Twenty-six

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Mentirei a me stesso se dicessi che non mi provoca alcun sentimento questa situazione... però non voglio correre così presto, e non voglio commettere errori troppo grossi da non poter sopportare...
Con tutto il coraggio che ho lo spingo leggermente via, leggendo nei suoi occhi la confusione.

«Stai tranquillo ragazzino, non ti farò nulla,, come ho detto prima ti voglio solamente far rilassare» dice sorridendomi.

Da una parte mi sento sollevato che non mi vuole sbattere ma dall'altra mi sento offeso. Lascio stare i miei pensieri e mi dedico a farmi trasportare da questo piacere che solo lui mi sa provocare. Senza volerlo mi scappa un acuto gemito, sentendo Taehyung sorridere sulla mia pelle. Inizia a mordere e succhiare una parte del collo, facendomi mordere il labbro inferiore, cercando di non far uscire altri gemiti dalla mia bocca.

«Sei così succulento ragazzino...non puoi immaginare quanto...» dice staccandosi dal mio povero e debole collo, fissandomi con un sorriso diverso dagli altri.

Regolo il mio respiro che nel mentre si era accelerato per il troppo piacere e lo fisso anch'io, senza dire o fare qualcosa.

Dopo vari minuti di imbarazzo si alza in piedi, avvicinandosi alla porta.

«Vado a cucinare qualcosa, tu stai fermo e non muoverti!» ordina.

Annuisco ancora scombussolato e lo seguo con lo sguardo finché non scompare dalla mia vista.

Appoggio la mia mano sul probabile ed evidente succhiotto che mi ha fatto, sorridendo come un ebete. Mi alzo lentamente e vado in bagno, di fronte allo specchio. Noto il collo umido dalla sua saliva e cosa ancora più evidente è la chiazza che sta diventando sempre più evidente, al di sotto della mandibola...all'improvviso mi viene in mente una sua frase detta alle docce "Marchio il mio territorio". Che voleva dire con quello? E perché ha voluto farmi questo marchio se io non sono suo e lui non è mio? Perché?

Mi lavo la faccia e poi raggiungo Taehyung in cucina, fissandolo mentre mescola qualcosa in una pentola.

«Sto preparando del ramen» dice senza girarsi.

Annuisco e mi siedo su una sedia, appoggiando i gomiti sul tavolo e la testa sulle mani, continuando a fissarlo. La vista mi cade accidentalmente sul suo fondoschiena, ricordandomi di quando glielo ho strizzato e del suo gemito eccitante.

«Vuoi toccarlo? A me non dispiacerebbe di sicuro se tu lo facessi!» dice girandosi e mettendosi di fronte a me, con in mano il mestolo di legno e sul suo viso dipinto il suo classico sorriso malizioso.

«Cosa ti fa pensare che io lo voglia fare?» dico provocandolo.

«Lo stavi guardando con lussuria prima.»

«Tzè, figuriamoci se io ti fisso il culo!» sbotto voltandomi dall'altra parte, sentendo le guance andare a fuoco.

Maledetto imbarazzo! Vedo che appoggia il mestolo sul tavolo e mi prende le mani, appoggiandole sul suo fondoschiena. Sussulto appena lo stringe e fa uscire un gemito, mandandomi in estasi.

«So che ti eccita quanto eccita me.»

Ho già detto che odio quando ha ragione?

Si siede sulle mie cosce, inchiodando i suoi occhi sui miei. Fa un sorriso malizioso e struscia il suo sedere sul mio pacco. Mi mordo il labbro inferiore.

«Sei ancora più eccitante quando cerchi di trattenerti principessina»

Piano piano cerca di spezzare la distanza che divide le nostre labbra, ma appena vedo che la pentola fa un fischio forte e il coperchio che tra un po' esplode mi sposto con il viso.

«Taehyung! La pentola!» urlo.

Lui si alza e corre ai fornelli, togliendo il bollente coperchio dalla pentola, lanciandolo sul lavandino mentre sventola la mano.

«Cazzo!» imprecca.

Mi alzo e vado da lui, prendendogli la mano e accertandomi che non sia una scottatura grave, cosa che per fortuna non è.

Avvicino la sua mano sul rubinetto, aprendolo con l'acqua fredda e bagnandogli la parte scottata, mentre sento il suo sguardo penetrarmi.

«Sto solo ricambiando il favore, non pensare che io lo faccia solo perché mi importi di te» preciso.

Con la coda dell'occhio noto che sorride a trentadue denti, facendomi sbuffare. Dopo tre minuti di silenzio tolgo la mano dal getto d'acqua e spengo il rubinetto, asciugandogli la mano con una pezza pulita vicina.



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