It will come back

835 18 0
                                    

Mentre guardo il mio armadio completamente vuoto sento uno strano presentimento crescermi nel petto. Oggi è il giorno in cui partiamo per tornare nel posto che ho sempre chiamato casa e che pensavo però di non rivedere per molto più tempo di cinque anni.

Jared ha organizzato tutto, i nostri bagagli, alcune nostre cose che vogliamo tenere in questo periodo indeterminato che spenderemo a Penton. Jared ha chiesto ai suoi superiori di poter svolgere il suo lavoro da la e a quanto pare non hanno avuto niente da ridire, solo di rispettare i termini e le scadenze. Non mi ha detto i dettagli, in questi giorni mi ha parlato poco, e io non ho voluto forzarlo. È un periodo strano e stressante per tutti e non voglio rovinare il viaggio a Lucy e a Clark che sono così emozionati. È per questo stesso motivo non ho voluto dire niente alla mia amica dell'incontro che ho avuto con sua madre. Che cosa avrei potuto dirle? Non saprei dove trovarla o come contattarla. Ho pensato che avrebbe solo fatto stare peggio Lucy.

Forse sono egoista perché ho voluto allontanare anche problemi da me stessa, voglio solo evitare che altri drammi si aggiungano a questo viaggio già abbastanza drammatico di sua natura.

"Hai preso tu i passaporti?"sento Jared urlare dalla cucina. Alzo gli occhi al cielo, non pensavo che si agitasse così tanto prima della partenza.

"Li hai messi nella tua giacca verde!"esclamo io in risposta alzandomi per chiudere le ante dell'armadio.

"Prendi il regalo per Eve!".

Sbuffo rumorosamente a quella frase, ho cercato di dimenticarmi del fatto che prima di andare a Penton passeremo a trovare a mia zia a New York.

"Ovvio,il regalo"mormoro prendendo la borsetta tutta rosa sulla poltrona accanto allo specchio.  Guardo un ultima volta il mio riflesso e controllo che la coda che mi sono fatta sia ancora intatta. E dopo un lungo respiro raggiungo Jared all'ingresso.

"Abbiamo preso tutto secondo te?"mi domanda  passandosi una mano sul viso preoccupato. Gli prendo la mano nella mia e finalmente i suoi occhi mi guardano. Gli sorrido e cerco dì tranquillizzarlo mentre tranquillizzo me stessa.

"Siamo pronti"gli rispondo annuendo leggermente. Lui risponde al mio sorriso e lentamente si avvicina.

"Non voglio partire senza fare pace"mi dice lui appoggiando la fronte alla mia.

"Allora facciamo pace"sussurro prendendogli il viso tra le mani.

"Mi spiace per quello che ho detto sulla signora Saint...o come si chiama"dice Jared ridendo leggermente.

"Stiamo andando avanti,Jared, io e te...crediamoci okay? Se non iniziamo a credere in noi due non c'è la faremo mai".

"Hai ragione, come sempre..."risponde alzando gli occhi al cielo e facendomi ridere.

"È per questo che mi ami"dico prima di baciarlo mentre sorrido come non facevo da qualche giorno.

"Dobbiamo passare a prendere Clark e Lucy?"chiedo girandomi per prendere la mia borsa.

"In realtà loro sono già partiti..."mi risponde grattandosi la nuca.

"Cosa?!".

"Volevano darci la possibilità di fare questo viaggio a New York da soli"mi spiega portando in avanti le mani come per proteggersi dalla mia reazione. I soliti.

"Potevi dirmelo"gli dico scuotendo la testa ridendo.

"Pensavo che non ti andasse".

"Sei pazzo? È meraviglioso"ammetto sorridendo sentendomi molto sollevata. L'idea di avere tutta quella gente ad assistere al momento in cui avrei rivisto mia zia dopo tutto questo tempo mi metteva ancora più ansia e preoccupazione.

I'll do betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora