27- Una cameriera scorbutica

116 4 0
                                    

Nessuna decisione sembra essere quella giusta. Perfino stilare la semplice lista della spesa mi sembra difficile, mi manda in confusione e mi fa sbuffare. Jamie continua a chiedermi come mai non si nota nemmeno il mio passaggio qui, mi dice di dare il mio tocco all'appartamento, di scegliere qualcosa per renderlo anche mio.  Ma non lo faccio, ho la strana sensazione che questo posto è provvisorio, come una camera di Hotel. Nessuno personalizza una camera d'hotel appendendo foto, dipinti, ordinando su una mensola i propri CD che peraltro sono tutti regali di Harry.

Perfino i miei vestiti sono tutte pile ordinate che facilmente possono essere rimesse in valigia, ordinati e piegati pronti al borsone. Non lo faccio di proposito, tento sempre di correggere questo atteggiamento ma a volte lo faccio in automatico e non avere nessuno con cui parlare lo rende più frustrante.

Daya, non chiama e di certo non lo farò io dopo quello che mia ha detto. Con Irina e Drake non posso parlarne e non ammetterei mai di avere un dubbio con nessuno dei miei familiari, lo userebbero per trascinarmi a casa e sono certa di non volere questo.

Compilo la lista della spesa aggiungendo al solito qualcuna delle cose che mangio, possibilmente preconfezionate e che si cucinino da sole. Odio cucinare, dopo un lunga giornata ancor di più e temo Jamie se ne dovrà fare una ragione. La appendo sul frigo ed esco di casa per andare a lezione.

La cosa comoda è che l'abitazione dista appena due miglia dal campus e posso tranquillamente andare a piedi, almeno quando non piove.

Seguo le mie lezioni fino a pomeriggio, dopodiché senza nemmeno passare da casa, vado dritta dal mio medico che non perde tempo a farmi notare la mia disattenzione che io scuso con il trasloco. Ottenuta la ricetta mi precipito a lavoro.

Come sempre prima dell'apertura ci sono milioni di cosa da fare; Preparare i panini, una scorta sufficiente di dolci, il caffè, le altre bevande e controllare che tutto funzioni. Cosa da non dare per scontata visto che l'impianto elettrico nonostante i rimodernamenti del locale sia il medesimo di molti anni fa e ogni tanto fa i capricci.

Come al solito la gente non tarda a presentarsi, chi con i propri laptop che occupa tutta la fila di sgabelli affissa vicino le finestre, che ormai sono clienti abituali e restano fino a chiusura. Chi invece fa un salto per la cioccolata calda, o i biscotti alla glassa che ultimamente si stanno vedendo parecchio.

"Ciao straniera." sono girata di spalle quando sento la voce di Harry, il suo accento inconfondibile, la sua voce e il tono da sbruffone come potrei non riconoscerlo? Mi volto di scatto e gli lancio un'occhiataccia mentre mi sorride. Mi sono persa qualcosa? Perché mai dovrebbe sorridermi?

"Sto lavorando, che vuoi?" Fingo un tono fermo e deciso, sono furiosa con lui ma per qualche assurdo motivo a guardare quegli occhi brillare e lui sorridermi di nuovo in quel modo mi fa venire voglia di fare lo stesso.

"Parlarti, mi hai bloccato non posso più chiamare e un caffè, credo mi siederò qui." è sfacciato, arrogante come al solito ma in questa circostanza mi infastidisce. Se Jamie dovesse passare di qui, non saprei proprio cosa dirgli per non fargli dare di matto.

"Non puoi restare, per favore va via. Non causarmi problemi con Jamie."

"Non puoi neanche parlarmi adesso? Se vi basta così poco per avere problemi non è colpa mia."

"Lo è invece, noi siamo felici, io lo sono, e non voglio che tu ti intrometta perché quando sei nei dintorni tutto va a schifo." sputo fuori severa, e lo penso, penso sul serio ogni cosa, tutto va a schifo perché le cose sarebbero dovute essere diverse e adesso è come un limbo dove non si può andare né avanti né indietro siamo bloccati, non possiamo perdonarci, o tornare ad essere amici e fa schifo.

Amori sbagliati 2 H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora