Il ticchettio familiare dell'impalcatura in lego per l'edera, poggiata sul muro della villa sul mare, risvegliò i sensi inquieti di Michelle. Dopo la festa, nonostante la stanchezza emozionante, provava solo una forte carica di adrenalina difficile da scrollarsi di dosso. Lei, soprattutto è sempre stata così, o pompata a mille o di una pacatezza indisturbata, come se i due caratteri dei suoi genitori lottassero tra loro dandosi il cambio ogni tanto durante le giornate. La ragazza si alza dalla sedia, impaziente e si strofina le mani per gettare a terra quella piccola parte di indecisione. Il bellissimo viso del suo ragazzo compare, con quei capelli lisci sempre ben lavorati con qualche crema ad effetto bagnato, e scavalca il balconcino rialzato della stanza di lei, guardando subito la sua figura in piedi sorridendo. Michelle si era già premurata di aprire la porta finestra, cosí il ragazzo entrò in stanza come solito, facendo poco rumore.
"Hey...", il tono caldo di lui la fece sorridere, gli occhi di Francisco aveva già fatto una radiografia ben accurata del corpo di lei, vestito solo da un misero pigiamino con shorts inguinali e canottiera aderente, e camminó subito verso di lei, afferrandole i fianchi per un bacio. Lei posò una mano sulla sua guancia, gustandosi le sue labbra.
"Grazie per essere venuto oggi...", la voce di lei era quasi sensuale.
"Mi fai qualcosa che non so spiegare", andò dritto al punto lui, giustificando l'azione strana e fuori dalle righe di lui, di quel pomeriggio.
"Non spiegarmelo, allora.", disse lei sussurrando, persa in quegli occhi buoni nel profondo, e ricercó le labbra di lui con urgenza, tirandolo verso di sé dal colletto della t-shirt. Il ragazzo si perse in quel bacio diverso dai soliti, molto più passionale che gli ricordò il primo giorno in cui si sono conosciuti e lei ha rischiato di liberare la sua parte erotica sin da subito. Michelle indietreggia volutamente fino a toccare il suo letto e si lascia cadere su di esso, tirandosi Francisco su di lei. Michelle passo le mani tra i capelli umidi e corti di lui mentre veniva toccata sui fianchi con una presa salda. Le piaceva essere maneggiata dagli uomini, sentire la loro presa, la forza, il calore, anche nei gesti meno gentili.
Francisco, abituato ad essere sempre fermato, non pensò di dover andare oltre finché non fu Michelle a togliersi la canotta con un gesto improvviso che fece congelare sul posto, lui, trovandosela improvvisamente senza reggiseno, per la prima volta. Quel tatuaggio al centro dei suoi seni, delineato e pulito. Imprecó qualcosa, il ragazzo, tra sé e sé, davanti a quel corpo liscio, color caramello e quei seni pieni ed invitanti e non ci pensò due volte prima di approfittare della situazione. Si tolse, carico di eccitazione la maglia, restando a torso nudo sotto gli occhi desiderosi delle sue attenzioni, di lei. La bació ancora una volta, eccitato, e scese verso il suo collo, bagnandolo tra qualche flebile lamento femminile, per poi divorare i capezzoli senza gentilezza, in alternanza con palpate soddisfatte.
Michelle prese subito a surriscaldarsi. Era il modo giusto di toccarla, non amava molta gentilezza. Le sue mani tremanti scesero verso i jeans di lui, alla ricerca del bottone, trovando prima il suo rigonfiamento. Si perse per qualche secondo, risalendo il suo pacco col palmo della mano, venendo tempestivamente fermata da lui.
"Non mi piace essere toccato. Faccio tutto io."
"Cosa?", il suo tono uscì come se si fosse appena realizzato un sogno, e lui sembrò capirlo. Sarà egoista, ma l'idea di non dover fare proprio niente a letto, la eccitava notevolmente.
"Lascia che faccia io. Non amo essere toccato.", ripete lui con tono serio per assicurarsi che lei abbia davvero capito. Lui si slacció i jeans, col respiro affannato dalla voglia di lei e Michelle divaricó le gambe, portandosi le mani sugli shorts per toglierli. Lui si era già abbassato la zip e afferró le mani di lei, portandole ad altezza cuscino, sovrastandola.
STAI LEGGENDO
La figlia del coach || Camren Fanfiction
FanfictionNelle giovani squadre dei licei americani, che siano di basket o di baseball, vige una regola non scritta, una regola infrangibile. Nata così tanti anni fa, da diventare tradizione tramandata fino alle nuove generazioni di giovani atleti. Agli occhi...