Amori sbagliati 2 H.S.

1-New York, New York

"Non posso credere che io lo stia facendo sul serio." mormora Drake più a se stesso che a noi altri scuotendo la testa con rassegnazione prima di lanciarmi un'occhiata attraverso lo schermo del computer ugualmente contrariata.

Ha impiegato due mesi e mezzo a convincersi ma alla fine la nostalgia ha avuto la meglio sul buon senso e questa è la nostra prima cena virtuale. Tutti in tre stati diversi, con tre fuso orari diversi eppure tutti con una pizza davanti.

"Mi mancate così tanto che potrei piangere." Bofonchia Irina  con la bocca piena di pizza seduta sul balcone del suo nuovo appartamento in Francia con bel cielo soleggiato a farle da sfondo e il cartone della pizza sulle ginocchia.

"In effetti la tua è proprio una faccia dispiaciuta." la prendo in giro. "A me New York è mancata così tanto invece, come ho pensato di poter sopravvivere lontano da qui?" esclamo, sono arrivata solo da qualche ora, ma da subito mi sono sentita a casa, ognuna di queste immense e trafficate strade mi è mancata più di quanto mai potessi immaginare.

"Vediamo come la penserai domani, dopo che la tua operazione Kamikaze andrà malissimo." sottolinea Drake con il suo solito, rincuorante ottimismo. Domani tornerò a casa di mio padre, per Harry. Il tempo, la distanza non hanno giovato a nessuno dei due e perfino mio padre fermo sulla sua idea ha dovuto ricredersi.

"Lo so già che non sarà facile e che Harry mi mollerà un serie infinita di due di picche ma devo farlo, non riesco a dimenticarlo e vorrà pur dire qualcosa no? E da ciò che mi ha detto mio padre nemmeno lui l'ha fatto. Mi manca." giustifico così la mia scelta insensata di tornare e provare a vedere che succede. La testa in questi due mesi è stata martellante solo su di lui, ci sono stata davvero troppo male e ho capito che non è finita nel momento esatto in cui mio padre mi ha detto quanto anche Harry stia ancora a pezzi.

"Vuol dire che sei nella merda fino al collo e ci stai nuotando a dorso. La stessa situazione mia e di Cassy. Non mi chiama da quando mi sono trasferito in questo campus maledetto. Mi manca. A me non manca la gente, quella donna mi ha rovinato. Non meritavo questa fine." sbuffa risentito mollando il pezzo di pizza ancora a metà sullo scatolo prima di richiuderlo e lanciarselo alle spalle. 

"Il mio coinquilino Belga stanotte mentre era ubriaco, stanco della pianta enorme che c'era sul terrazzino ha deciso di svuotarla nella vasca da bagno. Adesso la vasca è otturata perché per farla andare via ha aperto l'acqua e non ha funzionato ed esce terra anche dal lavandino della cucina, in tutto questo qui fa un caldo infernale , l'idraulico non verrà prima di tre giorni e io puzzo come una capra. Niente a che vedere con i vostri traumi amorosi ma non si batte chiodo da un po' e questo è quanto." mormora sconfortata Irina provocando la nostra risata.

Il Karma ha deciso di circondarla di persone più problematiche di lei a quanto pare e tocca a lei risolvere per una volta i casini che combinano gli altri.

Finiamo la pizza e di conseguenza anche la videochiamata che ormai qui a New York sta per sorgere il sole. 

Il Jet leg mi ha distrutto ma l'aver dormito durante il volo mi fa sentire intontita e ancora più spaesata. Resto pertanto sveglia, nella mia camera d'hotel a immaginare come sarà rivedere Harry.

Quando mancano pochi minuti alle dieci Roman, il fidanzato di mia madre il quale si è premurato di fare le sue veci non solo durante il lungo viaggio da Tokio a New York ma anche di accertarsi che io arrivi da mio padre sana e salva.

Avrei già dovuto essere a casa, ma per un ritardo del volo siamo arrivati a New York che ormai era tarda notte e abbiamo deciso di fermarci in un hotel.

Roman è una persona estremamente gentile, e nel breve periodo che ho trascorso in Giappone abbiamo legato molto. Ho scoperto che lui e mia madre in realtà hanno iniziato ad uscire insieme qualche mese prima del trasferimento ma che non voleva farmelo conoscere finché non fosse totalmente certa della loro relazione.