38- lividi

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La stanza bianca e asettica, l'odore pungente del disinfettante e un'anziano signoro trmolante con un tosse da far tremare le pareti accentuano la mia angoscia.

Cammino per la stanza poi mi siedo, dondolo, mi metto nuovamente in piedi e cerco nel mucchio una rivista per poi sedermi di nuovo. Non riesco a stare ferma se non per una manciata di secondi e la donna entrata nell'ambulatorio sembra esserci deceduta nonostante Daya mi ripete che è lì solo da pochi minuti.

Quando finalmente esce, non lascio il tempo a farle aprire bocca per annunciare al prossimo di entrare che fiondo dentro mentre Daya aspetta paziente continuando a sfogliare la sua rivista.

Devo prendere un respiro profondo prima di spiegare la situazione al medico, mi ha sempre messo soggezione il fatto che è un grande amico di mia madre e seppur per via del segreto professionale non può dirle niente è orribile incontrarlo ad una cena e sapere che volente o dolente conosce aspetti molto privati della mia vita.

"Non c'è molto che tu possa fare a dire il vero, devi aspettare il momento opportuno e fare un test di gravidanza."

"Non posso farlo, adesso?" domando speranzosa di avere la risposta in tempi brevi. Mi sento come un condannato a morte che aspetta il responso del giudice, la sua ultima possibilità che può cambiare la sua decisione. 

"Non sarebbe preciso dopo due giorni, tra due settimane potrai fare un'esame, quello ti darà una risposta certa. Ti faccio una prescrizione intanto." Annuisco delusa, due settimane è veramente tanto tempo e io non so davvero cosa possa distrarmi dall'enorme incudine che minaccia di cadermi addosso da un momento all'altro.

Quando informo Daya della questione anche lei non sembra particolarmente entusiasta sapendo che dovrà sopportare i miei isterismi, ma cerca di convincermi a non pensarci.

Ci fermiamo al piccolo chiosco di frullati sotto l'ambulatorio e cerco di tirarmi su con una dose di zucchero grazie ad un frullato banana fragola e menta.

"Raccontami qualcosa per distrarmi, come va Leon?"

"Non è cambiato nulla, lui è sempre adorabile, solo che ogni tanto andiamo a letto insieme. Non credo si veda con qualcun'altra anche se fa il cascamorto in giro se capita, ma mi tratta da amica." Mormora nutra nonostante la smorfia contrariata in cui si arricciano  le sue labbra.

"Parlagli."

"Non posso farlo io, deve farlo lui il primo passo. E' più piccolo che figura ci farei se lui non dovesse ricambiare? Perderei il mio fascino ai suoi occhi e sarebbe orribile." ribatte come se le avessi consigliato di appiccare fuoco a casa sua.

"Oppure puoi mostrarti più matura e prendere di petto la situazione al posto di fare la codarda fifona. Lanciagli qualche segno magari, se reagisce in modo positivo diglielo e basta, io con Harry ho fatto così."

"Ed è andata bene?"

"No, mi ha dato un palo in faccia, ma solo perchè ero la sua sorellastra. Perciò non fa testo." ribatto finendo il liquido nel bicchiere.  Mi guarda restia ma annuisce con cautela come se volesse dirmi che valuterà la situazione.

Facciamo un lunga passeggiata e almeno in parte riesco a rassegnarmi all'idea di dover aspettare. Decido, visto che non ho molte alternative di accantonare il problema fino al momento in cui potrò fare l'esame e smetterla di torturarmi.

Mi accompagna a casa e dopotutto sono felice di aver passato un po' di tempo fuori.

Salgo le scale, di casa e dalla finestra mi accorgo che Jamie ha l'auto parcheggiata sul retro. Non mi ha detto che oggi non doveva andare a lavoro ma lascio correre e proseguo vero casa.

Amori sbagliati 2 H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora