Twenty-one

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Lancio il telefono di fianco al mio corpo e mi metto a pancia in su, fissando con molto interesse il soffitto bianco. Non ho mai capito che cosa volessi veramente dalla mia vita, non ho mai avuto un obbiettivo. L'unica cosa che voglio è non soffrire... non ancora...

Sento miagolare dal balcone, così mi alzo col busto e guardo quella direzione, vedendo Jin graffiare la porta, come segno che vuole entrare. Mi alzo e apro di poco la porta finestra, richiudendola di poco appena che quel gattino nero entra e si siede sul letto.

«Come mai se qui piccoletto?» dico andando vicino a lui, iniziando a fargli i grattini alla pancia.

Miagola mentre con la zampetta si gratta il nasino. Sorrido.

«Sai piccolo Jin, la mia vita è un vero schifo.»

Mi salta addosso, facendomi cadere con la schiena all'indietro, sedendosi e accomodandosi sul mio petto.

«Ho sempre voluto la felicità, ma ultimamente nulla va per il verso giusto... »

Vedo il gatto saltare e tremare dalla paura. Lo guardo storto e volto il viso verso la direzione in cui sta guardando. Vedo un cane sul mio balcone che ringhia. Da dove è spuntato questo? 

Entra e il gatto inizia a correre per la stanza mentre il cane mi salta addosso. Cerco di togliermelo di dosso ma è troppo pesante, inizia a graffiarmi...

«Vattene!» urlo con tutta la mia voce dimenandomi.

Un morso doloroso mi fa perdere il fiato, iniziando ad assumere una smorfia di dolore.

«Cazzo smettila!» urlo ancora più forte.

Vedo Jimin e Taehyung correre dentro la mia stanza.

«Leo, è un mio amico lascialo!» ordina Jimin al cane.

Esso, appena sente pronunciare quelle parole si toglie da sopra me ed esce fuori, andando sul balcone di Jimin.

Inizio a sudare e porto la mano sul fianco, dove quel maledetto cane mi ha morso, sentendo il liquido rosso farsi sempre più fluido. Faccio per alzarmi col busto ma un gemito di dolore mi riporta con la schiena sul letto.

«Fermo Jungkook! Chiamo un'ambulanza!» dice agitato Jimin.

«Non c'è bisogno, la medico io, so come si fa!» si affretta a dire Taehyung andando verso il mio bagno.

Ritorna poco dopo con il kit di pronto soccorso.

«Perché mai mi dovrei fidare?» dico a denti stretti per non urlare dal bruciore e dal dolore.

«Ho lavorato per qualche mese in ospedale, aiutando i bambini malati... so come curare una ferita del genere, non è la prima che vedo» ammette.

Non sapevo che avesse lavorato in ospedale, mi meraviglia...

«Togliti lentamente la maglietta» mi ordina.

Faccio come dice cercando di non urlare, mentre sento il mio viso farsi sempre più bagnato dal sudore.

«Scusate ragazzi, ma io il sangue non lo posso nemmeno vedere!» dice Jimin diventando pallido e voltandosi subito.

«Non sei obbligato a stare qui Jimin, torna a casa!» dico.

«Non voglio lasciarti solo.»

«Non sono solo c'è Taeh... »

Mi blocco appena sento la mano fredda di Taehyung toccare lievemente la ferita, facendomi spalancare gli occhi.

«Stai tranquillo Jimin, mi occupo io di lui» dice serio senza distogliere lo sguardo dalla ferita.

«Per qualunque cosa chiamami!»

Detto questo esce dalla stanza, lasciandomi da solo con Taehyung.

«Sentirai un po' di dolore d'ora in poi, cerca di resistere ok? Se non c'è la fai stringimi pure la mano» dice prendendomi una mano e intrecciandola alla sua.

Una scarica di brividi inizia a pervadere ogni parte del corpo.

Una lacrima riga il mio viso appena sento l'ovatta bagnata d'acqua ossigenata iniziare a strofinarsi lungo la ferita, facendomi diventare rigido. D'istinto stringo la mano del più grande, trattenendomi nell'andare di matto e urlare per il dolore.

«Ho quasi finito» dice per poi alzare le nostre mani e lasciare un bacio casto sulla mia, riportandola poi nella stessa posizione di prima, senza distogliere lo sguardo dalla ferita.

«Grazie» dico a denti stretti sgranando gli occhi.

«Anche se mi hai esplicitamente detto di starti lontano, non potevo lasciarti soffrire... se lo avessi fatto mi sarei sentito in colpa per il resto della mia vita.»

Lo fisso mentre continua il suo lavoro.



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