3-Buongior(NO)

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Non so da dove cominciare, la realtà è che faccio schifo a dimostrare le cose sopratutto quando dal lato opposto mi ritrovo un muro di mattoni come con Harry. Non mi è mai importato abbastanza di nessuno da dover dare spiegazioni, o tentare di farmi perdonare. Ma in questo caso è diverso.

Lui sa essere cocciuto come un mulo e intimidatorio come pochi con quelle sue occhiatacce e io non riesco proprio ad andarci piano e aspettare. Sono un ciclone e sto per travolgerlo.

Marie e Carlos sono usciti presto lasciando in tavola la colazione e io attendo paziente Harry comoda sul divano con una tazza di tè in mano e le gambe incrociate.

Fa capolino in cucina alle nove precise, è ancora assonnato segno che si è alzato da poco. Mi tiro in piedi e gli vado incontro decisa.

"Ciao." esordisco con un sorriso timido. Sobbalza, mi fissa un secondo stralunato, credo si stia ancora chiedendo se sono davvero qui, prima di sbuffare e borbottare qualcosa sottovoce. Non mi risponde si trascina al tavolo e si siede per fare colazione come se io non fossi lì.

"Non puoi ignorarmi." lo canzono sedendomi difronte a lui, ma pur di non darmi soddisfazione non risponde nemmeno.

"Dico sul serio, ti darò il tormento." provo più seria ma lui fa finta di non vedermi. Ormai al limite inizio a lanciargli palline di carta fatte con un pezzo di tovagliolo e dopo l'ennesima che gli arriva in fronte finalmente mi guarda.

"Che vuoi? Sei esasperante."

"Voglio parlare."

"Ancora? Lo abbiamo fatto ieri e mi basta, non mi interessa perché lo hai fatto, se hai avuto paura, se era una ragione valida. Mi hai mollato con un bigliettino, la nostra relazione valeva questo per te e per me è chiusa, finita." ribatte freddamente prima di prendere un sorso di caffè.

"Non è una cosa su cui ho ragionato, ho litigato con mio padre quella sera e non ci riuscivo più a stare qui così sono andata via. Non avevo il coraggio di dirti che dovevo andare via guardandoti negli occhi."

"Bella scusa di merda." bofonchia preso male , lasciandosi andare corrucciato contro lo schienale della sedia.

"Non è una scusa, è quello che successo. Ho sbagliato, ma vuoi sul serio rimanere arrabbiato con me per sempre? Anche tu credevi di fare giusto quando mi hai respinta." sorride, il suo volto assume un'espressione incredula mentre scuote la testa.

"Volevo evitare appunto questo, sei tu che hai insistito e alla fine quando è successo quello che già sapevamo. Sei scappata e mi hai fatto male." dice duramente.

"Ho insistito perché ti amo, e non ho mai smesso di credere in noi, sono tornata qui solo per te fosse per me non ci avrei più messo piede qui." mi avvicino a lui, gli afferro la mano, mi guarda fisso, irremovibile prima di spostare lo sguardo verso quel contatto. Mi lascia intrecciare le mie dita con le sue e io la prendo come una piccola vittoria.

"Saresti dovuta tornare quando te l'ho chiesto, salendo su quell'aereo mi hai perso per sempre." dice aspro cercando di divincolarsi alla mia presa ma non glielo permetto.

"Smettila di vedere solo il mio errore, avevamo tanto noi due, eravamo felici e non ho fatto altro che pensarti in questi mesi."

"Il mondo è andato avanti anche senza di te, sono stato con un'altra." risponde a tono, sempre freddo e distaccato e non provo certo piacere nel sentirlo. Le sue parole mi fanno vacillare, è un pensiero che non mi ha nemmeno sfiorato quello di andare con un'altro o anche solo di conoscerlo ma mi sforzo di pensare che sono stata io ad andare via e non posso pretendere che lui non abbia provato ad andare avanti.

"Io posso capirlo, sono stata via mesi non posso incolparti se ad un certo punto hai cercato di andare avanti. Non mi fa piacere ma me la sono cercata."

"E' successo il giorno dopo la tua partenza per Tokio e continuiamo a vederci."ribatte coinciso come se provasse un perverso piacere nello sbattermelo in faccia. Resto di sale, immobile cercando di scorgere una provocazione, una vena di falsità ma lui è serio, e me lo sta dicendo come se mi stesse dicendo che oggi ha comprato le uova al supermercato.

"Stai scherzando?" ecco tutto quello che riesce ad uscirmi con molta incredulità dalla labbra mentre lui conferma ancora una volta ciò che ho sentito. Ritraggo immediatamente la mano, mi allontano da lui come scottata. E forse scottata lo sono davvero da tutto questo.

"Sei tu che te ne sei andata." risponde a muso duro come se fosse l'unica giustificazione da dare.

"Non aspettavi altro! Nemmeno il tempo di salire sull'aereo che eri già con un'altra, ti sei consolato in fretta." gli ringhio contro come un cane rabbioso scattando in piedi. Non posso credere a ciò che sento, al modo in cui lo dice e sopratutto come tutto questo possa far male.

"Hai detto di amarmi e te ne sei andata, non ti azzardare nemmeno a farmi la predica, è colpa tua."

"Anche tu hai detto di amarmi e 36 ore dopo eri a letto con un'altra, due giorni Harry. Come può anche solo venirti in mente di fare una cosa del genere se ciò che provavi era reale? Non lo era è semplice. "

"Adesso è colpa mia? Tu te ne vai, mi molli con un biglietto e lo stronzo sono io? Io non la volevo un'altra, volevo te, se fossi rimasta non sarebbe successo nulla. Mi hai spezzato il cuore maledizione e Michelle ha solo raccolto i pezzi." ed eccola l'ultima cosa al mondo che davvero mi aspettavo di sentirgli dire. Lui e Michelle, lui con un'altra e la fine della nostra relazione. Eppure non riesco ad essere triste sono solo furibonda.

Ho passato gli ultimi due mesi a torturarmi a chiedermi come stesse, se si sentisse perso come me, senza un pezzo mentre lui quel pezzo l'ha trovato altrove. Sono arrabbiata perché gli sono bastate poche ore per dimenticarmi mentre io ho il cuore a pezzi da mesi e sono delusa, perché ho appena scoperto che l'amore eterno che mi è sempre piaciuto immaginare, capace di affrontare tutto non lui e che probabilmente non esiste. Infondo ciò che più mi fa stringere il cuore è l'idea che alla fine ha ragione lui, è anche colpa mia che sono andata via ma non posso non chiedermi a questo punto se non sarebbe comunque successo alla prima lite.

"Tanto timorata di Dio, vergine fino al matrimonio e bla bla bla, alla fine le mutande le ha perse. Ipocriti, ecco cosa siete, non era troppo stupida per te? Grazie per avermi illuminato Harry, chiaramente ti ho dato più importanza di quanto meritassi. Posso andare facilmente oltre adesso." il mio tono si stabilizza, il suo sguardo vacilla sul finale ma non dice nulla si stringe con indifferenza nelle spalle e vorrei schiaffeggiarlo. Per quanto vorrei fosse così non sarà facile passare oltre, non dopo quest'enorme palo preso in fronte.

"Sei stata tu a farmela vedere sotto una luce diversa." mormora cattivo.

Amareggiata, con tutto l'orgoglio malconcio che mi resta me ne torno al piano di sopra per finire di prepararmi, senza versare nemmeno una lacrima e andare al mio colloquio di lavoro e proseguire la giornata e a maledirmi per essere stata gentile che Michelle che non ha mai meritato nemmeno un briciolo della mia compassione.


Amori sbagliati 2 H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora