48- incertezza

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Con abile prontezza di riflessi sono riesco a nascondere a mia madre ogni livido con l'ausilio di vestiti e un buon correttore, lo stesso non è per la mia espressione cupa che non mi permette di celare il mio malessere, più che tristezza vera e propria la mia è stanchezza.

Sono stanca di aspettare per sapere se sto aspettando un bambino, stanca di tenere questo segreto, ma sopratutto sono ancora stanca per quello che è successo con Jamie. Per due interi giorni non si è fatto sentire e ogni fibra del mio essere spera che sia così per tutto il resto della mia vita. Mi ha provato troppo a livello mentale tutta la storia con lui, che seguiva già un periodo faticoso con Harry e mio padre portandomi al punto di voler vedere il mondo esploso.

Ho attribuito il mio pessimo umore a Jamie, le ho detto che ci siamo lasciati, senza scendere nei dettagli. A differenza di mio padre che conteneva a stento l'entusiasmo mia madre nonostante sia sollevata vedevo quella nota di preoccupazione costante nei suoi occhi.

Non voleva più vedermi come in Giappone, apatica, triste e persa come un tronco vuoto abbandonato alla riva di un ruscello. Ma per quanto provata sento solo il bisogno di riposare. Da quando sono tornata a casa tutto ciò che voglio è fare una lunga dormita, dipingere e aspettare il Natale.

"Tesoro, viene a fare colazione, c'è anche Jason."

"In realtà oggi devo fare le analisi, non posso. Ma scendo così vi faccio compagnia." rispondo, infondo se continuo a starmene qui seduta con il cuore in gola, non credo riuscirò davvero ad alzarmi e portare il mio culo pigro e spaventato nel laboratorio. Quanto vorrei che fosse negativo ma ogni dannato segnale che da il mio corpo mi porta a pensare il contrario.

"Stai male?" domanda subito con gli occhi spalancati e pronta a prepararmi il letto di morte, se solo sapesse probabilmente servirebbe a lei.

"Sono sana come un pesce e solo il normale controllo." tira un sospiro di sollievo e insieme a lei andiamo in cucina dove mio fratello dondola sulla sedia rimpinzandosi di cereali.

"Jason, non dondolare sulla sedia puoi farti male." dice lei sbuffando mentre gli assesta uno schiaffetto alla nuca che lo fa contorcere.

"Ahi cazzo! sei tu a farmi male."

"Hai quasi trent'anni, sarebbe imbarazzante per entrambi se ti dovessi sculacciare, niente parolacce!" non appena la mamma si gira lo prendo in giro colpendolo con un paio di cerali. Ma mi tocca smettere quando si siede al tavolo con noi.

"Allora, come mai ti sei lasciata con Jamie?" chiede diretto mio fratello e riesco a vedere mia madre fulminarlo mentre mima la parola 'tatto' come se mi potessi rompere per così poco infondo ho capito al volo che mio fratello non è solo passato per una visita. Figuriamoci se la sua pigrizia lo avrebbe portato qui, il mercoledì così presto.

"Perché ha fatto quello che fanno tutti i drogati, mentire. Effettivamente con la metanfetamina ha smesso, è passato all'ossicodone e l'eroina, almeno credo fosse eroina è di quelle che metti sul fuoco, e bla bla e te la spari in un braccio con la siringa." rispondo cantilenante, mia madre mi guarda fissa, ma non dice nulla forse oltre gli insulti e qualche urlo isterico non ha molto da dire.

"Bella merda, quindi è finita? Non ricomparirà come l'ultima volta."

"No. Ma non so quanto gli conviene. Non me ne frega niente in realtà, l'ho mollato il quel residence e me ne sono andata, per quanto ne so potrebbe essere morto, ma non sono così ottimista. Più che altro non sento Harry da dodici giorni e mi ha chiesto di non chiamarlo, di non farmi vedere a meno che non sia strettamente necessario per motivi di famiglia perché gli ho spezzato il cuore andandomene con il cretino e questo mi fa venire voglio di farmi fare una tac al cervello e capire quale genere di parassita ho nel cervello."

Amori sbagliati 2 H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora