Mia madre ancora non troppo soddisfatta del lungo giro di perlustrazione a cui mi ha sottoposto per tutta la mattina, trascinandomi per ogni via di New York o almeno così è sembrato ai piedi per riempirmi di vestiti e cianfrusaglie carine da indossare decide che vuole vedere dove lavoro e cosa faccio.
Le faccio promettere di non essere imbarazzante, di non intralciarmi e di non fare foto potenzialmente imbarazzanti quando faccio cose buffe.
Quando arrivo la mia stramba sostituta ha già aperto, Harry è già seduto lì ad attendermi con un sorrisino sornione che non reprime nemmeno vedendo mia madre che lo saluta cortese affiancandolo al bancone.
Non chiedo nemmeno ciò che voglia Harry, vedendolo solo con il caffè prendo una delle tante fette di torte e gliela piazzo davanti.
"Non ho chiesto la torta."
"Conosci già la risposta, se vuoi stare qui devi consumare."
"L'altra tizia non la pensa così."
"E' nuova. Mangia e zitto."
"Non ti darò la mancia nemmeno oggi."
"Sopravviverò." ribatto, stesso dialogo di ogni giorno ormai, sorrido divertita. Mi infastidisce ma è divertente, mi è sempre piaciuto battibeccare con lui e vorrei che questo non fosse l'ultimo giorno di lavoro per continuare a farlo.
"Cosa prendi mamma?"
"La torta al cioccolato più grande del mondo, battiamo ogni record. Sto morendo di fame e un caffè enorme con la panna. Oh puoi mettere del gelato sulla torta? Una montagna, alla vaniglia con topping al burro d'arachidi." mormora e se non conoscessi mia madre o il mio stomaco penserei fosse troppa roba per un donnina così piccola ma sapendo di chi si tratta faccio un enorme fetta di torta condita con altrettanto gelato e una cascata di burro d'arachidi.
"Mi conosci così bene, le altre cameriere non fanno mai ciò che chiedo." risponde estasiata mentre le passo la torta e il caffè con la panna.
"Qualcuno vi ha mai detto che siete assurdamente inquietanti, avete lo stesso modo di parlare, le stessa voce, vi muovete perfino allo stesso modo e siete uguali."
"Ehi ho davvero tutte quelle rughe?" brontolo come risposta specchiandomi in un cucchiaio.
"Rughe? Razza di ingrata io non ho rughe! Aspetta che ti prendo e ti devono stirare per far andar via le pieghe che ti faccio diventare uno sharpei."
"Chiamo gli assistenti sociali ti avviso." dico brandendo il cucchiaio.
"Hai vent'anni, al massimo chiami la polizia, stolta." brontola esasperata scuotendo la testa. Prima che c'è ne rendiamo conto sia io che Harry stiamo ridacchiando insieme e appena me ne accorgo smetto.
Con la scusa che mi distrae gli impongo di restarsene nel tavolino all'angolo a meno che non vuole che gli serva tutto il cibo del locale che lui dovrà masticare per restare.
Non deve socializzare con mia madre, jamie avrebbe dovuto farlo.
"Ti fa gli occhi da pesce lesso." mi canzona lei.
"Non è vero." rispondo imbarazzata.
"Oh sì, non credo sia qui per il caffè. Continua a guardarti cotto a puntino, e a te non dispiace, sorridi. Ti fa piacere. Pensaci, perché ti fa piacere?" allude mia madre, odio quando fa così. Odio quando cerca di entrare nella mia testa e di sottolineare le cose mentre io metto in ordine la cucina assicurandomi che tizia se la stia cavando con i clienti.
Non le rispondo sapendo quanto sa essere insistente, sarebbe capace di farmi ammettere chissà quale diavoleria pur di avere ragione. Finita la torta decide che è ora di tornare a casa, mi prega di fare attenzione con Jamie che fino ad ora non aveva nominato e lascia la caffetteria, non prima di aver salutato Harry con la mano che rimane lì a guardarmi fino alla fine del turno.
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Amori sbagliati 2 H.S.
FanfictionTaylor è ancora confusa, Harry è arrabbiato e l'orgoglio di entrambi non è certo una cosa da poco. Harry Styles fanfiction