7-sorpresa!

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Daya non aveva più intenzione di sentire una sola parola, lamentela o sbuffo riguardo la mia situazione sentimentale, le è parsa subito una buona idea perciò organizzarmi un'incontro al buio. 

Non ho la minima idea di chi passerà a prendermi di fronte la stazione della metro, tutto ciò che mi è dato sapere è che è carino, disponibile e simpatico almeno secondo gli standard di Daya. E' convinta che mi piacerà e io ho solo accettato, infondo che male può farmi un appuntamento? 

Mi sono messa in ghingheri, un abito carino, ho acconciato i capelli e mi sono anche dedicata al trucco pur di mettermi del giusto umore senza concedermi di partire prevenuta. Se Daya ha insistito tanto deve essere un ragazzo davvero decente e io ho ormai superato la fase Harry.

E' parecchio che non ho un vero appuntamento e non nascondo un certo nervosismo, sopratutto perchè non vorrei deludere le sue aspettative. Quando sono pronta, con un elegante ritardo di cinque minuti esco di casa e mi reco nel luogo designato. 

Nessuno sembra essere lì ad aspettare qualcuno ma prima che me ne renda conto un ragazzo con un lungo ciuffo biondo e gli occhi castani mi viene incontro.

"C'è qualche speranza che tu sia Taylor?" domanda titubante e imbarazzato.

"Sei Luke?" domando a mia volta accennando un sorrisino, è decisamente carino e ha un accetto californiano molto marcato. E' il mio tipo, almeno fisicamente e Daya lo sa bene.

"Non ci speravo lo giuro, sono contento di conoscerti, Daya parla benissimo di te." ricambia il sorriso e cortese mi invita verso la sua auto. E' educato, galante e non so se sia solo una facciata ma non mi dispiace essere coccolata un po'.

"Dice lo stesso di te. Sai è la prima volta che mi presto a questo genere di cosa, fa uno strano effetto."

"Già,anche per me,  incuriosito mi son detto di provare. Ho prenotato in uno ristorante carino, ti va?" annuisco e mi rendo conto che non è stata affatto una pessima idea. Durante il tragitto mi racconta che ha vent'anni, studia economia alla NYU e che la sera lavora in un cinema come bigliettaio. Si è trasferito a New York alcuni anni fa con la sua famiglia ma vive solo in un appartamento sulla madison.

Capisco adesso cosa intendesse Daya con ottimo pedigree e mi sento in imbarazzo per lui per l'interrogatorio a cui l'ha sottoposto la mia amica.

Gli racconto un po' di me, non scendo nei dettagli ma lui sembra apprezzare.

Il ristorante è davvero carino e sembra anche abbastanza costoso, se il suo intento era fare bella figura ci è riuscito. L'atmosfera è calda e accogliente all'interno e il nostro tavolo è appartato al punto giusto da permetterci di conversare.

Parliamo per tutta la sera, ha sempre il sorriso in bocca e la battuta pronta rendendo la serata leggera e davvero bella. Non penso a niente se non a divertirmi e quando mi riporta a casa, chiedendomi di nuovo di uscire accetto volentieri.

Non si spinge oltre, non prova a baciarmi e mentalmente gli sono grata di non aver affrettato le cose. Mi lascia solo un tenero bacio giocoso sulla mano e aspetta fuori dall'auto che io sia dentro casa prima di andar via.

Varcata la soglia, noto mio padre sobbalzare e fingere noncuranza mentre stava cercando di spiarmi dalla finestra con un orribile vestaglia a trama scozzese addosso.

"Mi stavi spiando?" chiedo atona.

"Assolutamente no, passavo qui vicino e cercavo di capire chi fosse la macchina parcheggiata difronte casa mia." prova a dire non troppo convinto. "Ok, ti stavo spiando, sono tuo padre ho il diritto di sapere chi è di conoscerlo."

"Papà, non lo conosco nemmeno io, è la prima volta che usciamo insieme." sbuffo.

"La prossima sarà la seconda, potrebbe qualificarsi." 

Amori sbagliati 2 H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora