Light and Dark

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Okay forse non sono così brava a trovare le scorciatoie usando la metro. Credevo di aver capito le indicazioni che avevo cercato in internet per evitare il traffico londinese e arrivare in soli dieci minuti al ristorante in centro.

"Non credi che dovremmo semplicemente avvicinarci il più possibile e poi andare a piedi?" mi chiede Jared guardandomi divertito mentre cerco in tutti i modi di far funzionare la app che ho installato qualche giorno fa per una scommessa con Clark che sostiene la mia totale incapacità di usare il mio nuovo smartphone.

"Posso semplicemente avere dieci secondi per pensare, signor iosotutto? Avevo letto che c'è una fermata della metro letteralmente davanti al ristorante" gli chiedo alzando la voce più di quello che intendevo.

"Jenn...davvero stai litigando con lo schermo del telefono...non dobbiamo per forza prendere quella scorciatoia"mi risponde lui prendendomi dalla mano l'Iphone che praticamente si sta lamentando delle mie continue ditate forse un pò troppo violente.

"Ero sicura di aver capito"dico come una bambina che si lamenta con la maestra di scuola perchè non riesce a fare il compito.

"Sei una ragazza vecchio stampo...è questo che ti rende speciale, con i cd e i vinili, le mappe e le guide cartacee della città".

Alzo gli occhi al cielo mentre accetto la sconfitta e mi metto a ridere per il mio stesso comportamento. Jared si unisce a me prima di prendermi per mano e guidarmi verso la linea della metro giusta.

"Ma...tu sapevi dall'inizio che strada dovevamo prendere?" gli domando girandomi verso di lui mentre siamo sulle scale mobili. Lui semplicemente alza il suo di telefono e mi mostra il percorso giusto sulla stessa mia app.

"Basta sapere come usarla, Ashton" mi stuzzica trattenendo a stento le risate. Io gli do un finto pugno e mi giro fingendo di essere offesa, ma basta un suo bacio leggero sulla mia guancia per farmi scuotere la testa con un sorriso apertamente sincero sul volto.

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Siamo finalmente arrivati al ristorante, ma non era vero che la fermata della metro era davanti ad esso, dopo aver fatto le scale ci siamo ritrovati a due isolati di distanza. Non so chi dei due per primo ha fulminato l'altro con lo sguardo, fortunatamente Jared aveva le sue cuffiette e quindi abbiamo ascoltato la musica mentre camminavamo per le strade di Londra, che sembrano cambiare ogni giorno. La gente qui sembra non voler mai tornare a casa, ci sono persone dovunque, fuori dai bar, nelle piazze, vicino ai vari musicisti di strada. E' emozionante, ma anche un pò disorientante.

"Ho prenotato...il nostro solito posto sul retro"mi dice Jared quando entriamo nel locale e dice il proprio cognome al cameriere. Io sorrido e annuisco. E' un posto così bello questo ristorante. Fanno specialità da tutto il mondo e il locale è decorato con tantissime fotografie di varie località e varie città che i cuochi e i camerieri hanno visitato, persino i clienti possono attaccare loro fotografie su una parete accanto alla cucina. E' una cosa magica. E allo stesso tempo così profondamente reale.

"Fate pure con calma, quando siete pronti ad ordinare fatemi un cenno signor Forst"ci dice il cameriere che ci accompagna fino al giardino sul retro che,per quanto possibile, è ancora più bello del locale dentro. Un grande gazebo ospita non troppi tavolini, ma abbastanza per lasciare lo spazio a tutti di starci senza essere stretti. Jared mi sposta la sedia per farmi accomodare, gli sorrido per ringraziarlo. Ormai non mi sorprende più quanto sa essere gentiluomo.

"Che cosa pensi di prendere tu?"gli domando prendendo in mano il menu. Di solito ci dividiamo due piatti diversi per risparmiare.

"Pizza ovviamente"mi risponde facendomi sorridere come un idiota mentre continua a guardarmi insistentemente. Odio quando mi fa sentire lenta.

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