35- al solito posto

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Martedì arriva in fretta, una volta tanto riesco a svegliarmi presto e prima di Jamie. Sarà che il non combinare nulla non mi fa più avere troppo sonno. E' appena sorto il sole, apro la finestra del salotto per fare entrare un po' di luce ma con scarsi risultati visto che il cielo è grigio e preparo la colazione.

Se fossi sola, avrei mangiato fuori, qualcosa di zuccheroso, pieno di grassi idorgenati e possibilmente al cioccolato o fritto ma Jamie e la sua apprensione verso la mia alimentazione sono contrari al cibo spazzatura o ai dolci per tanto mi accontento di un insipido yogurt greco che decoro con della frutta, miele e qualche nocciolina per renderlo almeno a gli occhi appetibile. 

Preparo lo stesso per lui e lo lascio in frigo in attesa che si svegli. Quando guardo il cellulare mi sorprende trovare il messaggio di mio padre in cui mi avverte che non oggi non avremo alcuna seduta e sapendo quanto ci teneva decido di chiamarlo per assicurarmi che non sia successo nulla di grave.

Rispondo al secondo squillo, la sua voce è bassa e confusa, molto formale però.

"Pronto?"

"Papà, sono io. Grazie di aver salvato il mio numero. Ho letto il tuo messaggio è successo qualcosa?"

"No, la dottoressa ha avuto non so quale problema. E' carino da parte tua chiamare. Non avevo guardato lo schermo. Come stai? Dio questo maledetto affare non la smette di suonare." bofonchia tra sè prima che una serie di tonfi plasticosi e un pigolare continuo e fastidioso si facciano largo nell'apparecchio.

"Bene, ti va se più tardi passo da te in ufficio o hai da fare?"

"Passa pure, mi farebbe piacere non sei mai venuta nel mio ufficio." dice ma lo sento ancora impegnato a distruggere qualche strano oggetto perciò confermo e velocemente riattacco lasciandomi andare contro la sedia. 

Perfino andare a trovare mio padre è divenuta una prospettiva allettante più di stare confinata in questa casa a cui per quanto cerchi di adattarmi non riesco proprio. Mi sembra sempre una situazione temporanea. Qualcosa destinata a finire e ciò non mi permette di affezionarmi o sentirmi pienamente a mio agio.

"Con chi parlavi a quest'ora?" Sobbalzo nel sentire la voce di Jamie alla mie spalle. Mi volto lentamente mentre lui tira indietro i capelli spettinati.

"Con mio padre, niente più terapia, così ho deciso di andarlo a trovare in ufficio."

"Come mai vai a trovarlo?" chiede innocente mentre dal frigo tiro fuori la sua colazione e gliela porgo.

"Ti ho promesso che avrei evitato le cene per un po' ma mio padre devo pur vederlo ogni tanto e nel suo ufficio c'è solo lui."

"Ti amo tanto, cerca di non litigarci voglio vederti allegra." Sorride mi da un bacino e io mi sento tanto un bassotto che per la sua capriola ha appena ricevuto un croccantino e due carezze. Il suo sguardo è soddisfatto e mi infastidisce, dovrebbe sentirsi un minimo in colpa, scusarsi per avermi imposto dei limiti per via della sua paranoia non essere felice di questo. 

Ma cerco di vedere il lato positivo, è premuroso e si preoccupa ancora per me e da quando abbiamo parlato tutto eccetto me è tornato al suo posto. 

Finisco in fretta la mia colazione e vado a cambiarmi per giungere in tranquillità nell'ufficio di mio padre accompagnata da Jamie che mi da sempre la sensazione che lo faccia più per tenermi d'occhio che per altro. Mi chiedo quando la smetterà di trattarmi così, ma conoscendo le mie colpe, faccio finta di nulla, infondo ho davvero baciato Harry e non avrei dovuto.

Attraverso l'edificio. Non sono mai stata qui, ma è enorme e ognuno sembra esser troppo impegnato per darmi retta. Mi guardo intorno e a tentoni riesco a trovare il piano e l'ufficio giusto. Le imprecazioni di mio padre hanno aiutato molto nell'ultima fase.

Amori sbagliati 2 H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora