Forse è stato solo un brutto sogno. Uno dei soliti incubi che mi fanno svegliare nel mezzo della notte. Non può veramente essere così crudele la vita. Le coincidenze di questo genere non sono umanamente possibili. Giusto?
Sento la voce di qualcuno vicino a me chiamare il mio nome ma non riesco ancora ad aprire del tutto gli occhi, come nemmeno rendermi conto di dove io mi trovo. Cerco di ricordare qualcosa, tento di parlare ma senza molto risultati.
"Non sapevo cosa fare...è semplicemente svenuta ,ho cercato di farla rinvenire ma nulla...".
Inizio a sentire meglio e a riprendere a respirare normalmente.
"Si sta svegliando...Jennie tutto bene? Hey, rispondimi" questa voce la riconosco. È Rose.
Sono alla libreria, come ho fatto ad arrivarci?"Ecco qua...stai bene grazie al cielo!"esclama non appena riesco ad aprire entrambi gli occhi. La testa mi gira ancora leggermente, ma soprattutto sempre esplodermi da quanto mi fa male.
"Cosa è successo?"chiedo tentando di non vomitarle addosso.
"Sei svenuta nel taxi e questa signora ha risposto al tuo telefono...ti stavo chiamando perché non rispondevi ai miei messaggi, non è da te essere in ritardo...così sono riuscita a farti arrivare fino a qui, so quanto odi gli ospedali, mi avevi raccontato quando ti eri rotta la gamba e io-".
"Scusa Rose ma ti prego smetti di parlare così velocemente"le chiedo ridendo leggermente quando sento la sua voce rimbombarmi dolorosamente in testa. Lei sorride imbarazzata e mi chiede scusa. Quasi come se fossi un robot controllato a distanza mi giro verso l'altra figura accanto a me.
Rivedo i suoi occhi così simili a quegli occhi che mi hanno perseguitato per gli ultimi quattro anni di notte e ogni volta che pensavo al mio passato."Stai bene,tesoro?"mi chiede con quel suo accento così denso e stretto che quasi non mi sembra inglese.
"Credo di sì"rispondo alzandomi lentamente dal divano su cui ero sdraiata. Dopo qualche secondo di debolezza alle gambe riesco a rimanere in piedi.
"È stata gentilissima signora Redford "dice Rose distogliendo per un attimo l'attenzione da me per dedicarla alla mia improbabile salvatrice, giusto il tempo per darmi la possibilità di entrare nel panico, proprio quel poco.
"Nessun problema davvero, spero solamente che ora stia meglio"la sento dire mentre continuo a darle le spalle. Dove è il signor Shane? Sto per avere un attacco di panico e non posso lasciare il negozio in mano a una nuova, appena assunta, impiegata e ad una perfetta sconosciuta che però è casualmente la madre del ragazzo che pensavo fosse stato qui con me per il resto delle nostre vite. Di colpo sento la testa girarmi ancora in modo fin troppo forte per rimanere in equilibrio. Mentre le mie "soccorritrici" stanno prendendo un caffè mi ritrovo di nuovo per terra.
"Jennifer!" sento esclamare da dietro di me, questa volta però è una voce maschile.
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"Ethan, ti prego...possiamo non discuterne più?"gli chiedo subito dopo aver chiuso la porta a chiave. Siamo appena tornati dal locale sulla baia del lago dove suonava un gruppo con dentro un amico di Clark. Abbiamo mangiato li e devo dire che è stata davvero una bella serata, fino a quando Ethan non ha dovuto rovinare tutto.
"Come dovrei lasciare perdere il fatto che la mia ragazza, e futura fidanzata, abbia preferito ballare con un perfetto sconosciuto che stare accanto a me"mi risponde lui alzando ancora la voce. Cerco di non cedere solo sentendogli dire "fidanzata".
"Tu non volevi ballare! Era un ballo di gruppo per la quale bisognava formare delle coppie,Ethan! Cazzo ,abbiamo ballato la quadriglia non una rumba!"esclamo scuotendo il capo continuando a gesticolare.
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I'll do better
RomanceTutto può cambiare. Potrà sembrare una frase costruita, un modo di dire per provare a credere nelle seconde possibilità, ma la verità è che di possibilità non c'è ne sono solamente due. Possiamo fare infinite scelte, abbiamo una moltitudine di poss...