Il mio desiderio di tranquillità sembra portarmi lontano da essa ogni volta. Tutte le mie relazioni personali sono ricolme di lacune. Non parlo più troppo con i miei amici, spesso ignoro le chiamate di mia madre e di mio fratello e anche quando rispondo mi accorgo di risultare schiva e frettolosa. Ho smesso di uscire la sera, ho iniziato senza un vero motivo ad allontanarmi da tutti.
La parte peggiore e che non mi importa molto. Non lo sento come un limite, sto bene così. Mi dispiace perdere le persone che amo, allontanarle, vorrei passare del tempo con loro ma trovo sempre più intrigante altro, perfino fissare il vuoto. E come se all'improvviso ogni relazione anche la più semplice sia diventata troppo faticosa da mantenere. Inizio a pensare che sia Jamie a rapire tutte le mie attenzioni ma mi accorgo presto che è solo un capro espiatorio di qualcosa di più profondo, un aspetto nuovo di me che ancora non capisco.
Perfino il litigio con Harry mi lascia abbastanza indifferente passata l'irritazione iniziale. Volevo vederlo, l'ho visto e tanto mi è bastato. Non mi importa come è andata. Come se il mio cervello stanco del massacro avesse alzato bandiera bianca, non vuole più arrovellarsi sulle cose, lascia solo correre.
Mentre esco dalla tavola calda dopo aver tranquillamente finito la mia colazione, il mio cellulare inizia a squillare, nel tentativo di prenderlo quasi mi casca ma riesco ad acciuffarlo prima che vada a schiantarsi contro l'Asfalto.
"Pronto?" rispondo, mi maledico per il tono stupido con cui ho risposto, non ho controllato nemmeno chi fosse.
"Sono io." mugola Daya con la voce sofferente e uno sbuffo.
"Scusami, ho risposto e basta, tutto bene?" domando.
"Ho saltato tutte le lezioni del giorno e sai per cosa? Per colpa di questa dannate ovaie che mi danno il tormento. Per giunta anche in anticipo di due giorni. Mi annoiavo a morte e ho deciso di chiamarti visto che mi ero ripromessa di farlo per sapere di te ed Harry." Il suo tono è lamentoso, interrotto da vari rumori metallici in sottofondo. Sembra una bambina capricciosa e quasi sorrido prima che in automatico la mia mente colleghi i fili giusti e mi faccia chiudere la gola.
Sento l'adrenalina calare drasticamente mentre mi siedo su un cubo di cemento con l'aria spaesata a fissare il vuoto con lo stomaco sottosopra e una forte nausea con cui dover fare i conti per strada è difficile.
"Ci sei?" domanda.
"Potrei essere incinta." esalo con tono ruvido e assente.
"Ah" ribatte lei dopo un lungo minuto di silenzio. Cerco nella borsa dell'acqua ne prendo un paio di sorsi e mi concentro su qualcosa di positivo, potrei non esserlo. Lo ripeto a me stessa per un po' trovando il coraggio di alzarmi da quel blocco e fare qualche passo per non farmi prendere da un panico che potrebbe essere ingiustificato.
"Le cose con Harry sono andate bene quindi." afferma in un orribile tentativo di sdrammatizzare.
"No, non ci sono andata a letto. Semplicemente tu hai parlato di ciclo e mi è venuto in mente che non prendo la pillola da una settimana, forse qualche giorno in più." rispondo agitata.
"Ma perchè l'hai fatto? Non puoi fare un figlio con Jamie!" mi ricorda come se già non lo sapessi.
"Ne con Jamie nè con altri se è per questo. Ho perso quelle maledette pillole, poi ho litigato con Jamie e mi è passato di mente. Non può succedermi questo, sono sempre stata attenta." il tono calmo attraversa una nota di isterismo prima di abbassarsi nuovamente e tornare sulla normale frequenza.
"Calmati, potresti non esserlo, dovresti fare un test ma è troppo presto, forse potresti provare con il medico lui saprà consigliarti."
"Non ce la faccio da sola, vieni con me? Io me lo sento che sono incinta. E non lo voglio, non voglio uno stupido bambino che mi cresca nella pancia, non sono pronta. Ho ancora bisogno della mamma come posso occuparmi di un'altro essere vivente. Voglio morire, sparami quando non guardo. Senti le cose che dico, se fossi davvero incinta che madre di merda gli tocca a questo bambino, una che nemmeno lo vuole e che almeno una volta al giorno desidera uccidere il padre." farfuglio.
"Anche se fosse, il tuo panico è leggittimato, mia cugina ha odiato sua figlia fino a quando non è nata e l'ha vista. Tutte quelle che si trovano in una situazione simile pensano questo inizialmente. Non sei una brutta persona. Prima di fasciarti la testa, andiamo da un medico. Vengo con te." annuisco come se lei potesse vedermi prima di darle una risposta affermativa e riattacare per prendere l'appuntamento.
E' la volta buona che mio padre sbrocca e mette fine ad ogni rapporto tra noi e che la mamma muoia. Non solo incinta ma anche di un tizio che preferirebbero vederlo lontano anni luce da me. Il pensiero mi terrorizza e so già che non chiuderò occhio fino a domani.
Nonostante l'ansia che mi attanaglia cerco di pensare ad altro, mi concentro sullo studio a casa, approfittando della solitudine. ripasso le mie schede, finisco i miei saggi e rimpiango di non avere lezioni oggi e di dover passare l'intera giornata a casa.
Quando Jamie torna è sera inoltrata, ho appena finito di preparare la cena. Mentre mi saluta e mi racconta la sua giornata mi chiedo se dovrei dirgli che potrebbe diventare padre. Ma il pensiero che potrebbe diventare ancora più soffocante o che peggio abbia voglia di litigare per la mia disattenzione mi fa desistere. Lo saprà a tempo debito se è il caso.
"Sei strana, va tutto bene che hai fatto oggi?" mi chiede sospettoso.
"Dopo la colazione sono tornata a casa e qui sono rimasta. Ho studiato tutto il giorno, sono solo annoiata."
"Ti va di uscire stasera?" chiede premuroso, ma declino, non mi va di prepararmi per fare la solita monotona passeggiata.
"Ti va se domani mi prendo il pomeriggio libero e passiamo di nuovo la giornata in campagna? L'ultima volta ci siamo divertiti molto." mi sorride lasciandomi un bacio sul collo. Adoro quando è così di buon umore, disponibile a fare qualcosa in più che rimanere a casa e vorrei tanto passare un giorno come quello, ma purtroppo non posso rimandare l'appuntamento dal medico.
"Vorrei tanto ma ho appuntamento dal medico domani, ho perso di nuovo le pillole. Lo so sono sbadata, non so dove ho la testa non mi era mai successo prima." mi giustifico in modo troppo marcato e lui sembra notarlo. Ciò che non sa è che le mie scuse sono dovute al possibile casino che ho creato con le mie stesse mani.
"Non fa nulla, possiamo rimandare a Domenica. Che eri sbadata l'ho sempre saputo, hai dimenticato le varie volte in cui mi sei finita addosso o in cui ti sei persa cose in mia presenza?" ridacchia e non posso che dargli ragione, è colpa della mia eccessiva pigrizia, penso solo a cercare di finire il prima possibile ciò che ho da fare per spalmarmi sulla prima superfice imbottita a poltrire e dimentico il resto.
"E' dura ammetterlo ma sono anche più di quelle di cui tu sei a conoscenza" mormoro ironica.
Con Jamie è così ultimamente, ci sono momenti in cui lo detesto, che penso di mandarlo al diavolo lui e le sue stupide paronie oppressive che mi mettono in gabbia. Che mi fanno maledire di non essere scappata quando ho scoperto il suo passato. Altri momenti come questi, in cui entrambi siamo tranquilli, ridiamo e la sua presenza intorno a me non mi schiaccia o sovrasta e sento che non potrei stare lontano da lui.
Che sarei nuovamente persa senza questi momenti e che per quanto lo odi gran parte del tempo, non vorrei gli capitasse qualcosa di brutto che lo faccia soffrire.
E' in momenti come questi che non riesco a spiegarmi Harry, il perchè pensi ancora a lui con tanto insistenza. Il perchè l'altra sera non desideravo altro che baciarlo, e perchè vorrei anche rifarlo ogni volta che gli sono a una distanza minima.
Tutto questo non ha senso e tutta la logica che cerco di applicarci non aiuta. Posso affidarmi solo al mio istinto e non idea questo dove mi porterà.
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Amori sbagliati 2 H.S.
Fiksi PenggemarTaylor è ancora confusa, Harry è arrabbiato e l'orgoglio di entrambi non è certo una cosa da poco. Harry Styles fanfiction