Il corridoio è molto più lungo di quello che ricordavo. Sento troppi rumori attorno a noi per pensare che sia sera tardi, mi rendo conto che non ho idea di che ore siano. L'ospedale è un posto talmente isolato, con finestre oscurate dappertutto. Non capisco se c'è il sole o se sono solo i farmaci che mi hanno appena dato a rendermi fotosensibile.
"Jenn tutto bene?"mi chiede Ethan che continua a tenermi la mano nella sua. Penso che se non fosse per lui in questo momento starei già iperventilando. Non so perché sono così nervosa dall'idea di vedere i miei bambini. Forse perché fondamentalmente non ho ancora realizzato di essere diventata realmente mamma.
"Ho paura"ammetto quando lui avvicina il suo viso al mio senza fermarsi; continua a camminare accanto al mio letto mentre l'infermiera ci guida tra i vari reparti.
"È normale,Jenn...ho paura anch'io"mi risponde accarezzandomi il viso.
"Ma lo affronteremo insieme"conclude baciandomi la fronte. Ritorna a guardare la strada e a spingere quello che sembra la mia barella. Attorno a noi continuano ad affannarsi altre infermiere e altri dottori, tutti impegnati nei loro affari. Mi chiedo se i pazienti che mi vedono sanno che sono una madre che fa andando dai suoi bambini. Sicuramente non se lo chiederanno nemmeno, ma mi domando se io potrei sembrare una mamma.
"Eccoci arrivati"dice la ragazza all'altro lato del letto non appena ci fermiamo davanti ad una parete lunga e di vetro.
"Sono appena rientrati"commenta poi sorridendo guardando aldilà del sottile muro che separa noi dai bambini. Subito sposto il mio sguardo verso Ethan che mi sorride e si siede accanto a me.
"Li riconoscerai subito, sono perfetti...sono uguali alla loro mamma"mi sussurra vicino all'orecchio, rimanendo sempre lontano dalla parte del mio ventre con i punti.
Non ho dubbi che Ethan sarà un padre perfetto."Ti aiuto ad alzarti un po'". Con le sue mani che mi circondano la vita mi spingo di più verso il vetro e finalmente guardo attraverso. Quando li vedo sento il mio cuore aprirsi letteralmente, come a fare più spazio per tutto l'amore che sento già per loro. Scoppio a piangere senza però smettere di sorridere.
"Sono i nostri bambini"mormoro stringendo la mano di Ethan che subito è dietro di me e mi bacia la tempia avvicinando il suo petto alla mia schiena.
"Siamo una famiglia"sussurra prima di ridere dolcemente quando inizio a pulirmi il naso con la sua manica.
"Sono due,Ethan...uno in più di quello che pensavamo all'inizio"mormoro stringendo la sua mano per cercare di trovare il coraggio di cui ho bisogno. Lui continua ad accarezzarmi il braccio.
"Vorrà dire il doppio di amore, il doppio di affetto, il doppio turno di notte per alzarsi quando inizieranno a piangere"mi risponde ridendo leggermente. Non ho staccato un attimo lo sguardo da quei due lettini minuscoli.
"Non siamo soli,Jenn...siamo comunque in superiorità numerica, Clark, Lucy, Zayn,Marley...ci aiuteranno".
"Ma sono gemelli...ho letto che sono una forza della natura insieme".
"Inizi a spaventarmi,Ashton...che ne dici se da adesso affrontiamo la vita una settimana alla volta?"mi domanda lui dandomi un bacio sulla guancia.
"Credetemi, un giorno alla volta è già bello"commenta l'infermiera accanto a noi facendoci girare contemporaneamente verso di lei con sguardo di panico.
"Ma sarà un'avventura meravigliosa"aggiunge poi sorridendomi. Mi volto verso Ethan che inizia a ridere leggermente insieme a me.
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POV Ethan
"Stai attento,Malik!"esclamo abbassandomi di colpo per evitare che un asse di legno mi colpisca in piena faccia.
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I'll do better
RomanceTutto può cambiare. Potrà sembrare una frase costruita, un modo di dire per provare a credere nelle seconde possibilità, ma la verità è che di possibilità non c'è ne sono solamente due. Possiamo fare infinite scelte, abbiamo una moltitudine di poss...