43- solo ciao

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Mentre Jamie tornava ad essere il ragazzo che ho conosciuto inizialmente, romantico, divertente e protettivo io divento sempre più lontana dalla ragazza che è andata a casa sua per farsi scattare quelle foto, che l'ha baciato e che era felice di averlo lì.

Per quanto piacevole è diventata nuovamente la sua compagnia, lo sento che mi manca qualcosa e la cosa strana e che accade nei momenti meno opportuni e più bizzarri. Non è qualcosa a cui penso o che mi ossessiona, anzi a tratti non mi ricordo nemmeno di Harry, vado avanti tranquilla finchè il telefono non segnala una notifica e allora sento il cuore in gola e il bisogno ossessivo di vedere chi è rimanendo sempre delusa nello scoprire che non è lui.

Succede anche di notte, mentre dormo, il mio sonno è diventato tanto leggero o forse è il cervello a riconoscere il richiamo del cellulare ma se sento la vibrazione non posso far a meno che spalancare gli occhi all'istante e controllare.

Mi sono imposta di non pensarci e la mia mente allora mi fa notare quanto mi manca qualcosa attraverso questo stupido meccanismo.

Stanca di non avere sue notizie decido di essere io a inviargli un messaggio infondo tutto questo è iniziato da me e non può essere sempre solo lui a cercarmi.

Perciò afferro il telefono, gli mando un semplice saluto ben consapevole che potrebbe ignorarmi e non avrebbe tutti i torti visto la situazioni, e aspetto.

Aspetto finché non mi rendo conto che non mi risponderà e allora con il cuore almeno un po' più leggero per aver tentato controllo ancora una finestre e inserisco l'allarme prima di andare a letto. Il tempo sembra minaccioso e io sono inquieta a stare qui da sola. 

Forse avrei dovuto accettare l'invito di papà, ma mi sembra il momento di crescere e di smettere di aver paura di una casa grande e buia e di un temporale.

Mi sveglio tardi, la chioma dell'albero sotto la mia finestra continua a ondeggiare minacciosa nel vento che con il passare delle ore sembra aumentare gradualmente insieme a raffiche di copiosa neve. Una di quelle giornate da passare a letto insomma e visto che è domenica mi concedo di farlo. Mi trascino in cucina giusto per mangiare qualcosa di rigorosamente troppo calorico e zuccheroso e mi rimetto a letto a poltrire insieme a qualche serie tv.

E' pomeriggio inoltrato quando alla televisione hanno annunciato che la tempesta di neve sta per raggiungere il suo picco nelle prossime ore e che è consigliabile rimanere a casa quando il campanello interrompe il mio poltrire. Ancora in pigiama con le babbucce fatte da mia nonna in lana ai piedi mi dirigo giù per le scale. Rimango sorpresa quando controllando dal monitor scopro Harry che si sta lentamente trasformando in un pupazzo di neve sulla porta.

"Harry, che fai qui? Non vedi che c'è una tempesta di neve?" Domando aprendo subito la porta mentre lo invito mettendomi di lato ad entrare. E' ricoperto di fiocchi, e non mi sfugge quello posato sulle sue ciglia che guardo finchè non si scioglie.

"E' peggiorata mentre venivo qui." annuisco lentamente, richiudo la porta e mi preoccupo di prendere la sua giaccia e il suo cappello per metterli accanto al termosifone così che si asciughino.

"Adesso sei bloccato qui con me però, hanno chiuso la metro e le strade sono bloccate, l'allerta meteo è alta."

"Per questo sei già in piagiama?"

"No, sono così da stamattina, non guardarmi questo pigiama è indegno."

"E' una mucca quella sulla maglietta?"

"No, è michelle non vedi la somiglianza?" ribatto sarcastica, incrociando le braccia al petto per il suo essere sempre così dispettoso.

"Non ti ho mai visto con un pigiama del genere addosso." ridacchia.

Amori sbagliati 2 H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora