24.

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"Wesley mi ha detto che ieri sera ero un po' fuori controllo" mi disse Logan affiancandomi.

"Un po' troppo" risi

"E mi ha anche detto che ti abbiamo incontrata. Non è che ti ho detto qualcosa di troppo? O ho fatto qualcosa che non va?" Domandò.

"Niente di che. Hai solo cercato di baciarmi ma da ubriaco sei troppo lento e io mi sono scostata in tempo" risposi. Appena realizzò spalancò gli occhi.

"Mi dispiace!" Esclamò imbarazzato. "Ecco perché Wesley era così arrabbiato" mormorò poi.

"Cosa?" Gli chiesi. Non avevo capito bene.

"No, Niente" disse.

"Ho scoperto che non sei passato da Lis" dissi.

"È colpa tua!" Mi accusò.

"Cosa c'entro io?"

"Mi hai messo ansia. Ero agitato e... ho esagerato un po' con l'alcol. Stavo andando da lei quando vi ho incontrati..." farfugliò nervoso.

"Quindi pensavi fossi lei?" Domandai.

"Credo" sussurrò. I miei sospetti erano giusti. "Posso avere un'altra possibilità?" Mi pregò. Era terribilmente buffo.

"Solo un'altra. Ma non sprecarla" Gli dissi. Entrammo in mensa e andammo a sederci al nostro posto. Wesley guardava il suo amico in uno strano modo. Logan alzò le mani sulla testa dimostrando innocenza.

Un secondo dopo riccioli d'oro fece la sua entrata. Aveva un'espressione infuriata mentre camminava scelta verso di noi.

"Oh oh" borbottò Logan.

"Cos'è questa?" Chiese a Wesley sbattendo sul tavolo una fotografia. Lui la guardò confuso, poi spostò lo sguardo in basso. Mi sporsi e solo allora capii: ritraeva me e Wesley. Era stata scattata da Logan nel pomeriggio in cui stavamo provando la coreografia. Smisi di masticare.

"Una foto?" Fece lui.

"Voglio una spiegazione" gridò. Lui si portò una mano sull'orecchio e se lo massaggiò. I suoi occhi si scurirono, del suo verde splendente non c'era più traccia.

"Stavamo ballando" rispose lui.

"A me non sembra" continuò a strillare.

"Non mi importa se non sembra così, tantomeno se non mi credi. Io so cosa ho fatto" disse lui. Era parecchio arrabbiato.

"Penso di aver combinato un disastro" mi disse Logan mettendosi una mano sulla fronte.

"Sei il mio ragazzo e ti devi comportare come tale invece di trascorrere più tempo con altre anziché con me"

"Credo che tu abbia confuso un po' i ruoli. Non sei mia mamma, decido io con chi trascorrere il mio tempo. Oltretutto se non mi va di passarne con te qualche domanda fossi in te me la farei." Non urlava, la sua voce tendeva ad essere sempre più bassa e sapevo che non era un buon segno.

"Cosa stai cercando di dirmi?"

"Che è evidente che non mi va! Ci ho provato a tollerarti ma non fai altro che lamentarti degli altri invece di concentrarti su noi due. E hai di nuovo fatto un'altra delle tue scenate nonostante mi avessi promesso che non sarebbe più accaduto. Sono stufo"

Riccioli d'oro abbassò le sopracciglia, aprì la bocca per dire qualcosa ma la precedette.

"E non provare a scusarti, chiedermi di perdonarti o piangere perché sta volta non funzionerà."

"Che significa?" Gli chiese quasi terrorizzata.

"Che abbiamo chiuso, definitivamente" rispose lui.

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