33- Cose stupide

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So di dover avvisare Jamie del compleanno di Leon, che prima o poi dovrò farlo. Detesto l'idea, so già che non gli andrà a genio per via di Harry e ho cercato di rimandare fino alla fine.

Pranziamo, tranquilli e decido tra un boccone e l'altro di renderlo partecipe.

"Stasera, c'è il compleanno di Leon. Ci andrò." dico schietta, cercando di non dare importanza alla faccenda a contrario suo che posa la forchetta e poggia i gomiti sul tavolo per osservarmi con attenzione.

"E' necessario che tu vada?" domanda in tono calmo il che è un buon inizio.

"Direi di sì. E' il mio fratellastro e ho voglia di uscire un po'."

"Sei a casa da appena un giorno, sei uscita stamane. Non mi aggrada l'idea, c'è Harry come faccio a sapere che non ti starà addosso."

"Dovrai fidarti Jamie come faccio io con le tue modelle oppure puoi ignorare Harry e qualsiasi provocazione e venire con me." sbotto secca e già scocciata, la verità e che mi fa andare fuori di testa passare la mia giornata sempre con lui intorno, e il pensiero che sarà così per sempre mi fa dare di matto.

"Cosa c'entrano le mie modelle? Ti ho già detto che tu sei stata un'eccezione, sono molto professionale e ti amo non guardo nemmeno le altre."

"Lo stesso vale per me. La tua donna delle pulizie non sembrava particolarmente scossa di avermi trovato seminuda qui, ciò vuol dire che magari ci è abituata e so per certo che non eri un santo prima. Non mi resta che fidarmi e tu devi fare lo stesso. Voglio uscire Jamie, hai detto che non mi avresti rinchiuso, che sarei stata libera e voglio esserlo." chiarisco duramente.

"Parli come se ti avessi incatenato a letto. Se non esci con gente consona mi preoccupo. Le tua amiche sembrano costantemente a caccia di uomini e non ti ho mai proibito di vederle o altro e quando non sei con loro sei con il tuo Ex. E' normale poi che non sono al settimo cielo."

"Sapevi fin dal principio che Harry sarà sempre una presenza costante nella mia vita. E'il figliastro di mio padre, ci incontreremo." ripeto sempre più irritata dal suo comportamento e dal modo in cui si lancia in giudizi.

"Non sapevo  che lui ti volesse ancora, perché è palese che è così. Mi fa dare di matto quando ti guarda in quel modo e tu e i tuoi vestiti non siete d'aiuto."

"Ci sarà sempre qualcuno che mi guarda, lo facevi anche tu quando io e Harry stavamo insieme  e lo fanno di continuo perché è ciò che fa la gente. Perciò metterò i miei vestiti e basta."

"Ma certo vai pure in giro in mutande" sbuffa con sgomento prima di alzarsi, lanciare il tovagliolo sul tavolo e andarsene a grandi passi verso il corridoio.

"Tanto il povero scemo che si stressa sono io mica tu. Non bastano già i casini che ho lavoro!" ribatte in lontananza per poi chiudersi nella sua camera delle foto. Sbuffo sono stanca di litigare, me la prendo con lui anche per far scomparire la sensazione che mi accompagna da domenica, quando l'ho lasciato fare. Mi accorgo di aver esagerato. Per quanto sia irragionevole devo ricordarmi di quanto sia fragile e ingoiare qualche rospo.

La mia mente collega il suo stress con la droga, con ciò che mi ha detto l'altra sera che ci ha pensato a farsi di nuovo.

E se a furia di pensarci cedesse? Se tutto questo stress lo portasse ad avvicinarsi a quella roba a causa mia? Il pensiero mi terrorizza.

Scatto in piedi e lo raggiungo in quella camera. Non mi importa se è offeso e vuole stare da solo sento l'angoscia e il dovere di tranquillizzarlo.

"Non metterò un vestito corto, metterò i pantaloni e la camicia, li avevo già tolti fuori. Mi dispiace aver insistito sul niente. Sono nervosa per stasera, ho litigato con Daya e ci sarà anche lei. Starò lontana da Harry te lo prometto, amo solo te."

Amori sbagliati 2 H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora