel colleg...