Twenty-two

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Mentre lui continua a fare l'infermiere inizio a perdermi tra i miei pensieri, viaggiando nel passato... 

Ci sono molte cose di esso che vorrei dimenticare, prendere e buttarle nel cestino per sempre, ma non ci riesco, i ricordi sono troppo forti per essere dimenticati. Parlo delle cose che mi sono successe un paio di anni fa, quando ancora non conoscevo Jimin e Namjoon. Lavoravo in un bar per potermi pagare la retta della scuola, ma no un semplice bar, uno strip club. Non facevo nulla di vergognoso, dovevo solamente indossare un completino rosa quasi trasparente e servire i clienti, per la maggior parte erano eteri gli uomini, ma appena Junwoo Hoo ha messo piede la dentro è cambiato tutto il mio mondo, e no in meglio. Ricordo quando mi puniva se non lo soddisfavo, di quando mi provocava, toccava... per questo con Taehyung mi sto comportando così, per paura... paura che lui sia come Junwoo, un tipo senza scrupoli e con un solo obbiettivo, ottenere quello che vuole a tutti i costi, anche con la violenza. Ed è così che mi ha avuto, una notte stavo tornando a casa da solo alle tre di notte quando mi sono sentito prendere e sbattere in un muro di un vialetto isolato. Con una mano mi teneva tappata la bocca e con l'altra iniziava a toccarmi, togliendomi i pantaloni. Prima che potesse andare oltre, Jimin e Namjoon stavano camminando per di li, appena hanno visto che quel maniaco mi stava per stuprare si sono messi in mezzo, aiutandomi. Per colpa sua mi sono rinchiuso per settimane a casa, rimanendo da solo, all'oscuro della realtà. Avevo troppa paura di uscire e di tornare a lavoro, così mi sono licenziato. Jimin e Namjoon a volte passavano da me per accettarsi che stessi bene, da allora abbiamo legato molto, diventando migliori amici. Con questo non dico che Taehyung sia uguale a Junwoo, perché almeno lui un cuore c'è l'ha, anche se non lo ammette... ed è questo che lo rende diverso... però quando mi tocca mi viene in mente il tocco di Junwoo, e mi spavento.

Taehyung non ha niente a che vedere con lui, lo so, ma è troppo forte questa mia fobia, se si può chiamare tale...

Sento una mano accarezzarmi una guancia. A differenza di Junwoo che mi avrebbe schiaffeggiato...

«Hey principessa, non piangere. Ho finito» dice sorridendo.

Non mi sono neanche accorto di piangere... lo fisso dritto nei suoi occhi che mi trasmettono calore e sicurezza.

«Devi stare attento a non fare sforzi troppi bruschi, per ora il ballo è meglio metterlo da parte per minimo una settimana.»

Appena sento quella frase mi alzo velocemente con il busto, pentendomene subito dopo che il dolore mi sovrasta il corpo, facendomi cadere bruscamente con la schiena sul materasso. 

Taehyung appoggia le sue mani sulle mie spalle, facendo una leggere pressione.

«Ti ho detto di non muoverti Jungkook! So che per te il ballo è molto importante, ma devi accantonarlo per una settimana, perché se non lo farai e sforzerai la ferita, la peggiorerai, aumentando il periodo in cui non potrai ballare di mesi e no giorni o settimane, perché la ferita che hai non è lieve ma neanche grave, quindi va curata bene!»

«Perché lo fai?» dico di punto in bianco.

«Che cosa?» domanda confuso.

«Perché mi tratti così? Perché lo fai dopo le dure parole che ti ho detto stamattina... »

Si corica di fianco a me, fissando il soffitto.

«Non lo so, l'unica cosa che so è che con te mi sento diciamo bene... »

«Bel modo di dimostrarmelo... » dico iniziando a fissare il soffitto pure io.

«Dovresti essermi riconoscente dato che ti ho salvato da un presunto stupratore da parte del tuo amico... »

Mi vengono i brividi...

«Perché ti ostini a provocarmi? Perché cerchi di aggiungermi alla tua collezione? Perché non cerchi un'altra preda... » dico esasperato.

«Perché amo le prede difficili, e poi a te non ti metterei mai a paragone con gli altri.»

«Che intendi dire?» dico voltando il volto verso di lui che mi stava già fissando.

«Lascia perdere» dice distogliendo lo sguardo.

Inarco un sopracciglio.

«Non puoi lasciarmi sulle spine!»

«Da quando ti interessa?» sbotta.

«Beh, dato che sono chiamato in causa mi interessa... che intendi dire che non mi paragoneresti agli altri?» dico.

Si alza con il busto e fissa il vuoto sorridendo. Con molta fatica faccio lo stesso, alzandomi lentamente con il busto e sedendomi sul letto, voltandomi per fissarlo.

«Gli altri non sono dei conigli come te» dice ridacchiando e pizzicandomi le guance.

Subito dopo aver visto la mia faccia seria si alza e si avvicina alla porta.

«Non chiamarmi così!» sbotto.

«D'accordo, allora ti chiamerò principessa» dice per poi uscire ridendo e andando sul suo balcone.

Sospiro e lancio le mani in aria, scuotendo la testa.

Still you||Vkook||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora