C'era un sole invitante, l'estate è alle porte e a Miami tira un ventaccio afoso. A fine giugno nessuno si sarebbe mai aspettato di trovare mal tempo in una città tanto calda come quella della Florida, infatti come tante altre famiglia, Mike e i Cabello si sono riuniti evitando di andare al mare in una giornata così tanto calda. Gli NBA Awards erano proprio un'ottima scusa per chiudersi in casa, evitando il traffico e le ventate d'afa. La cerimonia era solo per i migliori giocatori dell'anno di tutta l'America, perciò era improbabile aspettarsi di vedere il nostro giovane Laurin. Certo, erano ormai cinque anni che giocava nei Knicks, ma nella storia del basket è ancora una stella nascente troppo piccola per essere notata. Almeno così pesavano Mike e Sinu, seduti sul divano di casa Jauregui, mentre Alejandro appoggiato allo stipite della porta guarda distrattamente i red carpet degli NBA Awards, sperando come ogni anno, di veder spuntare il suo giocatore migliore nonchè suo (quasi) genero. Da quello che i tre potevano vedere in tv, anche in California c'era un sole che spacca le pietre, e si stavano proprio chiedendo come mai si ostinano ad organizzare questa cerimonia di premiazione in uno degli stati più caldi, in piena estate.
"Alejandro, vieni a sederti, su...", Sinu lo richiama, vedendolo in apprensione e speranzoso. Lui sospira e si siede, tirando un sorso alla sua birra.
"Quest'anno deve esserci.", dà voce ai suoi pensieri.
"Fosse per te, mio figlio sarebbe già nella hall of fame... E' troppo giovane, Jandro.", dice Mike tranquillo e per niente in apprensione.
"Non è così. E' un talento, ha giocato molto bene quest'anno. Lui d e v e esserci.", stringe la mandibola.
"Coraggio non fare l'apprensivo. Ricorda che anche se non partecipa a questa premiazione, è felice. Ha la sua fama ugualmente, ha la sua casa, e soprattutto non gli mancano i soldi.", dice Sinu, ridendo.
Solo Alejandro poteva sapere che in realtà non era così. Lui ha tante somiglianze con Laurin e con gli anni ha imparato a conoscerlo anche senza avercelo sotto gli occhi ogni giorno. Infatti il capitano bramava da anni la nomina ai NBAA. Nulla avrebbe potuto sostituire l'orgoglio di essere presente a quella premiazione e avere l'opportunità di vincere un semplice premio. Cadde silenzio nel salotto Jauregui, e tutti prestarono più attenzione alla tv.
"Non ho mai sopportato i red carpet... Sono troppo lunghi.", si lamenta Mike. In quel momento una macchina dei Knocks si ferma davanti al tappeto rosso. Alejandro sentì una fitta nel petto, come se se lo sentisse. I presentatore dei red carpet catturò l'attenzione di tutti e tre.
"E l'abbiamo aspettato per anni, e finalmente è entrato a far parte dei nominati a questi NBA Awards. Arrivato nella macchina dei New York Knocks, il giovanissimo Laurin Jauregui.", tutti e tre saltarono dal divano. Cadde birra a terra ma nessuno se ne importò. Dalla macchina di lusso non uscì nessuno, la telecamera si spostò dallo sportello opposto al red carpet, inquadrando Laurin con i capelli raccolti in un tuppo ordinato, vestito con un completo ramato opaco, con i dettagli in nero. Un mezzo sorriso fiero e composto, si aggiusta il bottone della sua giacca elegante e raggira la macchina, per raggiungere la portiera che affaccia sul tappeto rosso. La apre e porge la sua mano, da vero gentiluomo. La mano di una donna afferra la sua e spuntarono le gambe scoperte. Camila uscì dalla macchina e la prima cosa che fece fu alzare la testa per guardare il suo ragazzo e sorridersi vicendevolmente.
"Oh mio Dio....", Alejandro perse il respiro nel vedere sua figlia, bellissima, cresciuta e decisamente realizzata nella vita.
Laurin prese Camila dalla vita, mantenendo la testa alta e il busto dritto, con la sua solita postura sicura e decisa. Guardò un po' la folla dietro le transenne e sorrise in modo genuino a dei ragazzini e delle ragazze che lo salutavano con la bandana dei Knocks. Le luci dei flash li accarezzavano e i due percorsero il tappeto avvolti dal vociferare della folla. Camila rimase tranquilla e sorridente davanti ad ogni fan che chiedeva a Laurin un autografo. Lui non lasciava mai il contatto con la sua donna, e quando si avvicinava alle transenne per firmare qualcosa, faceva scivolare la sua mano dal fianco di lei, alla sua mano, continuando a tenerla con sè. Raggiunto il termine del red carpet, un intervistatore era pronto ad accogliere tutti gli ospiti. Laurin raggiunse il pannello con le scritte NBA Awards, e una telecamera si puntò sulla coppia.
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La figlia del coach || Camren Fanfiction
FanfictionNelle giovani squadre dei licei americani, che siano di basket o di baseball, vige una regola non scritta, una regola infrangibile. Nata così tanti anni fa, da diventare tradizione tramandata fino alle nuove generazioni di giovani atleti. Agli occhi...