you are my favourite

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POV Ethan.

Sono seduto sulle scale del portico davanti casa. È il mio posto preferito per pensare, per cercare almeno di schiarirmi le idee.
Non so quello che sto facendo con Jennifer; solo qualche settimana fa non ci parlavamo, e nel mio letto dormiva la ragazza che pensavo potesse essere quello di cui avevo bisogno, la ragazza che mi ha aiutato ad uscire da quel posto buio e freddo in cui mi sono nascosto per troppo tempo. Ora quella stessa ragazza ha confessato di aver fatto tutto quello che poteva per tenermi lontano da Jennifer, perché un pazzo psicopatico glielo aveva chiesto, anzi perché la stava minacciando. Ho scoperto di aver perso un bambino, di aver avuto la possibilità di una famiglia, di una vita normale dopo il carcere. Possibilità che ci è stata strappata via.
Stanotte mi sono permesso di piangere, di buttare fuori tutto quello che cercavo di trattenere per non ferire Jennifer. Ma non ce l'ho fatta. Non appena l'ho vista crollare, sono crollato anch'io.

"A che pensi?"sento chiedermi dalla porta d'ingresso. Mi volto e vedo mia sorella appoggiata allo stipite con una tazza fumante in mano. Le sorrido leggermente prima di alzare le spalle come risposta.

"Allora...si avvicina il grande giorno"dico poi vedendola morderai il labbro come quando era nervosa a scuola.

"Non mi sembra quasi vero..."commenta sorridendomi. A me non sembra vero che siano passati quasi sei anni dall'ultima volta che mi ero seduto a parlare tranquillamente con mia sorella. Per me è come se fosse stato ieri.

"Ieri mi sono messa a fantasticare che mamma e papà potessero venire".

Con queste parole ritorna il dolore al petto dell'altra sera. Vorrei risponderle che non ha senso fare questi pensieri che ci rendono solo più tristi di quello che siamo già.

"Sai...papà che mi accompagna all'altare...che balla con me il mio primo ballo".

"Avrebbe fatto di tutto piuttosto di non ballare"commento ridendo leggermente, lei fa lo stesso. Rivedo di colpo la bambina che quando aveva paura del buio veniva nel mio letto cercando di non svegliarmi senza ovviamente riuscirci; oppure la ragazzina che a scuola faceva finta di niente quando sentiva le battute che i compagni facevano sui nostri vestiti di seconda mano, per poi correre a piangere in bagno. Ho sempre voluto proteggerla, non sempre ci sono riuscito, e questo è il rimpianto più grande della mia vita.

"Ti ricordi quando gli chiedevo di insegnarmi a ballare perché volevo essere pronta per il ballo d'inverno delle medie?"mi domanda facendomi salire le lacrime.

"Ha fatto davvero fatica...era pessimo".

"Già...però alla fine mi aveva aiutata"finisce lei abbassando lo sguardo al liquido dentro la tazza. Mio padre era un uomo vero.

"Mi incolpi ancora per la sua morte?"le chiedo facendomi coraggio. Siamo entrambi grandi abbastanza per poter parlare di queste cose. Lucy semplicemente mi da un bacio leggero sulla spalla.

"Non ti ho mai veramente incolpato,Ethan...ero arrabbiata con il mondo e avevo appena perso la persona più importante di tutte e beh mamma ha perso la ragione...non sapevo con chi prendermela...tu mi perdoni per averti escluso per tutti quegli anni?".

"Stavi meglio senza di me..."mormoro pensando anche a Jennifer mentre lo dico.

"Senza di te non avrei una famiglia,Ethan...non avrei lasciato alle spalle tutto il dolore e tutta la rabbia che provavo...ora sei così importante per me...questi anni sono stati un tormento...e io avevo Clark e Will...Jenn invece..."mi risponde voltandosi verso la casa.

"Avete avuto modo di parlare?".

"Non di tutto...ma è bastato quello che ci siamo detti"ammetto sospirando profondamente.

I'll do betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora