19-sorprese

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Per quanto io abbia provato a insistere sul fatto che non fosse una buona idea, tirando in causa anche mia madre e mio fratello, niente ha fermato mio padre dal prendere un'ennesimo appuntamento in quello studio arredato in modo discutibile e dalla notevole puzza di disinfettante.

Anche secondo Jamie, sono tutto stronzate, mi appoggia, capisce perché non voglio andarci ma alla fine una settimana dopo mi sono lasciata trascinare per sfinimento. Non abbiamo parlato. Siamo rimasti in silenzio per un'intera ora a guardarci intorno in attesa di qualcosa che non è mai arrivato. Prima perlomeno conversavamo seppur raramente e in modo superficiale adesso ci viene più difficile, perfino salutarci al mattino è diventato più pesante.

Fuori dallo studio, noto la macchina di Jamie accostata. Vado verso di lui senza nemmeno pensarci su, questo ragazzo ha il potere di comparire e scomparire a suo piacimento ovunque.

"Ehi, che ci fai qui?"

"Ho cercato un po' su google. Pensavo ti facesse piacere avere un po' di supporto dopo così posso accompagnarti io dalla tua amica." sorrido e annuisco infilandomi in macchina. E' vestito di tutto punto, indossa un vestito blu che gli calza a pennello e una camicia bianca. Probabilmente deve andare a lavoro dopo ma è stato tremendamente carino.

"Mi sento una persona orribile, non puoi farmi da taxi." mormoro mordendomi il labbro.

"Mi piace terribilmente invece. Posso tenerti d'occhio, al sicuro. Sto tranquillo."

"Non c'è bisogno che mi tieni d'occhio."

"Mi piace la vista." ribatte con un velo di ironia, è testardo come un mulo e non riuscirò mai a fargli cambiare idea. Mi accompagna alla NYU da Daya, ma non mi lascia andare via prima di un lungo bacio anche troppo visto che siamo per strada. Ma lui è fatto così non gli importa e asfalterebbe chiunque provasse a farglielo notare.

Insiste alla fine per accompagnarmi fino alla paninoteca dove Daya mi aspetta insieme a Naomi e io lo lascio fare.

"Ora capisco perché non avevi bisogno di un passaggio. Chi è?" domanda Daya continuando a fissare Jamie che si allontana con fare malizioso.

"Stiamo insieme." rispondo.

"Sul serio? Stavo già per dirti di farmelo conoscere è carino." risponde delusa Naomi.

"Tu hai già il tuo catorcio accontentati. Quello lì nudo, regala soddisfazioni, sembra scolpito nel marmo."

"Puoi giurarci, anche i suoi addominali hanno gli addominali."

"Che sgualdrinella, ci sei andata a letto. Dove l'hai trovato?" mormora.

"Ci conoscevamo già, stiamo insieme da due settimane."

"Ti sei fatta incastrare di nuovo. Doveva essere il tuo esordio e invece ti sei accontenta di continuare a suonare nel suo baracchino." scuote la testa ma io la ignoro.

Ci mettiamo in auto, andiamo a prendere Leon e i Regali con ALyssa e ci mettiamo in viaggio verso il Connetticut per la festa che Alyssa ha organizzato per la bimba.

Non è il genere di festa che mi fa impazzire, so già che sarà piena di lattanti, mamme, e gente normalmente eviterei come la peste nera ma per Alyssa non ho proprio potuto sottrarmi.

Ce la prendiamo comoda, ci fermiamo a mangiare qualcosa per strada e arriviamo giusto in tempo per l'inizio del party. Una casa rustica di campagna, un prato immenso e tanti chiassossimi mocciosi che corrono sporchi di fango e cioccolato.

Ci sentivamo fuori posto con la nostra abbronzatura ancora fresca, i tacchi altri e l'aspetto fin troppo curato rispetto al resto dei presenti.

"Alyssa ci sono i tuoi amici di città." Urla una donna dai capelli ramati con un buffo accento che scopro dopo essere Irlandese. 

Amori sbagliati 2 H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora