Arrivato il venerdì, tra i corridoi e le classi della Miami High, un'atmosfera di euforia si innalzava gonfiando le mura dell'edificio come un palloncino. Il venerdì sera era il primo giorno di weekend e in quel di Miami, tra i minorenni, c'era l'usanza di organizzare feste in casa di qualche studente con i genitori sempre in viaggio per lavoro, e poter introdurre in modo illecito alcolici e qualche grammo di erba, con la speranza che i vicini non facessero una soffiata alla polizia finendo tutti in grossi guai.
Erika Linder è una ragazza, molto ben vista e voluta tra le lesbiche della scuola, che non brillava nella Miami High per la sua dedizione allo studio nè per la sua scaltrezza. Era una ragazza dai tratti decisi e dallo stile mascolino, che non viveva una situazione familiare brillante, dovendo passare quasi tre settimane su quattro senza i suoi genitori, ormai da anni, in giro per lavoro. Era spesso accerchiata dalle sue amiche, nella maggior parte lesbiche, passando tempo a casa sua, quasi sempre vuota, e organizzando feste nei weekend.
Diciamo che Erika fosse conosciuta nella sua scuola per le sue feste, tanto che tra gli studenti piaceva scherzare fondendo il cognome di lei, Linder, con il giorno venerdì, Friday, e quando si voleva parlare della prossima festa, per darsi appuntamento, senza farsi capire dagli adulti o dai professori, bastava dire "Alle 21 c'è il Frider" e tutti si sarebbero presentati in NE 35th Street, accanto al Charter Club Inc, dove la villetta a due piani di color rosa chiaro mattone di Erika avrebbe ospitato la solita festicciola scolastica.
A lei della scuola interessava ben poco, studiava quel poco che le serviva per non farsi bocciare, ma ce l'aveva col mondo intero. Non aveva nemmeno una passione ben precisa, si impegnava sentimentalmente di continuo, forse per non pensare al fatto che non aveva la minima idea di cosa voler fare della sua vita. Del resto cosa ci si può aspettare da un'adolescente lasciata perennemente da sola, senza una guida e l'appoggio che le serve. Forse i suoi genitori si sarebbero accorti troppo tardi del grande danno che stavano apportando alla loro figlia. Ovviamente questa analisi psicologica la posso fare io, da narratore, ma lei di certo avrebbe negato ogni parola, se le avessero detto che forse le mancavano i suoi genitori.
Ai nostri protagonisti piaceva andare alle feste di Erika, del resto erano le uniche feste che potevano permettersi, essendo minorenni, per sballarsi un po'. Ma facciamo un attimo il punto della situazione, perchè qui se continuo ad introdurvi persone, finisce che ci si crea un caos pazzesco in testa. In nostro gruppo di protagonisti, composto da Lauren e la sua squadra, Dinah e le sue amiche pettegole del gruppo studio, Halsey l'aiuto cuoca lesbica, e i nuovi arrivati nella combriccola, Camila la figlia del coach e il piccoletto Jaden, avevano stretto un rapporto più confidenziale in queste settimane. Naturalmente Jaden era reputato troppo piccolo per poter partecipare anche ad una festicciola di Erika, che non aveva nulla a che vedere con la pericolosità di un vero pub da maggiorenni, ma Gregg e Lauren che si erano particolarmente legati a lui, non avevano sentito ragioni quando il tredicenne ha chiesto di poter andare con loro quel venerdì a casa di Erika.
Camila nonostante prendesse un po' autonomamente le distanze dalla squadra di basket, cercava sempre di restare cordiale e amichevole con i ragazzi, frequentando lo stesso gruppo di amici. Ecco, una ragazza a cui non aveva ancora rivolto molto la parola era Halsey, la studiava da lontano ma sentiva di non averci molto feeling, mentre con Dinah, Normani e Ally aveva instaurato un rapporto molto solido per essere a sole tre settimane dal giorno in cui si sono conosciute. Con Lauren aveva sempre un occhio di riguardo, questo Camila deve ammetterlo. Sentiva così tanto suo padre a casa parlare e elogiare il playmaker che quando trascorreva tempo in gruppo, si perdeva un po' ad osservare i suoi tratti e la sua gestualità, scoprendosi sorridere a quella sua quieta sicurezza e maturità che lo contraddistingue rispetto agli altri suoi coetanei, impacciati o fin troppo pieni di sè.
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La figlia del coach || Camren Fanfiction
FanfictionNelle giovani squadre dei licei americani, che siano di basket o di baseball, vige una regola non scritta, una regola infrangibile. Nata così tanti anni fa, da diventare tradizione tramandata fino alle nuove generazioni di giovani atleti. Agli occhi...