Seventeen

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Mi sento chiamare più volte, ma non ho n'è il coraggio ne la forza di aprire gli occhi o di muovere un muscolo.

«Jungkook!» sento urlare mentre sento che delle mani forti continuano a scuotermi per le spalle.

Decido di aprire gli occhi e mettere a fuoco la vista, notando che le scale sono illuminate dalla corrente e no dalla luce del sole. Metto a fuoco ancora di più la vista e vedo Namjoon fissarmi preoccupato. 

Namjoon? Che diamine di ora è? Faccio per alzarmi ma ricado sul mio posto, assumendo una smorfia di dolore proveniente dalla mia testa.

«Jungkook, come ti senti? Che cosa ti è successo?» domanda.

Lo fisso negli occhi e cerco di farmi forza per proferire qualcosa.

«Non lo so amico, quando sono tornato a casa mi girava la testa e poi penso di essere svenuto» dico spaesato.

«Vieni, ti do una mano ad alzarti... » dice allungandomi la sua mano.

L'afferro e con una forte spinta mi fa alzare, facendomi venire una forte fitta alla testa.

«Che ora è?» domando.

«Sono le sei di sera» dice.

«Le sei? Sono rimasto svenuto per più di cinque ore... non mi ha visto nessuno? Più che altro che ci fai qui a quest'ora? Non passavi a prendermi alle otto e quaranta?» dico sbalordito.

«Sì ma ho ricevuto una chiamata da Taehyung che mi diceva di venire qui urgentemente» si giustifica.

Taehyung? Invece di aiutarmi ha chiamato Nam? Meglio così...

«Ah... » dico.

Prendo le chiavi da terra e apro la porta, facendolo entrare. Chiude la porta alle sue spalle e mi raggiunge in camera mia.

«Come mi dovrei vestire? Non sono di uno che va a molte feste» ammetto.

«Ti prepari adesso? Cosa sei? Una donna?» dice ironicamente.

«Divertente...comunque no, è solo per non dover perdere tempo stasera... »

«Io mi vesto così. Comodo e non molto elegante, infondo ballando si suda, mettersi la camicia non è una buona idea... »

«D'accordo, vorrà dire che mi metterò una maniche corte e dei jeans neri strappati» dico sedendomi sul letto, con lui di fianco a me.

Vedo che estrae un pacchetto di sigarette.

«Ne vuoi una?» dice porgendomi di fronte al viso il pacchetto.

«No, grazie. Non fumo.»

Annuisce e riposa il pacchetto sulla tasca del suo giubbotto. Fa per accenderla ma lo blocco.

«Non fumare qua dentro, andiamo nel balcone.»

Mi alzo seguito da lui e ci dirigiamo sul balcone. Io mi avvicino alla ringhiare, guardando di sotto il parcheggio mezzo vuoto del condominio.

Still you||Vkook||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora