30.

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Rimasi appoggiata contro la porta sperando che se ne andasse ma dopo qualche secondo bussò di nuovo. Vidi Lis alzarsi, sperai avesse qualche scusa grandiosa pronta da usare per salvarmi. Invece mi afferrò per un braccio e prima che potessi oppormi aprì la porta e mi spinse fuori, chiudendosi dentro a chiave.

Mi ritrovai faccia a faccia con Wesley. Non sapendo che altro fare gli sorrisi debolmente. Lui però non ricambiò.

"Mi dispiace tanto July, ti giuro che sta volta non era mia intenzione. Non volevo ferirti" mi disse con un'espressione sinceramente dispiaciuta in volto.

"Wesley, ma di cosa stai parlando?" Gli chiesi confusa.

"So che è ridicolo che non sappia cos'ho fatto per offenderti. Mi..."

"Credo che ci sia stato un grande malinteso. Gigantesco anzi" dissi, sforzandomi di non ridere.

"Si, infatti" annuì. Allungò una mano e mi sfiorò il braccio. Quando notò che non mi scostai si rilassò, anche se di poco.

"Vorrei poter continuare a sentire le tue scuse ma mi sentirei troppo crudele se lo facessi. Wesley, non mi hai offesa. Non so perché tu pensi una cosa del genere" Gli dissi. In realtà una piccola idea ce l'avevo, ma non potevo certo dirglielo.

"Non mi hai ne parlato ne guardato in faccia per due giorni... non hai voluto provare con me la coreografia e sta mattina non sei venuta a lezione... pensavo di aver combinato un altro dei miei casini..."

"No" risi. "Non c'entra niente" lo rassicurai sospirando. Mi sentii terribilmente sciocca per ciò che avevo fatto. Non solo gli avevo fatto credere di aver qualche colpa ma avendolo davanti in quel momento mi resi conto che la sola presenza di Wesley era mancata in quei giorni.

I suoi occhi tornarono a splendere e le sue labbra si aprirono in un sorriso.

"Quindi è tutto a posto...?" Si assicurò.

"Si, Wesley, è tutto a posto" gli sorrisi, sperando così di convincerlo.

Lui si mise a saltellare sul posto, poi inaspettatamente si sporse verso di me e mi baciò su una guancia. Quel gesto mi scombussolò. Sentii le mie guance prendere fuoco.

"Quindi avevi davvero mal di pancia? Adesso stai bene?" Mi domandò. Corrugai la fronte.

"Mal di pancia?" Chiesi.

"Lis mi ha detto che sta mattina non sei potuta venire perché sentivi dolore alla pancia..."

"Oh si! Un terribile mal di pancia. Ho preso una medicina, ora sto benissimo!" Esclamai, battendomi una mano sulla fronte. Ultimamente non sapevo che mi succedeva, ero così sbadata.

Fece un passo indietro e abbassai lo sguardo. Non sapevo perché mi sentissi tanto giù di morale all'idea che se ne stesse già andando.

"Ci facciamo un giro?" Mi propose invece. Scattai su con la testa e senza esitare accettai.

Camminammo silenziosi per il corridoio e lungo le scale. Nel cortile riccioli d'oro assieme alle sue inseparabili amiche ci scoccarono un'occhiataccia.

"Tra voi due..." feci per dire, guardandola mentre ci allontanavamo. Anche lei mi fissava. I nostri sguardi infuocati erano carichi d'odio.

"Ho cercato di rendere la situazione meno pesante, le ho proposto di essere amici. Ho pensato potesse farle piacere, all'inizio è stato così" mi raccontò.

"Ma?" Lo incitai a continuare.

"Sembrava andare tutto bene, la sera si è presentata nella mia stanza e abbiamo chiacchierato un po'. Però poi ha cercato di baciarmi." Cercai di rimandare indifferente mentre lo ascoltavo nonostante sentivo di nuovo quel bruciore al centro del petto.

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