Lascio passare due giorni senza accennare ad una chiamata, messaggio o risposta ad uno dei suoi centinaia di biglietti e regali.
Lascio che la rabbia lasci posto alla rassegnazione, non ci vi sono molte alternative a questa situazione e la nausea mattutina che ormai mi perseguita non mi lascia ben sperare.
Gli invio un messaggio , decidendo di sbloccare il suo numero per invitarlo a colazione fuori e vedere se è ben disposto ad accettare le mie condizioni o meno. Mi risponde all'immediato come se non stesse aspettando altro e un po' mi fa tenerezza.
Indosso di proposito la mia gonna nera corta alle quale ha fatto sempre storie e ci abbino un maglioncino. Me la prendo con comoda prima di arrivare alla caffetteria vicino casa sua ma arrivo comunque in anticipo. Ordino la mia colazione e nel momento esatto in cui la cameriera si allontana lui entra, alto e difficile da non notare come sempre. Si accorge di me dopo essersi guardato intorno e falcate mi raggiunge dopo aver quasi preso in pieno la cameriera, piccola e ancora più bassa di me che probabilmente per via della statura non avrà nemmeno notato.
Mi lascia un bacio sulla guancia prima di sedersi difronte a me, è sorridente probabilmente è davvero felice di vedermi nonostante la gonna che squadra per alcuni secondi ma su cui non dice nulla.
La cameriera prende anche la sua ordinazione e ci lascia soli a guardarci, nessuno dei due parla ma il suo sguardo è meno inquietante del solito. Sembra più luminoso meno serioso.
Prima di aprire bocca aspettiamo che arrivi la colazione ed è lui a prendere coraggio.
"Queste ciambelle ti uccideranno è inzuppata d'olio e ricoperta da una quantita imbarazzante di zucchero e cioccolato."
"Morirò felice almeno, Mi piace lo zucchero e adoro i grassi polinsaturi e non pensare che io non abbia notato che a parte i cioccolatini hai tentato di rifilarmi tutta roba sana. Caramelle di sola frutta biscotti con pochi grassi e dolcificati con la stevia, avevano perfino l'avena dentro." mormoro con un smorfia, resteranno a giacere nella credenza a vita probabilmente. Accenna un sorriso divertito e scuote la testa girando il suo caffè.
"Non voglio ostruire le tue piccole vene più di quanto non abbia già fatto con i cioccolatini. Non mi hai chiamato per due giorni, iniziavo a pensare che non mi avresti parlato più." Ammette tristemente con gli occhi puntati sul tavolo.
"Ero parecchio arrabbiata, lo sono ancora a dire il vero ma molto meno."
"Mi dispiace davvero, per tutto. Ho dato di matto hai ragione io non sono così e solo che lui è un tale sbruffone ed era così sicuro che avresti scelto lui che quando l'ho visto lì che insisteva non ho retto e l'ho aggredito. Non ho mai fatto una cosa del genere e non so nemmeno perchè ti ho detto quelle cose, non volevo ammettere di aver sbagliato di aver fatto passare dalla ragione lui." spiega, ascolto attentamente ciò che dice ma delle scusa non bastano in questi casi. I suoi lividi non spariranno solo perchè ha chiesto scusa ma il fatto che per lo meno ha smesso di vantarsi e pavoneggiarsi come un troglodita è già qualcosa.
"Mi fa piacere sentirlo, visto che sei davvero così dispiaciuto non ti verrà difficile scrivere delle scuse sincere a mio padre e anche ad Harry. No?" domando seria, mente il suo volte assume un'espressione di stupore.
"Non puoi chiedermi questo, è come ammettere che ha vinto." mugolo.
"Ti sei comportato da cevernicolo, alla mia famiglia non piacevi già e io sono settimane che non faccio altro che ripetere a tutti quanto invece sei carino e dolce. Cosa credi che hanno pensato dopo che hai aggredito il figliastro di mio padre? Perciò si te lo chiedo e sei realmente dispiaciuto non dovrebbe venirti difficile prendere una penna e scrivergli un biglietto in cui ti scusi con entrambi. Ti direi di andarci a parlare ma se ti avvicini a quella casa mio padre ti prende a calci perciò una lettera sarà perfetta." ribatto prontamente con tono deciso con aria di chi non ammette e lui anche se abbatutto cede alla mia più che ragionevole richiesta e mi assicura che lo farà al più presto.
"Inizi ad essere ragionevole ora devi meterti in testa che non sono un soprammobile e che pertanto non ti appartengo e faccio ciò che mi fare e direi che iniziamo ad essere su un ottima strada."
"Non capisco perchè ti dovresti arrabbiare se dico che sei mia. Lo intendo nel senso che stai con me, che non vai con altri."
"Come se fossi un'oggetto sotto il tuo controllo. Non vado con altri perchè sono tua, non ci vado perchè non ne ho voglia ma se volessi sono libera di farlo e il massimo che tu puoi fare è lasciarmi. E' così che fa la gente normale, non ti appiccica al muro, non ti sovrasta. Non sei il carceriere non decidi tu se sto o meno con te. L'altra faccia del maschilismo è il machismo. Non puoi fare il maschio dominante, non siamo più nell'ottocento." ribatto e metto fine alla conversazione mentre lui alza le mani in segno di resa porgendomi ulteriori scuse mentre finisco la mia ciambella unta e zuccherosa mandando giù un sorso di caffè.
"Pago io" lo fulmino quando sta per dare la carta di credito alla cameriera, sta per ribattere ma ricordandosi delle mia parole si affloscia sulla sedia e mi lascia fare.
"Sei perfida." piagnucola.
"Assolutamente." rispondo.
"Non so perchè ho fatto tante storie su questa gonna, mi fa morire." mi ribatte giocoso e finalmente riesco a intravedere il ragazzo che ho conosciuto e che mi fa avere qualche barlume di speranza sul futuro.
"Prometti che manderai le tue scuse entro oggi?" gli ripeto scrutandolo attenta ad ogni sua mossa.
"Promesso." Risponde, mi guarda titubante per qualche attimo, in gesto rapido mi si avvicina e mi lascia un bacio a stampo sulle labbra allontanandosi subito come per tastare la mia reazione. Gli faccio un mezzo sorriso enigmatico, e lo ignoro senza dargli troppo spago.
"Posso accompagnarti a casa dopo le lezioni?"
"Va bene ma dritta a casa, torna mio fratello oggi e non voglio far tardi." dico solenne e lui annuisce con un lungo sorriso. Prima di andare via si azzarda a stamparmi un'altro bacio, più lungo e caldo che ricambio appena giusto per farlo cuocere un po' nel suo brodo.
Dopo, scuotendo la coda sparisco dietro l'angolo della strada e mi accingo dopo questi giorni di improvvisata vancanza a recarmi alle mie lezioni e a pregare Lucy e Jane di passarmi gli appunti.
Al termine delle lezioni come da accordo, Jamie attende poggiato alla sua auto con un ampio sorriso mentre guarda nella mia direzione. Potrebbe funzionare davvero, mi dico.
Decido di lasciarmi un po' andare e stavolta sono io a stampargli un bacio veloce sulle labbra. Come a volerlo premiare per aver tenuto un buon comportamento , sembra quasi di addomesticare un cucciolo.
Ma è possibile o anche solo giusto usare questo metodo con gli esseri umani? Non mi importa sembra funzionare e pertanto me lo faccio stare bene.
Mi accompagna a casa, mi saluta affettuoso e io mi affretto a rientrare in casa sapendo che Jason ormai sarà arrivato.
Non mi sbaglio infatti. Per la casa si è dissuso il tipico odore di patate al rosmarino che fa la mamma misto ad un pungente odore di Curry e dal salotto provengono le loro voci.
Non mi perdo troppo in saluti mi limito ad interrompere con poca grazia le loro chiacchiere e buttarmi addosso a Jason che resta shiacciato contro il divano.
"Sempre il solito uragano." brontola lui strizzandomi una guancia mentre rotolo al suo fianco, dove Dan mi ha fatto spazio e saluto anche lui.
"E tu il solito fuggiasco, sei sparito per due mesi."
"L'africa era molto bella." ribatte stringendosi nelle spalle come se fosse una cosa normale.
"Stavamo parlando di Jamie, a forza di strisciare alla fine ha vinto." dice mia madre con un velo di ironia.
"Mi stavate spiando dalla finestra?"
"Sì" rispondo in coro senza vergogna. Non mi dilungo su Jamie, sarebbe difficile spiegare perchè ho voluto dargli una seconda possibilità nonostante ciò che ha fatto e ciò che ho fatto io con Harry senza riverlargli la possibilità di un bambino di mezzo per tanto sbuffo e sposto l'attenzione sul pranzo e sul fatto che Jason è qui e che come sempre mi è mancato tanto.
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Amori sbagliati 2 H.S.
FanfictionTaylor è ancora confusa, Harry è arrabbiato e l'orgoglio di entrambi non è certo una cosa da poco. Harry Styles fanfiction