we've become an echo

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POV Ethan

Non era quello che volevo. Portandola fuori a fare un giro, non volevo mettermi a urlarle addosso, ma probabilmente avrei dovuto saperlo. Era inevitabile che prima o poi uno e l'altro sarebbe scoppiato. Non potevo aspettarmi che riuscissimo a reggere la tensione una volta da soli. Nel momento in cui mi ha chiesto di non chiamarla Jenn sono scoppiato. È come se avesse rinnegato tutto, come se non volesse nemmeno fare uno sforzo per risolvere questo,noi. Non so se è fattibile o cosa possiamo rimettere insieme dei frammenti che sono rimasti delle nostre vite passate, ma credevo che almeno sarebbe stata disposta a fare un tentativo.

"Sono tornata non appena ho saputo la verità"risponde lei alla mia precedente provocazione.

Sono certo che quello stronzo di Jared era riuscito a mettere le sue sudice mani attorno al suo cuore. E non solo al suo cuore sicuramente.
Al solo pensiero mi viene la nausea.

"Credevo che mi odiassi, che mi incolpassi di tutto quello che ti era...che ci era successo, e quindi ho dato per scontato che vorresti rimanere il più possibile lontano da me...nessuna telefonata, nessuna visita da parte mia,non hai mai accettato nei primi anni...così poi ho smesso di provarci"continua a dirmi rimanendo con gli occhi fissi davanti a lei.

Prima quando ha avuto quel momento di debolezza, non sono riuscito a trattenermi dal guardare. Bramo troppo la sua vista. Anche se sono passati quasi sei anni, nonostante tutto quello che ho provato nei suoi confronti mentre ero chiuso in una cella in balia degli spasmi. Mi ritrovo ora,seduto in questa macchina a pensare al suo corpo sopra al mio.

"Come potevo sapere...".

"Non potevi"taglio corto io sfregandomi le tempie con le dita mentre sento il mal di testa avanzare piano piano.

"Cosa volevi che facessi,Ethan? Tu lo hai chiesto a me...io volevo che mi lasciassi restare accanto a te, invece hai scelto di allontanarmi dal primo giorno in cui ci hanno separati per gli interrogatori...hai scelto per me".

"Non avrei sopportato saperti qui a Penton..."ammetto sospirando e lasciandomi andare contro il sedile della macchina.

"Non potevi sopportare l'idea di sapermi accanto a te? O per lo meno pronta a venirti a trovare ogni volta che potevo, aiutarti una volta fuori...".

"Norton mi ha detto esplicitamente di farti andare via...Jennifer, ma non capisci? Avevi ucciso tua sorella, e avevi dovuto dare una falsa testimonianza alle autorità; non potevi rimanere vicino o saresti stata scoperta...per quanto il detective sia riuscito a coprirti, e inoltre fino a quando non fosse morto Wesley non eri al sicuro...la verità era trapelata e c'era una taglia sulla tua testa"le rispondo alzando gli occhi al tettuccio. Ecco tutta la verità.

Sento il suo respiro accelerare mentre elabora tutto quello che le ho detto. Probabilmente sono stato troppo diretto e sta ripercorrendo ogni singola frase nella sua mente. Ho visto il dolore sul suo viso quando ho citato Kara. Non mi sono mai soffermato a pensarci, perché credo di non sapere descrivere quello che provo al riguardo. Penso che lo stesso valga per la ragazza accanto a me.

"Ti ho detestato per quello che mi avevi fatto"commenta infine scuotendo leggermente il capo.

"Anch'io avevo dei sentimenti contrastanti"ammetto ridendo amaramente.

Smetto subito quando la sento singhiozzare, non faccio a tempo a girarmi verso di lei che è scesa dalla vettura.
Ha iniziato ad allontanarsi senza nemmeno sapere dove sta andando. La seguo in mezzo al piccolo bosco accanto al parcheggio semivuoto dove mi ero fermato.

"Volevo dimenticarti...vivere la mia vita senza più pensare a te, piangere per te".

Ecco che inizia a fare male. Già le sapevo queste cose, ma sentirsele dire da lei fanno un altro effetto. Non si volta, rimane di spalle mentre camminiamo sul percorso creato tra le erbacce da qualcun'altro passato prima di noi.

I'll do betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora