"Come pensi la prenderanno?", gli occhi oceano di Laurin cercarono quelli di Camila, mentre il flebile ronzio dell'aereo fa da collante tra tutti viaggiatori.
"Mamma sicuramente bene... E anche Mike.", sorride divertita lei, immaginando il momento in cui diranno alle loro famiglie di non essere tornati solo per una visita, ma di voler restare a causa della gravidanza.
"Alejandro resterà sotto shock.", dice Laurin scoppiando poi a ridere figurandosi in testa l'espressione del suo vecchio coach.
"Ma no, sarà contento... Cavolo stiamo insieme da quasi 10 anni!"
"E abbiamo entrambi una carriera avviata e rigogliosa...", entrambi annuiscono come per autoconvincersi che l'uomo non darà di matto.
"Ma sì, sai che ti dico... Non mi interessa. Meglio per lui se sarà felice della notizia...", si stiracchia lei e si addossa sul petto di lui, che prontamente la stringe.
"Guarda che se si incazza è colpa tua... Lo sai che tuo padre è un grande cattolico.", Laurin alza gli occhi al cielo non sopportando la gente troppo legata alla religione, e Camila ignora la sua frase non chiedendosene il significato. Atterrarono a Miami nel primo pomeriggio, Laurin si caricò anche i bagagli di lei, non volendo affaticarla e prima di uscire dagli arrivi rispose ad un paio di chiamate da parte della società di trasloco.
"Settimana prossima!? No, mi ascolti non deve assolutamente andare così.", si fermò al centro del corridoio, con tutti i bagagli in mano, facendo fermare anche la sua ragazza.
"La mia ragazza è incinta e ho bisogno che voi riempiate la nostra nuova casa entro 3-4 giorni.", il ragazzo cruccia le sopracciglia contrariato.
"S'è questione di soldi non è un problema.", di colpo riprende a camminare verso l'uscita.
"Non cerco di corrompervi, cerco di rendervi più piacevole e allettante il lavoro.", Camila ride al suo fianco, per la battuta di lui.
"Nemmeno per il doppio dello stipendio??", sbuffa e si arrende.
"D'accordo rispetterò i tempi. Ma sappiate che non ne sono affatto contento.", chiude la chiamata e guarda Camila che poco più avanti a lui è ferma a guardare tra la gente.
"Laurin...", il ragazzo si accosta a lei non capendo, "Dov'è la tua sicurezza quando serve?", con una nota di timore e sarcasmo. Lui lancia uno sguardo in direzione dell'uscita e vede una folla di ragazzi e ragazze con cartelloni in mano che portavano scritto il nome di Laurin o il suo numero di maglia, con i colori della squadra dei Miami Heats. Lui apre la bocca senza rilasciare suoni. Tra tutte le città dov'è stato non ha mai avuto così tanti seguaci ad attenderlo in aeroporto, ma doveva aspettarsi che nella sua città natale, dopo aver divulgato la notizia che sarebbe entrato a far parte della squadra, ci sarebbe stato un benvenuto diverso dagli altri.
"Oh..."
"Maledizione a te e quando dici che non è vero che sei famoso.", dice innervosita lei. Non ama particolarmente essere schiacciata e toccata dalla folla. Nè ama l'idea che lo facciano con il suo uomo.
"Okay... Vedo di risolvere la situazione.", si allontana per chiedere ad un inserviente dell'aeroporto di trasportare i loro bagagli, e così con due inservienti al seguito, la coppia si avviò verso la vetrata dell'uscita. Delle grida cominciarono ad alzarsi, appena la sua figura venne scorta tra le vetrate e quando queste si aprirono facendo uscire il playmaker, ci fu un crescendo di agitazione e gridolini. Laurin camminava tranquillo, tenendo una mano sul fianco di Camila e quando le transenne cessarono di esserci, la folla inglobò i due. Laurin portò davanti a sè Camila, pronto a poterla stringere a sè, se necessario. Si fermarono e lui firmò velocemente degli autografi sulle sue foto e su palle da basket, sorridendo e scherzando un po' con i giovani ragazzi. Camila fece un paio di foto con qualche ragazzo che segue il basket solo per sbavare dietro le belle mogli dei giocatori, e scherzò con qualcuno di loro che chiedeva notizie sulla loro vita. Fortunatamente i seguaci di Laurin sono quasi tutti educati e rispettosi, e ben presto la folla fece circolare i due, salutandoli fino all'ultimo istante. Raggiunta una macchina aziendale e caricati i bagagli, la coppia venne portata fino a casa Cabello, dove sapevano che ci sarebbe stata una festicciola di famiglia con gli Jauregui. Alla porta li aspettava Dinah, cosa che fece illuminare entrambi, aspettandosi una semplice cena di famiglia.
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La figlia del coach || Camren Fanfiction
FanfictionNelle giovani squadre dei licei americani, che siano di basket o di baseball, vige una regola non scritta, una regola infrangibile. Nata così tanti anni fa, da diventare tradizione tramandata fino alle nuove generazioni di giovani atleti. Agli occhi...