21.

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Quando il professore si voltò verso la lavagna per scrivere l'equazione successiva che avremo dovuto svolgere mi girai con il corpo e mi appoggiai al banco dietro di me.

Sia Logan che Wesley erano concentrati a svolgere quella precedente. Nei loro quaderni non c'era neanche uno spazio bianco e iniziai a preoccuparmi. Forse ero veramente l'unica che ancora non ci aveva capito niente di quell'argomento.

"Che c'è?" Mi domandò Wesley sentendosi osservato, alzando lo sguardo su di me.

"Mi diresti il risultato della prima?" Gli domandai guardandolo con un sorriso a cui non si poteva dire assolutamente di no.

Logan scattò talmente in fretta con il collo che ebbi paura gli si potesse staccare da un momento all'altro.

"Voi due vi parlate? Cosa mi sono perso?" Ci chiese.

"Scusate ma voi due non vi dite le cose? Non convivete nella stessa stanza? Oppure uno dei due sta dentro una bolla di vetro e potete soltanto vedervi senza comunicare?" Gli chiesi.

"Evidentemente è così!" Disse lanciando un'occhiataccia all'amico.

"Non c'è bisogno che ti arrabbi, ora lo sai" Gli disse lui. "Comunque il risultato è sei. Ma non sarai mica ancora alla prima?" Mi domandò come se fosse impossibile crederci.

"Che importa? Ci metterò un attimo" risposi trascrivendo il numero che mi aveva detto.

"April, non dirmi che hai scritto soltanto il risultato" mi chiese.

"È che altro devo scrivere? Ci devo fare qualche disegno affianco?" Domandai innocentemente. Logan scoppiò a ridere.

"Il procedimento" mi disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo. "Quando è stata l'ultima volta che ci hai capito qualcosa di matematica?" Mi chiese.

"Più o meno mi sono fermata alle divisioni. Non è colpa mia, io provavo a capirle ma poi perdevo la pazienza e mi arrendevo. Tanto non c'era nessuno che mi costringeva a risolverli come qui" Gli raccontai. Lui sospirò.

"Non è così complicato come sembra. Devi ricordarti che i numeri e le lettere non possono mai stare assieme perciò devi spostarle dall'altra parte. Dopo questo passaggio puoi risolvere le operazioni seguendo la formula. Il resto vien da se" mi spiegò. "Hai capito?" Mi chiese poi. Quando alzai lo sguardo trovai i suoi occhi smeraldini puntati su di me. Mi guardava in un modo a cui non ero abituata.

"Si... credo" risposi, riportai l'attenzione sul mio quaderno e provai a svolgere l'esercizio come mi aveva detto lui. Cancellai più volte e passarono cinque minuti buoni prima di riuscirci ma quando la conclusi mi alzai dalla sedia ed esultai.

Quando il professore mi ammonì con lo sguardo ritornai a sedermi.

"Nel caso tu non te ne fossi accorta la sua improvvisa gentilezza è tutta una tattica per tenerti buona il più possibile. Ad un tizio come lui pensi che interessino le amicizie? Vuole solamente infilare il suo uccello nelle tue mutande perché sei la novità e tutto sommato sei carina. Dopo che l'avrà fatto ritornerà a trattarti come ha già fatto" commentò Bryan.

Il suo comportamento era più che plausibile: era arrabbiato nei confronti di entrambi e stava cercando ogni possibile scusa per affondarci così da curare un po' il suo ego ferito.

Ottenne proprio l'effetto desiderato. Wesley si alzò bruscamente, facendo stridere la sua sedia e senza dare il tempo a Bryan di prepararsi lo afferrò per la camicia e lo sollevò.

Mi allontanai velocemente evitando di prendermi di nuovo qualche colpo.

"Ho capito che la tua vita è noiosa e devi per forza intrometterti nella mia, ma adesso stai davvero superando il limite" lo avvisò respirando affannosamente, alzò il gomito e strinse la mano in un pugno pronto da sferrare. Erano tutti in silenzio, con il fiato sospeso, a osservare la scena. Pensavano di essere al circo?

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