E' assurdo quello che una sola mano sulla spalla, ha sortito su di me. Non importa il vino o quanto la cena fosse divertente e piena di battute, non riesco proprio a prendere colore se non grazie ad un abbondante passata di Fard e a togliermi quel ricordo dalla testa che è rimasto assopito fino ad oggi ma che adesso è tornato minaccioso.
Mentre sono tutti immersi nelle loro chiacchiere io mi faccio largo verso il giardino sotto il solito sguardo contrariato di mio padre che continua a domandarsi perché mai mi sono messa a fumare.
Me lo chiedo anch'io ogni tanto, sopratutto perché detesto l'odore del fumo. Ma è il mio corpo ad esigere un minuto di tregua e una boccata di fumo.
Dal portafoglio estraggo la foto di me e Jamie, ricordo il momento in cui l'ha scattata. Era forse il secondo appuntamento, a casa sua. Sorridevo, stavo bene in quel momento, mi fidavo di lui. Mi ero completamente lasciata andare perché mi sentivo al sicuro, lontano da quelle sensazioni di confusioni e dolore che per mesi mi avevano accompagnate.
La guardo e mi chiedo come è potuto succedere tutto questo, perchè non me ne sono accorta prima, MI chiedo se potevo evitarlo e la risposta è sì potevo. Ma infondo che ne sapevo io? Mi sono solo fidata. Avevo il disperato bisogno di qualcuno che mi facesse andare avanti ed ero impegnata in questo tanto da non rendermi conto del guaio enorme in cui mi ero cacciata. Ho fatto l'errore di lasciarmi sopraffare, di fidarmi di qualcuno che era chiaro mentisse ma non ho fatto niente per meritarlo.
Non so nemmeno perché ho tenuto questa foto nel portafogli, forse come promemoria per ricordarmi di non lasciarmi più addomesticare, di ribellarmi più spesso o forse per ricordarmi sempre di quello che è successo in modo da non essere più troppo distratta per accorgermi delle cose.
Non voglio più guardarla però, non voglio più rivedere quello sguardo da demonio quale è. La lascio ardere sotto la fiamma aranciata dell'accendino perchè nonostante tutto adesso sono più libera.
Rimane un mucchietto di cenere sul cemento a darmi soddisfazione. Che si fotta lui, le sue foto e la sua camera oscura.
"Io davvero non ti capisco, perché non mi hai detto che vi siete lasciati?" esordisce Harry, richiudendo la porta dietro di se, con tono sconsolato e una smorfia di delusione sul volto.
Si siede accanto a me sullo scalino, con le mani nelle tasche della giaccia sospirando afflitto.
"Che hai fatto alle gambe?" chiede di getto e per istinto mi viene di coprirle più che posso con la stoffa.
"Nulla sono scivolata." rispondo ma forse me lo ha chiesto nel momento più sbagliato possibile in cui sono troppo fragile per risultare troppo credibile sopratutto con lui perché la voce mi esce tremula e stanca. "Ci siamo lasciati prima che facessi il test, pensavo che te lo avesse detto Leon o mio padre ma che non ti importasse. Non lo so avevo bisogno di spazio credo." mormoro giocherellando con le grinze sul ginocchio dei suoi pantaloni neri.
"In pratica lo sapevano tutti. Ti ha lasciato perché pensava che eri incinta?" chiede a bruciapelo.
"No, avevi ragione tu e non ha mai smesso di drogarsi anzi è passato a roba migliore. Io l'ho lasciato e lui è andato in Georgia in un centro di riabilitazione dove rimarrà per molto tempo. Pensavo mio padre avesse dato una festa dalla gioia." tento di ironizzare.
"Mi dispiace."
"A me no, è una persona orribile e non so se è la droga ad averlo reso così ma non mi importa. Mi usava come una marionetta sfruttando la storia della droga come voleva. Vieni a vivere con me, ho bisogno di stare tranquillo. Non andare più a cena da tuo padre se no devo passare la mattinata a correre per non drogarmi. Ci tenevo a lui e non volevo certo che tornasse a drogarsi per colpa mia, ma lo sai anche tu che non l'ho mai amato." rispondo prendendo la sigaretta dalle sue dita per fare un tiro prima di ridargliela.
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Amori sbagliati 2 H.S.
Hayran KurguTaylor è ancora confusa, Harry è arrabbiato e l'orgoglio di entrambi non è certo una cosa da poco. Harry Styles fanfiction