Dinah, durante la notte sentì i due parlare a bassa voce, nella stanza adiacente alla loro. Non prendeva sonno nemmeno lei quella notte, così ebbe modo di capire che i due fossero entrati nella stanza di Camila. Sorrise soddisfatta, prima di trovare finalmente pace e di cadere nel suo sonno.
La mattina seguente, il gruppo era così sfatto dalla giornata di mare del giorno prima, che tutti si alzarono dopo oltre l'ora di pranzo, come se fossero stati sotto effetto di sonniferi. Il capitano e la cubana ebbero modo di svegliarsi e rivestirsi prima di essere visti da qualcuno e raggiungere la cucina. Il ragazzo andrò a svegliare i suoi amici, che ancora mezzi moribondi cercavano di non staccarsi dal letto. Quel giorno, la squad, se la prese di svago. Non avrebbero fatto giri per la città, nè lunghe camminate, solo una sana giornata in compagnia senza visite e sudate sotto il sole cocente.
Questa volta toccava alle ragazze cucinare, così i ragazzi si godevano il giorno di riposo dai fornelli, sui divani, e di tanto in tanto l'occhio di Laurin cadeva sulla cubana che sul fondo della cucina, aiutava le sue amiche tra le pentole e il cibo. Non resisteva dall'osservare quel sedere pieno e sodo, racchiuso in quei leggins neri tenuti a vita alta. Poteva veder anche la sua schiena nuda, avendo addosso solo un crop nero a maniche corte. La cubana era di spalle, e naturalmente non poteva accorgersi degli sguardi rubati ed insistenti del capitano, che cercava di non farsi beccare dai suoi amici, fingendo interessamento per i loro racconti.
Il campanello suonò, Camila si voltò di scatto verso la porta con sguardo sorpreso, non aspettando visite. Corse verso la porta scalza, mentre i suoi capelli mossi in un riccio largo, sotto lo sguardo di Laurin, e quando aprì la porta, un ragazzo dalla pelle chiara, i capelli cortissimi e una barba ben curata, sorrise alla ragazza.
"DANIEL!!", Camila entusiasta come una bambina abbracciò il ragazzo, mettendosi appena sulle punte. Effettivamente questo Daniel non aveva molti centimetri in più di lei, certo la differenza si notava eccome, ma accanto a Laurin o qualsiasi altro compagno della sua squadra, sarebbe sembrato un piccoletto.
"Che ci fai qui!?"
"Le voci girano, qui, lo sai! Sei tornata a Cuba e non mi avvisi!?"
"E' solo per poco, Daniel, sono con i miei amici di scuola... Entrate!"
Il ragazzo entrò con un sorriso amichevole ed educato, salutando tutti con un'alzata di mano. Non era particolarmente attraente di viso, sarà stato sulla trentina d'anni, ma aveva un bel fisico muscoloso. Era vestito in modo molto semplice, con degli skinny blu jeans e una magliettina. Solo adesso i ragazzi si accorsero che dietro al ragazzo c'erano anche due ragazze cubane, che salutarono Camila in modo molto concitato.
"Ragazzi, lui è Daniel! Loro sono Jana e Yami.", disse Camila orgogliosa ed eccitata dalla sorpresa, accarezzando la barba del ragazzo. Laurin non era propriamente infastidito dal gesto. Del resto si fidava di lei. Laurin si alzò in piedi raggiungendo i tre, facendo l'educato e si presentò con tutti. Daniel rise notando l'altezza di Laurin e iniziarono subito a parlare tra loro.
"Ragazzi io torno in cucina scusatemi.. Vi lascio in buone mani, loro sono i miei boys.", scherza Camila indicando la squadra di basket.
Laurin fa sedere Daniel.
"Allora... come fai a conoscere Camila?", chiede Lauren curioso e sorridente.
"Ad una festa, tanti anni fa... L'ho vista ballare e mi sono avvicinato a lei."
"Oh, bene..."
"Abbiamo ballato e ho pensato che un talento del genere non potesse sprecarsi così. Le proposi di venire alla mia scuola di ballo, e da lì siamo diventati grandi amici.", Laurin tornò più tranquillo.
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La figlia del coach || Camren Fanfiction
FanficNelle giovani squadre dei licei americani, che siano di basket o di baseball, vige una regola non scritta, una regola infrangibile. Nata così tanti anni fa, da diventare tradizione tramandata fino alle nuove generazioni di giovani atleti. Agli occhi...