C.3-7: Il Mistero Delle Fidanzate

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Che sia stato per la stanchezza, il dolore o la paura, la notte scorsa mi sono addormentata praticamente subito. Un sonno lungo, profondo e senza sogni di alcun genere. Stamattina mi sento meglio e dormire più a lungo mi ha fatto bene.

Scendo in sala da pranzo per fare colazione, e accanto al mio posto trovo un biglietto. Non ho bisogno di guardarlo per sapere chi me l'ha lasciato. Il sorriso sulle mie labbra si spegne subito dopo aver letto che Nicolae sarà assente per l'intera giornata. Oltre a quello mi augura un buon fine settimana, il che è tutto da vedere! 

Nel pomeriggio ho un picnic con Lorie e le sue bambole, e sapere di non vederlo per tutto il giorno non rende piacevole la prospettiva.

Prendo il telefono, lo appoggio accanto alla tazza e osservo il display pensierosa. Potrei mandargli un messaggio, dirgli che sono pronta per ritentare con i nostri sogni lucidi, ma alla fine desisto. Non farei che ricordargli, ancora una volta, quei sogni che continuano a mettersi tra noi.

Sconsolata, finisco la colazione e metto in ordine prima di tornare nella mia stanza. Attraversando l'ingresso per andare al piano superiore, vedo che la porta del soggiorno è aperta e Peter è seduto sul divano da solo. Come al solito, è talmente assorto nella sua lettura che non si accorge di me. Devo bussare alla porta per farmi sentire.

"Non ti disturbo spero? Che leggi di bello?" Peter alza il naso dal libro rivolgendomi un sorriso cortese "Un vecchio libro di poesie che porto sempre con me". Ora che ci penso, anche in Università lo vedo spesso leggere quel particolare libro.

"Poesie? ...ho notato che ti piacciono molto"

"Si, mi rilassano" dalla sua espressione non sembra disturbato dalla mia presenza, così mi siedo accanto a lui "Ti capisco, anche a me piace molto leggere, ma mi sembra di non trovare più il tempo"

"Si, sono d'accordo con te" ribatte, appoggiando il libro sul tavolino di fronte a noi "Un po' di calma non fa male..."

Già, da quando sono arrivata qui, non ho avuto un attimo per rilassarmi, per riflettere.

"Comunque, va tutto bene? Sei contenta di essere qui?" contenta, non è la parola che userei per descrivere il mio attuale stato d'animo. Persino il mio viso non deve essere l'immagine della serenità. In effetti mi sento smarrita, preoccupata, incuriosita, spaventata... a causa dei sogni che faccio, fatico a controllare la miriade di emozioni che mi travolgono. 

Dopo un'attenta riflessione rispondo un vago "Si, credo di si", e forse sarà bene cambiare argomento, così provo a portare il discorso verso qualcosa che può tornarmi più utile "Mi domando se avrò mai occasione di incontrare tuo padre. Mi ha assunta, ma non so nemmeno che aspetto abbia. Nicolae mi ha detto che viaggia molto" cerco di usare un tono leggero e non curante, ma non mi lascio sfuggire il cambiamento d'espressione di Peter, sembra infastidito, anche se non capisco se sia a causa mia o di suo padre.

Accetto la sua reticenza e lascio cadere l'argomento, invece mi sorprende "Viktor ha molto potere un po' ovunque"

"Oh... immagino sarete molto fieri di avere un padre tanto importante"

"Non direi orgogliosi. Viktor ha un modo particolare di stabilire il suo potere. Non si può dire che i suoi metodi attirino le nostre simpatie o quelle di chiunque altro"

"I suoi metodi?" 

"Credimi, non ti serve saperlo" replica con il tono di voce di quando si vuole mettere fine ad una discussione.

"Non sembri volergli molto bene..." 

"Viktor non è il padre che immagini. È colui che ci ha trasformati. Gli dobbiamo obbedienza, nient'altro. Non c'è affetto tra noi" la sua espressione si addolcisce un po' e mi rivolge un sorriso amaro "Portiamo il suo nome, ma non credo conosca il significato del termine famiglia".

Is it Love? NicolaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora